E LO CHIAMANO “BELPAESE” - SONO IN AUMENTO I SUICIDI TRA I MINORENNI ITALIANI: È LA SECONDA CAUSA DI MORTE, DOPO GLI INCIDENTI STRADALI, NEI GIOVANI TRA I 15 E I 29 ANNI - SI PARLA DI 1000-1500 TENTATIVI L'ANNO, MA IL DATO È SOTTOSTIMATO VISTO CHE MOLTI CASI VENGONO OCCULTATI DALLE FAMIGLIE

Giacomo Nicola per “il Messaggero”

 

I casi di minorenni che si tolgono la vita sono in aumento: è la seconda causa di morte, dopo gli incidenti stradali, nei giovani tra i 15 e i 29 anni. Si parla di 1000-1500 tentativi l'anno, ma il dato è probabilmente sottostimato in quanto molti casi vengono occultati dalle famiglie. Un dramma che negli ultimi tempi sta affliggendo in particolare il Nord Italia.

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I motivi sono i più disparati: dal rendimento scolastico ai genitori che si separano fino al bullismo. L'ultimo episodio risale alla notte tra domenica e lunedì. Daniel aveva appena 12 anni. Ha trasformato la fibbia di uno zaino in un laccio e se l'è legata al collo. Poi si è lasciato andare dal letto a castello della sua cameretta. La porta era chiusa a chiave. I genitori, preoccupati perché non rispondeva, l'hanno sfondata.

 

DISPERAZIONE

Ma era già troppo tardi. Il bambino era in fin di vita: è morto poco dopo il suo arrivo in ospedale. Ha affidato la sua disperazione in un'ultima frase in un diario: «Voglio sparire». Sembra che fosse in crisi perché temeva che i genitori si separassero, ma nel suo palazzo, un condominio nel quartiere Vallette di Torino, in passato c'erano stati diversi casi di bullismo. Indaga la polizia e sarà l'inchiesta aperta dalla procura a fare chiarezza. Oggi è stata disposta l'autopsia che sarà eseguita dal medico legale Roberto Testi.

 

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È il terzo suicidio, solo a Torino, che ha come protagonista un adolescente. Un bilancio che si fa sempre più drammatico. Praticamente nelle stesse ore un ragazzo di 17 anni si è ucciso con una corda legata a una sbarra di ferro, in una palazzina abbandonata a Settimo Torinese.

 

A fare la triste scoperta, è stato il padre del ragazzo, preoccupato non vederlo rincasare per pranzo. Sapeva di trovarlo lì perché era un luogo dove il figlio si recava spesso per esercitarsi nel parkour, la disciplina metropolitana nata in Francia che consiste nell'eseguire percorsi urbani superando qualsiasi genere di ostacolo. Ma era ormai troppo tardi. I soccorsi sono stati inutili. I carabinieri sono ora alla ricerca di testimonianze che possano aiutare a capire i motivi di questo gesto. Forse, una depressione o una delusione sentimentale.

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STATISTICHE

«I numeri sono allarmanti. Si stima che in Italia sui 4mila decessi legati al suicidio, il 12 per cento riguarda giovani e giovanissimi. Raramente il suicidio è la risposta ad un episodio estemporaneo, ma piuttosto un percorso, il risultato finale di uno stato di malessere importante.

 

Quanto duri questo percorso è difficile stabilirlo, ma si parla di mesi non di giorni», spiega Stefano Vicari, responsabile di neuropsichiatria infantile dell'ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma. «La depressione - aggiunge - è tra le cause principali che possono portare al suicidio, va rilevato che inizia proprio nell'età evolutiva. Si stima infatti che soffra di depressione l'8% degli adolescenti. Ma possono esservi altri fenomeni, legati a reazioni impulsive rispetto a un diniego o a situazioni conflittuali».

 

CAUSE

Lo scorso 4 aprile Beatrice, 15 anni, ha scelto di lasciare questa vita andando incontro a un treno diretto a Milano che non le ha lasciato scampo. I suoi compagni di classe sono rimasti sotto choc. Erano anche loro sulla banchina, alla stazione Porta Susa di Torino. Beatrice ha lasciato a casa una lettera in cui parla del suo disagio.

 

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Era bella, radiosa, come sono le ragazzine a 15 anni: era però convinta di non piacere a nessuno per il suo aspetto fisico. In passato era stata in una clinica specializzata in disturbi alimentari. Aveva cercato altre volte di farsi del male, ma l'avevano fermata in tempo e sembrava stare bene. Suonava l'oboe e il pianoforte. Frequentava la seconda classe del Liceo musicale di Vercelli.

 

Il suo sogno era diventare una cantante lirica. «Anche se aveva una passione per l'opera, amava tutta la musica in realtà» dicono i compagni. La mamma Patrizia l'aveva appena accompagnata in stazione e poi era andata a lavorare. È stata la polizia ferroviaria a rintracciarla e ad avvisarla con l'aiuto di una psicologa. A marzo un altro caso di suicidio di minorenni ha avuto come sfondo Bologna. A togliersi la vita è stato un sedicenne vittima dei bulli: i compagni di scuola lo prendevano in giro perché in sovrappeso. E lui si è lanciato dal settimo piano.

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SEGNALI

Secondo gli psicologi infantili, non bisogna sottovalutare alcuni segnali che, involontariamente, i ragazzi più vulnerabili e più fragili lasciano ad avvertimento dell'oscuro pensiero: frasi scritte nei diari, messaggi o lettere lasciate aperte, messaggi volto a segnalare una situazione di malessere che non va inascoltata. A volte bastano piccole mortificazioni sulla scuola, tra gli amici o nell'ambito sportivo a rappresentare insormontabili difficoltà che i genitori non devono drammatizzare ma neppure banalizzare, valorizzando questo momento di presa d'atto di un problema dal quale partire per stabilire un dialogo fatto di ascolto e di interscambio figli/genitori.