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COME SI COMBATTONO GLI HACKER? CON ALTRI HACKER! - FRA I NUOVI 210 ISPETTORI CIBERNETICI DELLA POLIZIA POSTALE CONTRO I REATI INFORMATICI, LA SICUREZZA NAZIONALE E I RAGGIRI ONLINE, CI SONO ANCHE PIRATI INFORMATICI CHE HANNO DECISO DI LAVORARE PER LO STATO - LE PAROLE DEL DIRETTORE DELLA POLIZIA POSTALE IVANO GABRIELLI: “LA TRUFFA INFORMATICA È UNA MINACCIA VASTA ACCOMPAGNATA DALLA CAPACITÀ DI RICICLAGGIO DELLE ORGANIZZAZIONI CRIMINALI ATTRAVERSO LE…"

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Rinaldo Frignani per il “Corriere della Sera” - Estratti

 

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Oltre 200 ispettori cibernetici pronti a entrare in servizio nella polizia postale per fronteggiare il cybercrime che, sempre più spesso, cerca di sfondare anche nel perimetro della sicurezza nazionale.

 

Fra loro non solo studenti universitari e informatici, ma hacker che hanno deciso di fare il salto dall’altra parte.

 

«Quelli che avevamo scelto all’inizio erano 177, ma poi siamo arrivati a 210. Hanno superato le selezioni e sono pronti a prendere servizio nei nostri 18 centri operativi e 82 sezioni provinciali: una ramificazione unica sul territorio che è bene non toccare», spiega Ivano Gabrielli, direttore del servizio di polizia postale e comunicazioni.

 

hacker

Una novità importante, quasi una rivoluzione, nel giorno del 173° anniversario della fondazione della polizia di Stato, con la cerimonia oggi a piazza del Popolo a Roma e la medaglia d’oro al Merito civile alla bandiera per i poliziotti che dal 1943 al 1945 «si opposero al regime di occupazione e alla legislazione razziale». Ottant’anni dopo proprio in Europa lo scenario è tornato preoccupante e gli attacchi informatici, come le minacce ibride, sono un concreto pericolo anche per l’Italia.

 

«Dai nostri dati — sottolinea Gabrielli — possiamo dire che sono costanti quelli dei reati cibernetici contro le persone (in particolare i giovani: challenge, istigazione al suicidio, adescamenti online, pedopornografia) e dei cyber-attack (alle istituzioni e alle infrastrutture critiche, alle piccole e medie imprese), mentre sono in netto aumento le truffe online di ultima generazione». Quelle seriali, che partono dalle scam city in Africa occidentale e nell’Estremo Oriente, vere e proprie centrali operative da dove scattano massicci attacchi di phishing , falsi trading , fino alle truffe romantiche e ai bonifici fatti a sconosciuti.

 

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«Un fenomeno criminale collegato al traffico di droga, armi ed esseri umani dove vengono investiti i guadagni dei raggiri», dice ancora Gabrielli, che sottolinea come le violazioni di banche dati e anche siti della pubblica amministrazione vengano spesso portate a termine «da hacker nigeriani e ivoriani in Africa, ma anche sul nostro territorio, in Campania e in Calabria, in ambienti contigui a quelli della malavita organizzata. Gli stessi boss possono contare sul know how di queste persone che sono perfino garanti delle loro comunicazioni con i sistemi criptati».

 

ivano gabrielli 2

Ormai la truffa informatica non è solo un raggiro — che comunque può mettere in crisi intere famiglie, soprattutto le persone anziane, anche da un punto di vista psicologico — ma è una minaccia più vasta. «Accompagnata dalla capacità di riciclaggio delle organizzazioni criminali attraverso le criptovalute — che restano un bene rifugio nonostante il terremoto finanziario in atto —, i prestanome, i trasferimenti immediati di grosse somme di denaro da una parte all’altra del mondo: non è sempre facile individuare chi possiede i wallet», avverte il direttore della Postale.

 

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