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    COMPLOTTO MASSONICO, INDIGESTIONE DI COSTOLETTE O VENDETTA DI UN MARITO CORNUTO: PER MOZART LE CAUSE DI MORTE SONO BEN 118 - E DAL 1791 SE NE AGGIUNGONO CONTINUAMENTE DI NUOVE


     
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    Filippo Facci per “Libero quotidiano”

     

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    Avete un' idea sulla morte di Mozart? Prego, accomodatevi: manca solo la vostra opinione. Dell' uomo mascherato che gli commissionò il requiem abbiamo già scritto qualche puntata fa: nello sciocchezzaio sulla morte di Mozart resta un caposaldo, come pure le teorie sul complotto massonico. Prima tesi: a ucciderlo furono gli affiliati della "Zur Wohltatigkeit", una loggia in cui Mozart era entrato a far parte nel 1784; in effetti ai massoni non piacque Le nozze di Figaro, anche se non è mai stato chiaro perché.

     

    Seconda tesi: Mozart fu ammazzato perché ne Il flauto magico avrebbe tradito i segreti di una loggia imprecisata; il frontespizio di un libretto dell' opera contiene alcune allegorie legate alla divinità greco-romana Mercurio, e questa è la prova che Mozart fu avvelenato col mercurio. Altre prove dirompenti: le citate allegorie erano otto, e il numero otto in alchimia è connesso al grigio, che è colore del mercurio. L' uomo mascherato che commissionò il Requiem, immancabile, pare che fosse vestito di grigio anche lui. Non manca una variante nazistoide secondo la quale il musicista fu avvelenato da massoni ed ebrei.

     

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    Tutto molto convincente, vero? L' altro caposaldo, appunto, è il veleno. Massoneria a parte, una pista rudimentale dipinge un Mozart sessualmente allegro che viene ammazzato da un imprecisato marito tradito o da un amante della moglie Costanze.

    Prove nessuna, indizi nemmeno. C' è da dire che in quei tempi avere degli amanti era ancor più normale di oggi.

    A diffondere la voce del veleno contribuì comunque la stessa vedova, che a cadavere freddo raccontò di un timore che il marito le avrebbe confidato mentre passeggiavano al Prater: «Non durerò molto, mi hanno avvelenato». Mah.

     

    Dopodiché, abbandonata la sindrome ottocentesca, e dato per probabile che Mozart sia morto per cause naturali, a scatenarsi sono stati i medici di tutto il mondo. Alla base dell' arcano resta che non c' è prova diagnostica di nulla, nessuna autopsia fu eseguita, cartelle cliniche non ce ne sono, i medici non descrissero il decorso della malattia, il certificato di morte è andato perduto, mancano le ossa del compositore, che fu seppellito in una fossa comune: è quanto basta perché ciascuno possa dire la sua, nella consapevolezza che l' annuncio di qualsiasi dettaglio - purché inedito - è ancor oggi sufficiente per agitare le redazioni culturali dei giornali.

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    Le possibili cause naturali della morte di Mozart, ergo, denotano lo charme di un' enciclopedia medica. La sua morte, il mattino del 5 dicembre 1791, fu annotata come causata da «febbre e eczema», mentre a Vienna si sussurrava che potesse essersi trattato di sifilide o di febbri reumatiche o di insufficienza renale.

    Il registro delle morti della parrocchia di Santo Stefano, in data 6 dicembre 1791, riporta come causa del decesso una «febbre miliare acuta» (espressione che significa tutto e niente) ma il prestigioso giornale berlinese Musikalischer Wochenblatt già non era d' accordo e parlava di «idropisia toracica», mentre altri due medici, nello stesso anno, accennarono a un «versamento del cervello».

     

    Poi, senza fretta, decollava il delirio diagnostico. Nel 1804 si ipotizzò un miscuglio di «depressione, paranoia, edema» e nel 1824 una «febbre reumatica respiratoria», ma erano valutazioni basate solo sui racconti della vedova di Mozart e di sua sorella Sophie più altri parenti e amici angosciati, tutte testimonianze raccolte peraltro a decenni dalla scomparsa del musicista: all' epoca non si pensava che le generazioni a venire si sarebbero tanto martoriate sul tema. Anche perché, del tema, non fregò più niente a nessuno per un bel po' di tempo: si arriva infatti al 1953 quando si suppose un avvelenamento legato a un' eccessiva somministrazione di mercurio o di piombo da parte dei medici (congettura replicata nel 1969) dopodiché il crescendo è inarrestabile.

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    1959: endocardite infettiva. 1966: febbre reumatica e shock emorragico dovuto a salasso. 1968: setticemia complicata da insufficienza renale acuta. 1969: ancora avvelenamento da metalli. 1970 e 1972: nefrite da post-scarlattina. 1983: depressione bipolare, poliartrite, insufficienza renale acuta o cronica, broncopolmonite stafilococcica terminale, emorragia cerebrale. Tutto molto affascinante.

    La maggior parte dei biografi, oggi, parla di febbri reumatiche oppure di uremia, cioè insufficienza renale.

     

    Un medico statunitense, nel 2001, ha sostenuto che Mozart sarebbe morto per un' abbuffata di costolette di maiale: la carne poco cotta avrebbe prodotto un parassita, un verme. Nell' estate 2009 uno studio dell' università di Amsterdam ha esaminato i 5.011 certificati di morte registrati a Vienna tra il novembre 1791 e il gennaio 1792: le cause dei decessi furono tubercolosi, malnutrizione, edema, malattie gastrointestinali e cerebrovascolari; nell' inverno in cui morì Mozart vi fu un' impennata di morti per edema, inteso come un gonfiore dei tessuti che viene a margine delle malattie infettive.

     

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    I vari sintomi descritti per la malattia del compositore, edema compreso, hanno fatto propendere per una banale infezione da streptococco. L' orribile sapore di cui parlava il compositore rientrerebbe, perciò, nel quadro clinico: «Sento già il sapore della morte sulla lingua», avrebbe detto.

    Morale: il New York Times, nel 2010, ha riportato i risultati di un mega-studio condotto da William J. Dawson, bibliografo e chirurgo in pensione che si è preso la briga di censire tutte le teorie mediche sulla morte di Mozart: ne ha contate 118. La sua conclusione, ovviamente, è che una risposta precisa non ci sarà mai.

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    Teorie più serie ipotizzano che Mozart si sia ammalato per gli strapazzi cui il padre lo costrinse sin da bambino, ma distinguere tra le patologie accidentali e patologie provocate pare davvero arduo. Certo è che la famiglia, diciamo così, non lo tenne chiuso in casa. Il compositore nell' ultima fase della sua vita stava male, questo è certo. Oltretutto beveva come un otre.

    Il viso e le mani gonfie sono state accostate al decorso di una malattia renale, ma l' unica cosa certa è che Mozart continuava indefesso a comporre.

     

    Il successo del Flauto Magico, per esempio, fu enorme, e nuove commesse ricominciarono a piovere da mezza Europa: ma siamo già a 1791 inoltrato, al piano inclinato che cioè lo condurrà alla morte. Il programma di quell' anno era stato mirabolante: La Clemenza di Tito a Praga, il Flauto magico a Vienna, poi le cantate massoniche.

     

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    Ma peggiorò mese dopo mese. La sua ultima apparizione pubblica, come pianista, era stata il 4 marzo. Si fece ancor più pallido ed era ossessionato da pensieri d' oltretomba: figurarsi quando un figuro nerovestito gli propose di fare una messa da morto. I suoi medici erano due, uno dei quali abbastanza quotato: gli fecero un salasso, gli diedero delle compresse ghiacciate per abbassare la febbre e gli somministrarono dell' oppio per calmarne il delirio, tutta roba tra l' utile e l' inutile. L' idea che Mozart sia morto direttamente per le cure dei medici non ha mai trovato fondamento: anche perché, come detto, le tracce da avvelenamento da mercurio, onnipresente in molti preparati dell' epoca, sarebbero state evidentissime. Il discorso cambia se ci si riferisce a tutte le schifezze che il compositore aveva assunto in vita sua.

     

    Una versione ancora molto diffusa, per esempio, dice che un' ora dopo la mezzanotte del 4 dicembre 1791 Sophie chiamò un prete per l' estrema unzione: Mozart si sollevò per ricevere l' ostia e ricadde morto. Ma Georg Nikolaus von Nissen, diplomatico svedese e neo marito di Constanze, annoterà anni dopo: «I preti», effettivamente chiamati da Sophie, «si rifiutarono di venire perché non era stato Mozart a chiamarli».

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    Il compositore, le cui pose anticlericali erano arcinote, secondo Nissen non prese neppure l' estrema unzione. Una testimonianza di Karl Mozart, che quando morì suo padre aveva 7 anni, fu invece nascosta da biografi accomodanti: «Pochi giorni prima di morire», aveva detto il ragazzo, «sopravvenne un lezzo che denunciava il disfacimento interno, e che dopo la morte rese impossibile l' autopsia». Un' altra testimonianza di Constanze, riportata da Nissen e pur essa nascosta, descrive un epilogo degno de L' esorcista: «Mozart improvvisamente vomitò un violento getto marrone, e poi morì». Amen. Ma credete che sia finita qui, con la morte di Mozart? Aspettate Libero di lunedì prossimo.

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