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ATENEO IN TRANS - L’UNIVERSITÀ DI GENOVA CREA BADGE E LIBRETTI PER GLI STUDENTI TRANSGENDER: “VOGLIAMO SUPERARE OGNI POSSIBILE DISCRIMINAZIONE LEGATA ALL’ORIENTAMENTO SESSUALE” - IL GOVERNATORE GIOVANNI TOTI: “NON MI RISULTA ESSERCI UN SESSO TRANSITORIO. O UNO È UOMO O UNO È DONNA” (VIDEO)

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Dino Frambati per “Avvenire”

 

la vita normale dei transessuali foto di alessandro penso 9la vita normale dei transessuali foto di alessandro penso 9

È bufera dopo l'iniziativa dell'Università, che ha introdotto un badge e un libretto per transgender in cui si può indicare un'identità diversa da quella anagrafica. A promuoverlo è stato il Comitato Pari Opportunità dello stesso ateneo che ha avvertito via mail gli iscritti, motivando l'iniziativa come un atto contro la discriminazione di ogni tipo di orientamento sessuale. Indignati Matteo Rosso e Stefano Balleari, rispettivamente consigliere della Regione Liguria e del Comune di Genova di Fratelli d'Italia: «È un'iniziativa surreale», hanno dichiarato entrambi, e «ai confini della realtà».

 

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Sull' iniziativa è intervenuto anche il governatore Giovanni Toti: «Non credo sia il primo problema della gente che vive in Liguria, non mi risulta esserci un sesso transitorio. O uno è uomo o uno è donna». Il rettore, Paolo Comanducci, ha replicato definendo l'iniziativa «una questione di civiltà». L'Arcigay ha difeso il progetto. «Questa polemica - ha detto Claudio Tosi, presidente Arcigay Genova - ci ricorda quanto sia utile il nostro lavoro quotidiano in aiuto a tante persone che affrontano il percorso di transizione».

 

Ciò che lascia senza parole, però, è la motivazione con cui il Comitato pari opportunità dell' Università spiega questa decisione ai propri iscritti. «Care studentesse, cari studenti, siamo orgogliosi di comunicarvi l' attivazione del doppio libretto universitario - si legge infatti nella lettera -. Gli iscritti transgender potranno richiedere un nuovo badge o libretto elettronico riportante il nome corrispondente all'identità di genere a cui sentono di appartenere».

 

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L'iniziativa non vuole «solo offrire un servizio a chi deciderà di volerne usufruire - dice ancora la lettera - ma anche promuovere una cultura veramente rispettosa delle differenze a partire dal superamento di ogni possibile discriminazione legata all' orientamento sessuale e/o all' identità di genere o, in particolare, alla transfobia».