VIDEO-FLASH! - L’ARRIVO DI CECILIA SALA NELLA SUA CASA A ROMA. IN AUTO INSIEME AL COMPAGNO, DANIELE…
Luca Monaco per “la Repubblica - Edizione Roma”
Le definiscono « madri coraggio » , ma la scelta di denunciare un figlio è indotta dalla disperazione. «Non c' è nulla di coraggioso dietro una decisione così drastica» , rilevano gli esperti. È stato così anche per la 60enne della Garbatella che fa ha scelto di sporgere denuncia alla polizia mandando in carcere il figlio 36enne. L' uomo è stato arrestato dagli agenti del commissariato Colombo con l' accusa di maltrattamenti in famiglia, lesioni aggravate e tentata estorsione nei confronti della madre.
È una storia dolorosa. Che affonda le radici nel passato, ma che è venuta alla luce nel tardo pomeriggio di un giorno di fine ottobre, quando il 36enne in preda all' effetto della cocaina e dell' alcol viene fermato dai poliziotti agli ordini di Isea Ambroselli in viale Europa: l' uomo è fuori di sé, infastidisce i passanti.
I poliziotti lo intercettano e chiamano il 118: i medici gli applicano un trattamento sanitario obbligatorio. Mentre il figlio è trattenuto, la madre decide di presentarsi in commissariato: « Non ce la faccio più - si sfoga con gli agenti - mio figlio si droga, spaccia nel cortile condominiale e fa entrare i clienti in casa. Mi picchia » .
La 60enne racconta l' ennesima lite sfociata in un' aggressione fisica, solo 5 giorni prima: «Mi ha presa a schiaffi - ricostruisce - perché non trovava da mangiare».
I due vivono soli in un appartamento in uno dei lotti popolari del quartiere. Il racconto della madre è circostanziato: i poliziotti perquisiscono la casa e trovano 15 grammi di cocaina. Il giorno dopo la donna, decisa ad andare fino in fondo, ha un nuovo appuntamento in commissariato. Non si presenta. I poliziotti si insospettiscono, vanno a cercarla a casa e la trovano in preda all' ansia.
Il figlio l' avrebbe picchiata di nuovo. Quando ha visto che la cocaina era sparita e ha saputo che la madre aveva denunciato tutto alla polizia, l' avrebbe presa a schiaffi. Minacciandola di morte, chiedendo indietro, come risarcimento per la «coca» sparita, 400 euro. Poi si è allontanato. I vicini hanno testimoniato alla polizia il rapporto burrascoso tra i due, le continue liti.
Poche ore più tardi gli agenti intercettano il 36enne ed eseguono il provvedimento di custodia cautelare in carcere. «Si tende ad attribuire tutto questo alle sostanze - ragiona Claudio Cippitelli, sociologo della cooperativa Parsec - ma da quello che emerge sembra che tutta la vita di questa coppia abbia profili patologici: avrebbero bisogno di partecipare a un gruppo di sostegno familiare. Per molte persone fragili questo periodo di grande incertezza acuisce i problemi all' interno di relazioni già segnate. Dietro la scelta di una madre di denunciare il figlio non c' è nessun coraggio, ma una grande disperazione ».
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