DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Jake Wallis Simons per ‘Daily Mail’
Omicidi, furti e rapimenti sono all'ordine del giorno a Caracas, la città con il più alto tasso di criminalità al mondo. Il boss di una delle bande più temute della città, di appena 23 anni, ha concesso al ‘Daily Mail’ un’intervista a mano armata con tanto di servizio fotografico in una baraccopoli a ovest della città.
Seduto nell’ombra, con il volto coperto da una maschera, il boss afferma: ‘’Non ho rimorsi, perchè le persone che rapisco sono molto ricche”.
“Di solito otteniamo una soffiata da qualcuno che ha un conto in sospeso con quella famiglia. Ci viene detto se hanno molti soldi e quali sono i loro movimenti”.
‘‘Sappiamo che in molti hanno guardie del corpo private, che quando non si sentono pagate a sufficienza ci danno le informazioni necessarie per rapire la figlia del loro ricco datore di lavoro”.
Il boss, descritto da alcuni come 'il re della città', ha spie e informatori in tutti i campi e ceti sociali, tra cui la polizia: “C'è molta concorrenza nel settore dei rapimenti. Anche un sacco di poliziotti lo fanno. Ci sono due tipi di poliziotti. Quelli furbi che sanno che non gli conviene mettersi contro gente come noi. E quelli stupidi che si beccano le granate nelle finestre”.
“I più furbi ci forniscono di armi ad alta velocità, pallottole, giubbotti antiproiettile. Abbiamo persone che lavorano per noia all’interno della polizia municipale, della polizia nazionale e dell'esercito. Il nostro armamento è di gran lunga migliore rispetto alla polizia. Abbiamo quattro edifici sono in questa zona che sono dei depositi per armi ed esplosivi. Mentre la tua auto si avvicinava, molte persone stavano imbracciando il fucile diretto su di voi”.
Il boss racconta i dettagli delle azioni di rapimento che si svolgono al massimo in 24 ore. Le domande di riscatto sono di oltre 15 mila euro (quando lo stipendio medio non supera i 20 euro). E per chi non paga: “Gli scaviamo un buco di due metri gli spariamo in faccia in modo che nessuno potrà identificare facilmente il corpo. Nella lunga lista di persone scomparse di questa città, quasi sempre il responsabile sono io”.
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La polizia ammette apertamente di non riuscire a far fronte a tutta questa criminalità. Il poliziotto El Hatillo, che pattuglia in moto uno dei vicoli più pericolosi della città, racconta che sono in grado ‘di proteggere solo il nove per cento della popolazione'.
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