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Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
WILLIAM MERIDETH IL CONTADINO CHE HA ABBATTUTO UN DRONE A FUCILATE
Cosa fareste se un pomeriggio, mentre state cucinando la bistecca sopra una griglia nel vostro giardino, un drone si affacciasse dall' alto per osservarvi? William Merideth, un contadino del Kentucky, non ci ha pensato sopra un secondo: è andato dentro casa, ha imbracciato il suo fucile Benelli M1 Super 90, e ha abbattuto l' intruso sparandogli contro tre raffiche di pallini per gli uccelli.
Dietro a questa storia esilarante, pubblicata dal «Washington Post», si nasconde in realtà un serissimo dibattito legale, che dimostra la complessità dei tempi in cui viviamo. Infatti il proprietario del drone, John Boggs, ha fatto causa a Merideth, chiedendo di rimborsargli il danno da 1500 dollari provocati al suo apparecchio. Il giudice però, per poter rispondere in maniera adeguata alla causa, dovrà stabilire anche a chi appartiene il cielo.
A chi appartiene il cielo? Secondo la cronaca del Post, al momento dell' incidente Merideth stava cucinando per la sua famiglia, e non ha gradito l' intrusione di questo oggetto che volava all' altezza degli alberi. Nel rispetto della tradizione americana, secondo cui chi possiede un terreno ha il diritto di difenderlo, ha sparato. Boggs ha risposto che lui stava solo scattando foto del panorama, col suo drone amatoriale, e aveva il diritto di farlo perché l' aria appartiene al governo federale.
Fino a qualche anno fa il problema non si sarebbe posto, perché nel cielo viaggiavano solo gli aerei, o al massimo gli elicotteri, troppo distanti per infastidire le persone a terra. Ora però ci sono i droni amatoriali come quello di Boggs, quelli militari di esercito e polizia, e quelli commerciali delle aziende che li usano per le consegne a domicilio: dove possono passare? Fino a che altezza il proprietario di un terreno controlla lo spazio sovrastante? Abbattere un drone troppo intrusivo è un diritto di autodifesa, o un reato?
In passato i tribunali americani si erano espressi generalmente a favore dei proprietari terrieri, quando un aeroporto o il volo radente di qualche apparecchio li disturbava. Qui però la questione è diversa, perché i droni che fanno consegne a domicilio stanno diventando la norma, e scendono fino davanti alla porta di casa. La Consumer Technology Association ha calcolato che solo l' anno scorso sono stati venduti 700.000 di questi strumenti, e quindi il problema si sta trasformando in emergenza.
«Aria territoriale» La Federal Aviation Administration sostiene che ha il diritto di regolamentare l' uso di ogni millimetro di aria, dalla punta di un filo d' erba fino al Paradiso, per garantire la sicurezza dei trasporti aerei.
Ma la privacy dove la mettiamo? Non esiste un' altezza, tipo le acque territoriali, sotto la quale il proprietario di un terreno o di una casa ha il diritto di non essere disturbato dai droni? E se le cose stanno così, quelli impiegati per le consegne a domicilio che giri dovranno fare, per evitare le proprietà dei non clienti?
Il Congresso ha chiesto nel 2012 alla Faa di regolare la materia, e il testo dovrebbe arrivare a giugno. Nel frattempo, in attesa che i giudici del Kentucky si pronuncino, William Merideth tiene in braccio il suo fucile.
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