
DAGOREPORT - CICLONE WANG SUL FESTIVAL DI RAVELLO! - PERCHÉ NEGARLO? E' COME VEDERE GIORGIA MELONI…
Andrea Scanzi per il “Fatto Quotidiano”
Se è vero - ed è vero - che siamo nati per soffrire, urge porre rimedio e darsi il più possibile ai bagordi, perseguendo un edonismo il più possibile godereccio. Meglio ancora se a buon mercato. Per dire: le fiere del vino.
Ce ne sono a decine, anzi a centinaia, e quasi tutte hanno il loro perché. Si spende qualcosa all' entrata, a volte poco e a volte il giusto (raramente "troppo"). E poi si beve quello che ci va e quanto ce ne va: mica niente.
Certo, questa possibilità di bere a sbafo fa sì che, con il passare dei minuti, molti visitatori perdano ogni contatto con la realtà e si riducano a tanti Bukowski in diesis minore.
E ci sono anche - immancabili - i tromboni che visitano ogni stand non per godere, ma per far vedere che loro ne sanno: "Qui ci sento il goudron", "Qua la nota ossidata è evidente", "Qui mi pare che la malolattica non sia stata gestita appieno". Una gran rottura di zebedei.
Pazienza: fate finta di niente e divertitevi. Il consiglio è quello di provare le fiere in qualche modo alternative, legate ai cosiddetti "vini veri" o "naturali". Cosa sono?
Sono vini che nascono da vignaioli che, tanto in vigna quanto in cantina, riducono il più possibile l' incidenza di chimica e tecnologia. Quindi pochi interventi, lieviti autoctoni, solfiti al minimo. Eccetera.
È una tendenza nata - o rinata - una decina di anni fa, come risposta ai vini sempre uguali a se stessi e oltremodo "industriali". Il livello si è alzato molto e, anche se pure qui troverete qualche furbetto che vi spaccia vini difettati per "naturali", incontrerete quasi sempre vini personali, di carattere, con grande beva e tanta storia alle spalle. Ed è anche questo che affascina delle fiere del vino: poter apprendere dal vignaiolo com' è fatto quel vino.
Quali aneddoti ci sono dietro, quali difficoltà ha incontrato. Non dimenticate che il vino somiglia a chi lo fa: quindi - per esempio - se trovate un produttore che se la tira, il suo vino sarà puntualmente opulento e indigesto. Se il produttore sarà logorroico, il vino risulterà pure lui faticosissimo da buttare giù. E via così.
Ad aprile, parallelamente al Vinitaly, ci saranno come sempre due manifestazioni rivali: una a Cerea, organizzata da "Vini veri" (8-10 aprile), e un' altra a Villa Favorita, organizzata da Vinnatur (9-11 aprile).
È tipico di questo settore spezzettarsi e litigare tra loro, un po' come fa la sinistra "radicale". Caldamente consigliato è il Live Wine di Milano, dal 5 al 7 marzo, Palazzo del Ghiaccio (via G.B. Piranesi 14). E' alla seconda edizione e c' è il meglio - italiano e non solo italiano - dei vini naturali. Anzi: "artigianali", perché lo strillo della rassegna recita "Salone internazionale del vino artigianale".
Tra Vitovska macerate e Prosecco "col fondo", Metodo Classico azzardati e Moscato d' Asti spiazzanti, verrete travolti da una galleria discretamente smisurata di uve autoctone e vignaioli eretici. Molto, molto divertente.
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