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ANNI DI PIOMBO, MONTAGNE DI CARTA - TUTTI I PROCESSI PER IL RAPIMENTO E L’OMICIDIO DI ALDO MORO, CONSERVATI PRESSO LA CORTE D’ASSISE DI ROMA, SONO STATI DIGITALIZZATI: DOPO UN LAVORO DURATO 8 ANNI, PORTATO AVANTI DAI DETENUTI DEL CARCERE DI REBIBBIA, LA VERITÀ GIUDIZIARIA SUL PIÙ GRAVE DELITTO POLITICO DEL DOPOGUERRA, SARÀ PRESTO ONLINE NEGLI ARCHIVI DEL MINISTERO DELLA CULTURA - SOLO LE PAGINE DELLE VARIE SENTENZE SONO 5.657…
Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per “la Repubblica”
È un Everest di carte sugli anni di piombo. Interrogatori. Perizie. Foto. Identikit. Memorie difensive. Volantini. Comunicati. Milioni di atti. Tutti i processi per il rapimento e l’omicidio di Aldo Moro conservati presso la Corte d’assise di Roma sono stati riordinati e digitalizzati dai detenuti del carcere di Rebibbia affiancati da archivisti: un lavoro durato otto anni.
Ora questa montagna, che contiene la verità giudiziaria sul più grave delitto politico del Dopoguerra (su quella storica si litigherà in eterno), sarà presto online sulla Rete degli archivi per non dimenticare del ministero della Cultura (https://memoria.cultura. gov.it/). Le sentenze di primo grado e di appello sono già pubblicate e consultabili. Sugli atti processuali è in corso l’ultimo vaglio relativo ai dati sensibili e alla privacy.
«Entro l’anno anche questo passaggio sarà ultimato e a quel punto l’intero giacimento sarà a disposizione di chiunque», annuncia Antonio Tarasco, direttore generale degli Archivi […] Grazie a questa sinergia erano già state digitalizzate e pubblicate le lettere di Aldo Moro dal “carcere del popolo” e recuperata la copia originale del Memoriale, ovvero il contenuto degli interrogatori a cui i terroristi sottoposero l’ostaggio durante i 55 giorni, e che non resero mai pubblico, per misteriose ragioni.
Come sanno bene i tanti giornalisti, storici, semplici cittadini che da anni s’interrogano sui lati in ombra della vicenda Moro, molte di queste carte erano già accessibili online grazie al lavoro dell’Archivio Flamigni, diretto da Ilaria Moroni. Ma erano documenti acquisiti o prodotti dalle Commissioni parlamentari d’inchiesta (ce ne sono state due, più una sul terrorismo in generale) e non i materiali originali dei processi. «La novità – spiega Tarasco – è che stavolta la fonte sono i fascicoli processuali per intero di tutti i dibattimenti ».
Solo le pagine delle varie sentenze sono 5.657. Un iter accidentato.
Ricapitoliamo. Aldo Moro, il presidente della Dc, venne rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo 1978 in via Fani, a Roma. Lo uccisero, dopo 55 giorni di prigionia, il 9 maggio 1978.
Il primo processo si aprì il 14 aprile 1982, grazie a un’istruttoria condotta dai giudici Ernesto Cudillo, Achille Gallucci, Rosario Priore, Ferdinando Imposimato. Presidente della Corte d’assise era Severino Santiapichi. Era l’Italia del Mundial spagnolo, e in questo clima, già molto diverso dalle cupezze degli anni Settanta, alcuni terroristi pentiti, tra cui Roberto Peci, Antonio Savasta, Emilia Libera, iniziarono a collaborare.
aldo moro con la figlia agnese in spiaggia a terracina
La Corte comminò alla fine 32 ergastoli, tra cui quello a Mario Moretti, il capo delle Br, l’uomo che aveva gestito il sequestro, e che era stato arrestato a Milano il 4 aprile 1981. L’ultima parola, da parte della Cassazione, venne pronunciata il 14 novembre 1985. Sorse in quel periodo una seconda inchiesta Moro che in corso d’opera venne unificata al primo processo: il Moro bis. Ma non era finita. Perché nel frattempo erano emerse altre risultanze, contro Giovanni Senzani, il criminologo fiorentino che aveva partecipato al sequestro e all’uccisione del fratello di Peci, Roberto, e due membri del commando di via Fani, Alessio Casimirri e Rita Algranati, che erano riparati in Nicaragua. Questa indagine, condotta da Rosario Priore, sfociò nel Moro ter, che si concluse in terzo grado il 10 maggio 1993.
Poi ci fu un quarto processo, contro un altro brigatista latitante in Svizzera, di cui si è parlato spesso in questi anni: Alvaro Lojacono. Altri verbali, testimonianze, perizie, accertamenti finirono così nel Moro quater. Iniziato nel 1991 il dibattimento venne dichiarato chiuso con sentenza definitiva il 14 maggio 1997. Nel frattempo emersero altri due brigatisti sfuggiti alle maglie della giustizia: Raimondo Etro, che nel ’78 aveva fatto sopralluoghi preparatori al rapimento, e Germano Maccari, «l’ingegner Altobelli», ribattezzato dai giornali «il quarto uomo » del covo di via Montalcini dove Moro era stato tenuto prigioniero. Il Moro quinquies si chiuse nel 1999.
Erano passati ventun anni dal sequestro.
[…]
aldo moro
la renault 4 rossa con il corpo di aldo moro in via caetani
la renault 4 rossa con il corpo di aldo moro in via caetani 1
ALDO MORO IN GIACCA E CRAVATTA AL MARE A TERRACINA
il cadavere di aldo moro in via caetani
aldo moro con giacca e cravatta a maccarese 1971
aldo moro 2
ALDO MORO IN GIACCA E CRAVATTA AL MARE A TERRACINA
aldo moro 1
ALDO MORO VIA FANI
PIERO OTTONE ALDO MORO
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