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Claudia Bortolato per “la Repubblica”
SI dice body art, si pensa tattoo: disegni tribali, ideogrammi giapponesi, teschi (che sono stati il filo conduttore del recente Tatuami di Milano, evento cult per tutti gli appassionati) o “amori per sempre” istoriati sul corpo per far affiorare desideri, sogni, deliri. Da simbolo di appartenenza, i tatuaggi si sono trasformati in un vezzo amato, ed esibito, sia da persone non note sia dalle star dello showbiz (Angelina Jolie, Megan Fox, Rihanna, Lady Gaga, Cara Delevingne, Eva Rachel Wood; David Beckham, Johnny Depp, David Gahan dei Depeche Mode e Adam Levine dei Maroon 5, tanto per citarne alcuni).
Ma per mantenerli sempre vividi, brillanti, vanno trattati con (molta) cura. E protetti dal sole, perché, è noto, il rapporto tra gli UV e i tatuaggi è decisamente conflittuale. «I raggi ultravioletti tendono a sbiadire velocemente i colori, facendo perdere loro definizione e brillantezza, e a far virare le tonalità, soprattutto il nero, il blu e il rosso: per questo, durante l’esposizione, sui disegni applicare sempre, anche a tintarella raggiunta, una protezione alta (ideale è un Spf 50+), meglio se in crema o in stick, perché sono formulazioni più spesse e dunque ancor più protettive rispetto ad altre texture.
Tra filtri chimici e fisici, poi, meglio questi ultimi, perché hanno una maggior stabilità e capacità schermante anche dagli infrarossi. Il solare va naturalmente applicato più volte durante il giorno e sempre dopo ogni bagno, anche se è waterproof», suggerisce Carlo Di Stanislao, dermatologo, allergologo, immunologo, Università dell’Aquila.
Sui tatuaggi esposti, le stesse precauzioni adottate al mare dovrebbero essere messe in atto anche in città, dove i raggi ultravioletti, in particolare gli UVA, sono altrettanto nocivi non solo per la pelle, ma anche per gli eventuali tatuaggi. Red alert soprattutto per le lampade abbronzanti: hanno un effetto deleterio non solo sull’epidermide (leggi alla voce: aging), ma pure sui tattoo (le lampade ad alta pressione emettono radiazioni UVA anche sette o otto volte superiori a quelle che si possono assorbire in una giornata di sole alle nostre latitudini).
«A fine giornata, sia al mare sia in città, è importate usare un olio doccia, così da ricreare il film idrolipidico e lenire la pelle, e subito dopo stendere il doposole in dosi generose. In ambiente urbano, ideali, anche per proteggere la pelle tatuata (e mantenere vivace il disegno), le creme corpo a base d’acqua, di glicerina o di oli naturali, più affini alla pelle, come quelli d’oliva, di mandorle dolci o di jojoba», ricorda Di Stanislao.
tatuaggio alieni sottopellebuddha tattoo 2buddha tattoo 3tatuaggio bussola
Niente sole, mare, piscina, sport acquatici e saune, invece, per almeno 15 giorni (o, in tutti i casi, fino a “guarigione” della pelle avvenuta) per i tatuaggi di “recente fattura”. Breve nota attinente al tema: i tattoo eseguiti su gomiti, nocche delle mani, ginocchia e piedi tendono ad alterarsi più velocemente per effetto dei micro-traumatismi ripetuti e di una maggiore secchezza della pelle. In queste zone, intensificare le routine di idratazione-protezione- cura della pelle per assicurare “lunga vita” al disegno.
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