“CHIARA, TI RICORDI QUANDO HAI AMMESSO A FEDEZ CHE TI SEI SCOPATA ACHILLE LAURO?” - IL “PUPARO” DEL…
Silvia Fumarola per “la Repubblica”
L’amore per la Rai dura da mezzo secolo. «Non l’ho mai tradita» dice Renzo Arbore «Sono rimasto fedele a questa azienda per 50 anni. Sono tanti, e ho già cominciato a festeggiarli».
Appunto, non si può sottrarre a una riflessione sui nuovi vertici.
«Del nuovo direttore generale Campo Dall’Orto so poche cose, un mio amico goliarda mi dice che, a occhio e croce, con quel cognome dovrebbe essere vegetariano… Però non so il menù che hanno onorato con il presidente Maggioni».
Arbore, sia serio: che si aspetta?
MAURIZIO FERRINI E RENZO ARBORE
«Più divertimento. In questo periodo, quando si parla della Rai, si tira sempre in ballo la Bbc: è mitizzata. Quasi quasi metto in scaletta No, non è la Bbc e se a uno dei miei concerti viene uno dei componenti del nuovo Cda gliela dedico. Anche La vita è tutta un quiz per il nuovo consiglio va bene visto che anche loro, per ora, sono quiz. Adesso sono in giro con l’Orchestra Italiana, domani sarò a Porto Recanati, lunedì a Ascoli Piceno. Vado avanti fino a settembre, e ne riparliamo».
No, parliamone ora.
«Allora diciamolo una volta per tutte che la Bbc è una televisione noiosissima, indicarla come un esempio da seguire mi sembra un luogo comune ripetuto da gente che la segue poco. Non sa di cosa parla».
Da nemico della noia cosa consiglia?
«Spero che con tutto questo chiacchierare intorno alle nomine non venga trascurato un aspetto importante: che la televisione deve essere anche evasione, intrattenimento e sorriso. Per me, che ancora oggi sono un protagonista del divertimento, è fondamentale».
Baudo propone di creare una task force, un “circolo dei castori” con persone esperte dal varietà all’informazione.
«L’idea di Baudo non è peregrina spero che venga interpellato».
Perché, lei si tira fuori?
«Sono a disposizione. Se qualcuno mi vuole contattare non prende la scossa. Causa terza età il sottoscritto vede molta televisione, ed è ridiventato un esperto. Ho solo una fastidiosa labirintite che questa composizione del Cda non aiuta molto a guarire».
Ha già qualche idea?
«In Rai si sorride poco. Questo vale sia per quelli che fanno la tv, sia per quelli che la ve- dono. C’è un po’ di finta allegria ma sorrisi veri pochi. Ecco, una parola da recuperare è “sorriso”. Un’altra parola scomparsa, che mi auguro venga riciclata, anzi modernamente “resettata” - visto che il neo direttore è giovane e spero moderno usiamo questo verbo– è “gusto”. Se poi le due parole si accoppiano è ancora meglio. Anche sorridere di gusto ha un senso ».
Nel gusto mette la qualità?
«Con la parola gusto rinforzata da “buon”, si potrebbe fare una televisione alternativa al web e che possa fare addirittura concorrenza. Ma la tv col web è una partita tutta da giocare, va affrontata attraverso un’alleanza. Io mi sto esercitando col renzoarborechannel».
Quando è entrato in Rai?
«Nel 1965, concorso per maestro programmatore: a ottobre sono 50 anni di fedeltà assoluta all’azienda. Non l’ho mai tradita perché credo nel servizio pubblico, sono figlio della radio, spesso sottovalutata, e della televisione. Quello che so fare l’ho imparato in Rai».
È ottimista sul futuro della tv pubblica?
«Sono tendenzialmente ottimista. Con una certa fatica».
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