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1 - FURTI DI BENZINA ALL’AMA: «NOI, PESTATI E SFREGIATI PER AVER DENUNCIATO TUTTO»
Estratto dell'articolo di Valeria Di Corrado per “il Messaggero”
FURTO DI BENZINA DI UN DIPENDENTE AMA
«Sembrava una spedizione punitiva», si legge nella denuncia che ha fatto scattare le indagini della Procura capitolina. Nel mondo alla rovescia di Ama, l'azienda municipalizzata all'Ambiente di Roma, succede che 2.064 dipendenti (quasi uno su tre) possano sottrarre indisturbati circa 300mila litri di carburante dai mezzi usati per raccogliere i rifiuti e spazzare le strade, mentre tre colleghi che onestamente hanno segnalato i furti vengano brutalmente aggrediti a calci e pugni sul posto di lavoro da un energumeno sudamericano.
[…]
Il picchiatore li aspettava letteralmente al varco: nell'androne della sede Ama di via Sapri, a pochi passi da Porta Pia. Sono le 4.40 circa del mattino del 28 gennaio scorso. Entra Nicola C. e viene subito sorpreso alle spalle dall'uomo che prima gli dice in spagnolo «tranquilo» (ossia «stai calmo»), poi inizia a colpirlo con calci e pugni. Gli mette un braccio attorno al collo, quasi a volerlo strozzare.
Per le contusioni riportate, la frattura di un dito della mano destra e il leggero trauma cranico, il dipendente della municipalizzata dei rifiuti avrà una prognosi di 15 giorni. Sentendo le sue urla risuonare nei corridoi, Stefano C. scende di corsa dal suo ufficio al primo piano per aiutare il collega, ma il sudamericano gli si avventa contro quando ancora sta sulle scale.
NETTURBINI AMA RUBANO CARBURANTE
Il tecnico Ama avrà la peggio: per ricomporre una frattura scomposta al polso sinistro è stato operato e giudicato guaribile dai medici in 60 giorni. La terza vittima è Davide B.: arriva in quegli stessi frangenti al lavoro e, non appena varca la soglia dell'androne, viene aggredito dall'energumeno con pugni al volto e calci che gli causano la distorsione di una caviglia. A un certo punto, non contento, l'uomo tira fuori una lattina dalla tasca, la strappa con i denti e usa la lama per colpirlo, procurandogli una ferita lacero-contusa al viso.
Alla fine di questo pestaggio, il sudamericano scappa indisturbato. Le tre vittime notano che, nonostante piovesse e non si trovasse parcheggio nei paraggi di via Sapri, lui è completamente asciutto. E non perché avesse con sé l'ombrello. Il loro sospetto è che ci sia stato un complice ad averlo accompagnato e ad attenderlo fuori. Così come qualcuno che lo abbia aiutato a entrare nella sede Ama, sapendo che è sprovvista di telecamere. Infatti, al momento, non si è riusciti a risalire alla sua identità.
NETTURBINI AMA RUBANO CARBURANTE
Di certo la comune sensazione dei dipendenti feriti è che si trattasse di un picchiatore, assoldato "ad hoc" da chi sapeva dove lavoravano e quali erano i loro orari. La ragione del raid? Gli unici potenziali "nemici" che potevano meditare vendetta, secondo i tre «tecnici operativi territoriali», sono i colleghi che loro stessi hanno segnalato all'azienda come presunti responsabili di furti di carburante dai mezzi Ama. […]
2 - NEL MIRINO UN DIPENDENTE SU TRE «CON IL GASOLIO CI PAGO I DEBITI»
Estratto dell'articolo di Val. DiC. per “Il Messaggero”
Il «così fan tutti» sembra essere il filo conduttore che ha animato per anni ruberie e assenze ingiustificate nell'Azienda municipalizzata capitolina dei rifiuti. Solo per i furti di carburante, per il momento, 18 persone sono a rischio processo e altre 7 hanno già patteggiato pene da 2 anni e 3 mesi di reclusione a un anno e 11 mesi. Ma questa non è che la punta dell'iceberg.
Dalle carte dell'inchiesta della Finanza, coordinata dal sostituto procuratore di Roma Carlo Villani, è emerso che dal 2017 al 2020 sono stati 2.064 i dipendenti a sottrarre benzina e gasolio dai mezzi Ama. Quasi uno su tre, considerato che il personale della municipalizzata conta complessivamente circa 7.000 unità.
Uno dei più spregiudicati è Simone D. che, addirittura, parlando al telefono con la compagna, ammette: «Con i lavori del gasolio pago i prestiti e il mantenimento di mia figlia». Anche se questo tribolare comporta fatica: «Sta diventando come quando pagavo tanto di mutuo ed ero obbligato a fare il doppio lavoro».
Nelle intercettazioni la chiamano «la bevuta»: una tecnica che consiste nello svuotare i serbatoi dei mezzi di servizio con il risucchio, per poi vendere sottobanco il gasolio sottratto. Considerando invece solo i furti avvenuti utilizzando in modo improprio la carta prepagata aziendale, facendo risultare rifornimenti fantasma effettuati su furgoncini che erano fermi in officina, i litri di carburante sottratti sono in totale 293.858.
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I netturbini sono arrivati a danneggiare i furgoncini per sviare eventuali indagini. Programmavano «i guasti» - si legge negli atti - per assicurarsi «la bevuta». Uno degli indagati dice «che manometterà l'impianto frenante del mezzo per renderlo inefficiente e per evitare di perdere il carico». E aggiunge: «Stiamo tagliando i fili dei freni... in modo che dico che sono rientrato e si è accesa la spia».
[…]
Oltre all'inchiesta aperta per danno erariale, Ama ne ha avviato una interna. Porebbero arrivare presto lettere di licenziamento, dopo le 33 inviate, da novembre ad aprile, per assenze ingiustificate di altrettanti dipendenti.
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