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UN PAESE NON A MISURA D’OMO – ENNESIMA AGGRESSIONE OMOFOBA A CESENATICO: DURANTE LA NOTTE ROSA UN 22ENNE DI FORLÌ È STATO PRESO  A PUGNI PER UN BACIO DATO A UN ALTRO RAGAZZO – IL RACCONTO DELLA VITTIMA: “LA PAROLA ‘FROCIO0 URLATA DA QUALCHE OMOFOBO MENTRE PASSEGGIO CON I MIEI AMICI HA ADDIRITTURA SMESSO DI DARMI FASTIDIO, PERCHÉ TANTO ALLA FINE CI SI ABITUA A TUTTO NO? EPPURE NON PENSAVO DI ARRIVARE AL PUNTO IN CUI PASSEGGIARE PER LA STRADA, FARE UNA SERATA FUORI, POTESSE ADDIRITTURA FARMI PAURA…”

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Luisa Mosello per www.lastampa.it

 

' OMOFOBIA, LA TRANSFOBIA E LA BIFOBIA

Un'aggressione omofoba, l'ennesima, raccontata dal protagonista che denuncia sia la violenza ricevuta sia l'indifferenza in cui si è consumata. È accaduto venerdì scorso in un locale di Cesenatico durante la Notte Rosa quando un 22enne di Forlì è stato preso a pugni per un bacio dato a un altro giovane.

 

Un attacco, ancora una volta frontale, alla libertà e al diritto di essere se stessi. Condannato dalla viceministra Teresa Bellanova che nel pomeriggio di oggi, martedì 3 agosto, ha scritto su Twitter: «Sono notizie come questa a raccontare perché in Italia una legge contro l'omotransfobia non è più rinviabile. Si mettano da parte le bandierine ideologiche. Votiamo questa legge importantissima, con la massima condivisione di tutte le parti politiche».

 

L'appello

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E su Facebook ha aggiunto: «Non possiamo lasciare soli nella paura ragazzi e ragazze minacciati e bullizzati solo perché chiedono la libertà di essere se stessi. La politica deve dare a tutte le cittadine e i cittadini risposte serie e concrete».

 

L'esponente di Italia Viva nel tweet riprende un messaggio precedentemente diffuso da Marco Di Maio, vicepresidente dei deputati Iv: «Nel 2021 è semplicemente inaccettabile finire tramortiti a terra per aver baciato un ragazzo invece che una ragazza. Una legislazione più severa in materia di omofobia è necessaria. Basta bandierine e muro contro muro: l’odio non aspetta la politica». Il riferimento è proprio alla storia di intolleranza raccolta da CesenaToday.

 

Il racconto

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«Sono un ragazzo gay - afferma la vittima -. Ho sempre pensato che non fosse importante dover specificare il mio orientamento sessuale, perché ho sempre faticato a credere che proprio il mio orientamento sessuale potesse diventare motivo di dibattito. Ci tengo a premettere che sono dichiarato dall'età di 14 anni, e in questi 8 anni ho subito discriminazioni continue a causa del mio orientamento sessuale e del mio abbigliamento poco conforme all'idea di mascolinità tipica del nostro paese. Ho imparato a convivere con la consapevolezza che molte persone mi considerassero diverso, abituandomi a chi mi fissa con aria schifata per la strada, abituato a sentirmi minacciato, preso in giro, deriso».

 

«La parola "fro***" urlata da qualche omofobo mentre passeggio con i miei amici - continua il giovane aggredito - ha addirittura smesso di darmi fastidio, perché tanto alla fine ci si abitua a tutto no? Eppure non pensavo di arrivare al punto in cui passeggiare per la strada, fare una serata fuori, potesse addirittura farmi paura».

 

La serata

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La serata in questione trascorre inizialmente in maniera tranquilla. Il protagonista della vicenda si scambia effusioni e qualche bacio «come le tante altre coppie etero che erano presenti». Poi il pugno, al viso e allo stomaco, e subito dopo un altro ancora più violento in piena faccia che fa volare via gli occhiali. Il ragazzo colpito è tramortito e non riesce a capire chi lo abbia picchiato. Intorno a lui nessuno sembra aver visto nulla, nessuno interviene. Avvisata la sicurezza, l'autore del pestaggio non si trova. Ma la vicenda non finisce qui. Con  con ulteriori insulti omofobi da parte di un altro presente disturbato da un po' di ghiaccio fatto cadere inavvertitamente dal 22enne che viene seguito, deriso e minacciato. Il tutto, sempre secondo il racconto, nel totale disinteresse.

 

La telefonata

 

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Alla fine intorno alle 4 del mattino la decisione di chiamare i carabinieri, ai quali non risulta nessuna denuncia. A questo punto nuovi attacchi, persone che gli urlano addosso «fr***», e lui che attende una pattuglia che non arriva. Il militare che risponde alla telefonata gli consiglia di allontanarsi. È l'unica cosa che non  vorrebbe fare perché vorrebbe poter rimanere lì, nel diritto di non scappare. Ma è l'unica cosa che può fare. E che fa. «Dopo 7 minuti ho attaccato il telefono e ho iniziato a muovermi a passo spedito verso la macchina, seguito dalle mie due amiche, in stato di shock totale. Shock per essere stato aggredito fisicamente, shock per aver subito ulteriori attacchi omofobi fuori dal locale e ulteriori minacce, shock per non aver avuto supporto dalle autorità, e shock all'idea che gli agenti non si fossero nemmeno preoccupati di richiamarmi per constatare se fossi riuscito a mettermi al sicuro», conclude il 22enne che ora sostiene di aver paura di uscire di casa.

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