
DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI…
Da “IlMessaggero.it”
«I magistrati non hanno capito che gli piscio in testa se voglio». A parlare è Massimo Carminati. Il "cecato" come è stato soprannominato negli ambienti della malavita romana è stato intercettato nella sua cella del carcere di Parma, dove l'ex della Banda della Magliana è detenuto in seguito all'inchiesta di Mafia Capitale.
La conversazione, captata dalle cimici piazzate dai carabinieri, e riportata dall'Espresso, è depositata agli atti del processo che vede imputato l'ex Nar, presunto capo della cupola individuata dalla procura di Roma, per associazione a delinquere di stampo mafioso.
«Quando avevo 16 anni - dice precisamente - andavo in giro armato di pistola, quando poi i miei amici sono morti tutti ammazzati, io mi sono specializzato in quello che loro (i pm della procura di Roma ndr) dicono e mi accusano, ma non hanno capito che gli piscio in testa se voglio».
Durante i suoi colloqui con un boss, "Il cecato" si dice certo di farla franca e che il processo si chiuderà con un nulla di fatto. Intanto le udienze vanno avanti e la sentenza del maxi processo potrebbe arrivare intorno alla fine dell'anno.
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