DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. QUEI MANICHINI DEL MINISTRO
Blitz di «Noi restiamo» sul ponte degli Annibaldi, davanti al Colosseo. Il movimento di estrema sinistra ha esposto uno striscione e un manichino impiccato a testa in giù contro il ministro Minniti per i fatti di Macerata.
C' era scritto: «Minniti e i fascisti, la vostra strategia della tensione non passerà».
2. OSANGHELE RESTA IN GALERA
Fabrizio Caccia per il Corriere della Sera
«Nessun rischio di scarcerazione» per Innocent Osaghele, taglia corto il procuratore capo di Macerata, Giovanni Giorgio, anche dopo l' ordinanza del gip che ha convalidato il fermo del nigeriano per vilipendio e occultamento di cadavere, ma non per l' omicidio di Pamela Mastropietro, ritenendo non ancora sufficienti gli indizi.
Ma oggi è un giorno importante per l' inchiesta: il professor Mariano Cingolani, medico legale dell' università di Macerata, svolgerà una nuova autopsia sui resti della vittima e cominceranno gli esami del Ris in laboratorio. Perché dopo 10 giorni non è ancora chiaro com' è morta Pamela - omicidio o overdose - e di chi sono tutte le impronte rinvenute nella casa di via Spalato, il teatro dello scempio, dove ieri sarebbero state trovate anche alcune siringhe.
Il procuratore Giorgio, ieri, ha accolto in Tribunale il ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Sulle indagini in corso il Guardasigilli ha raccomandato a tutti prudenza: «Precostituire ipotesi, verdetti, suggerire soluzioni, rallenta il corso della giustizia. Conta l' accertamento della verità e la punizione del colpevole o dei colpevoli». L' uso del plurale è giustificato dal fatto che sotto indagine, per gli stessi reati di Innocent Oseghale, c' è un altro nigeriano, Lucky Desmond, che però è ancora a piede libero, perché contro di lui per adesso c' è solo la testimonianza del suo connazionale, che lo colloca nella casa di via Spalato nel giorno in cui muore Pamela.
PAMELA MASTROPIETRO CON LA MADRE ALESSANDRA VERNI
Ma il ministro della Giustizia ieri è andato anche in ospedale a visitare alcuni dei sei immigrati feriti sabato da Luca Traini: «Sono qui per difendere il tricolore infangato dal gesto di un pazzo fascista - ha detto -. A breve incontrerò a Roma anche i genitori di Pamela. Ma sia chiaro che in questo Paese non c' è spazio per razzisti e fascisti».
In città il clima è teso. CasaPound e Forza Nuova a Macerata avevano deciso di manifestare, infischiandosene dell' appello del sindaco «dem» Romano Carancini ad annullare ogni corteo per azzerare «il rischio di ritrovarsi dentro divisioni o possibili violenze». Anpi, Arci, Cgil e Libera l' avevano raccolto, cancellando l' appuntamento di sabato, ma è dovuta intervenire la prefetta Roberta Preziotti per cancellare il resto: invitando a fermare la fiaccolata di Forza Nuova stasera in piazza Battisti e spiegando che in caso contrario l' avrebbe vietata.
Il leader Roberto Fiore ieri sera ha definito illegale il provvedimento: «Sono candidato alle elezioni allora bisognerebbe annullare per un giorno i comizi di tutte le forze politiche nelle Marche». Negato anche il corteo di sabato dei centri sociali.
Ieri, invece, in piazza Battisti è arrivato il segretario nazionale di CasaPound, Simone Di Stefano («Un saluto romano a tutti», ha esordito), che ha condannato «il folle gesto» di Traini e ha invocato davanti a una cinquantina di militanti marchigiani «la pena di morte per chi ha fatto a pezzi Pamela». Sui migranti, poi, ha aggiunto: «Chi viene preso a spacciare, chi ruba, chi stupra, chi ha il permesso di soggiorno scaduto, dev' essere cacciato dall' Italia».
Oggi Matteo Salvini, che Luca Traini chiamava «il Capitano», sarà nelle Marche per la campagna elettorale: Fabriano, Camerino, Civitanova e Ascoli, ma non Macerata. A proposito di Traini, lo sparatore di Tolentino con la scritta «Outcast» - il reietto - tatuata lungo le dita di una mano, ha pregato in carcere il suo avvocato, Giancarlo Giulianelli, di dire ai «tantissimi che vogliono pagarmi le spese legali, di destinare quei soldi agli italiani più bisognosi».
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