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Dagotraduzione dal Daily Mail
La settimana scorsa aveva denunciato sul suo account Weibo, l’equivalente cinese di Facebook, di essere stata abusata dall’ex vicepremier Zhang Gaoli. Da allora di Peng Shuai, 35 anni, tennista cinese, non si hanno più notizie.
Anche se la Cina è già stata scossa dagli scandali del #Metoo, la denuncia di Peng Shuai è stata la prima a coinvolgere un membro di alto rango del Partito Comunista. Il suo post è stato subito cancellato insieme a tutti i contenuti recenti di Shuai, e, sul social network, la parola tennis (wangqiu) è stata censurata.
Durante una conferenza stampa il 3 novembre, un portavoce del ministero degli Esteri di Pechino ha rifiutato di rispondere, dicendo seccamente: «Non ne ho sentito parlare e non è una questione diplomatica». Zhang è stato vicepremier e ha fatto parte del comitato permanente di sette membri del Politburo del partito al governo.
Nel post di Pengu Shuai, la tennista aveva rivelato che lei e Zhang, che è sposato, hanno avuto una relazione nel 2011, dopo essersi incontrati nella città portuale di Tianjin. Il post descriveva in dettaglio come Peng sia andata a letto con Zhang una volta quell’anno, e una seconda prima che fosse promosso al Bureau e tagliasse ogni legame con lei.
Ma ha poi riallacciato i rapporti nel 2018, dopo il suo ritiro dalla politica, invitando Peng a cena con sua moglie, dopo di che l’avrebbe spinta a fare sesso. Peng ha ricordato di aver “pianto” e rifiutato le avances di Zhang, prima di cedere. La relazione, definita da Peng “sgradevole”, è durata altri tre anni.
Nel post Peng ha ammesso di non aver «nessuna prova» che la relazione abbia mai avuto luogo perché Zhang ha insistito per mantenerla segreta. Non è chiaro il motivo per cui Peng abbia deciso di rivelare la relazione ora, anche se il suo post chiudeva così:; «Hai detto che non hai paura. E come un uovo lanciato contro una roccia, o una falena contro una fiamma, dirò la verità con te».
Il ministero degli Esteri cinese ha negato di essere a conoscenza della questione e Zhang non ha risposto alle richieste di commento.
Lv Pin, un'attivista cinese per i diritti delle donne, ha twittato poco dopo il post di Peng: «Loro [il PCC] sono sempre stati marci e decadenti. Hanno sempre sfruttato le donne, solo che è stato fatto dietro tende nere».
«La sua rivelazione è molto importante, perché permette alle persone di avere un assaggio della vita reale dei più alti leader cinesi, del loro eccessivo abuso di potere, della corruzione e della loro paura dietro una facciata morale avvolta dal potere».
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