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IL FUTURO DELLA CHIESA NON SI DECIDE NELLA SISTINA MA NEI PALAZZI ROMANI DELLA (FU) NOBILTÀ – IL FRONTE CONSERVATORE SI È RIUNITO A CASA DELLA PRINCIPESSA GLORIA VON THURN UND TAXIS, VICINO A PIAZZA DI SPAGNA – LE GRANDI FAMIGLIE ROMANE, CON ALMENO UN PAPA NELL’ALBERO GENEALOGICO, HANNO ORGANIZZATO INCONTRI AL CIRCOLO DELLA CACCIA – IL RITRATTONE DELLA THURN UND TAXIS, EX PUNK CONVERTITA ALLE MESSE TRADIZIONALI IN LATINO, GIÀ BUONA AMICA DEL CARDINAL MULLER E LEGATISSIMA A RATZINGER – DALLE RIUNIONI CARBONARE SU BASE LINGUISTICA, EMERGE UNA SOLA CERTEZZA: IL GRUPPO ITALIANO È DIVISO
GLORIA VON THURN UND TAXIS CON IL CARDINAL MULLER NEL 2019
1. I PORPORATI DALL’EX PRINCIPESSA-PUNK IL «PRECONCLAVE» NEL PALAZZO ROMANO
Estratto dell'articolo di Fabrizio Caccia per il “Corriere della Sera”
Il principe Stefano Pignatelli di Cerchiara, discendente di papa Innocenzo XII («come Francesco anche lui morì durante il Giubileo», ricorda) ha letto l’articolo del Times e non si meraviglia per niente:
«Queste due settimane di preconclave — dice — sono state molto intense qui a Roma, non penso che solo la principessa Gloria von Thurn und Taxis abbia aperto le porte di casa sua ai cardinali. Andate a chiedere al Circolo della Caccia, io penso che i soci — tra loro ci sono molti principi romani con almeno un Papa in famiglia — abbiano organizzato incontri ad altissimo livello con i porporati, anche per tener fede alla tradizione».
In attesa di conferme dal Circolo della Caccia, ecco dunque che il Times , citando due sicuri protagonisti del Conclave che inizia domani, il cardinale statunitense Raymond Burke e il collega tedesco Gerhard Müller, ha scritto che entrambi «sono buoni amici dell’artista, esponente dell’alta società ed ex punk tedesca, la principessa Gloria Thurn und Taxis, il cui palazzo vicino a Piazza di Spagna ha funzionato come ambasciata spirituale e sociale per i prelati più conservatori».
Insomma, del futuro della Chiesa si è parlato anche a tavola da lei.
RATZINGER, ALESSANDRA BORGHESE E GLORIA VON THURN UND TAXIS
In effetti, dice il principe Pignatelli di Cerchiara, la principessa Thurn und Taxis, fervente frequentatrice di messe tradizionali in latino («qualche volta la incontrai tra i banchi, col velo nero, nella chiesa della Santissima Trinità dei Pellegrini, vicino piazza Farnese»), è una buona amica del cardinale Müller («lui era il vescovo di Ratisbona e i Thurn und Taxis a Ratisbona hanno tuttora il castello di famiglia»).
Ma soprattutto lei, 65 anni, rigidissima su temi come il matrimonio e il ruolo della famiglia, era legata a papa Ratzinger e ne frequentava la casa già quando lui era cardinale, in piazza della Città Leonina, [...].
Burke e Müller sono i giganti della corrente conservatrice, più vicini senz’altro a Benedetto XVI che a Bergoglio («ma non al mio antenato, Innocenzo XII — sottolinea il principe di Cerchiara — che invece la pensava come Francesco: i poveri, diceva, sono i miei nipoti»).
Papa Ratzinger conosceva molto bene i Thurn und Taxis, da sempre suoi benefattori.
il palazzo di gloria e von thurn und taxis 2
Insieme con Alessandra Borghese, nipote di papa Paolo V, la principessa Gloria durante il pontificato era diventata una sorta di consulente stilistica: camauri, pelliccette di ermellino, perfino le famose babbucce scarlatte gli furono consigliate da loro due.
Figlia di Joachim, conte di Schönburg-Glauchau, discendente dei principi del Sacro Romano Impero, e di Beatrix, contessa di Schönburg-Glauchau, la chiamavano la «principessa punk» perché nel 1980, dopo il matrimonio con Johannes, XI Principe di Thurn und Taxis, Gloria pure a palazzo sfoggiava creste improbabili. Ma ora decisamente ha cambiato look.
LE RIUNIONI CARBONARE PER CONTARE I VOTI E CONVINCERE GLI INDECISI
Estratto dell’articolo di Iacopo Scaramuzzi per “la Repubblica”
Fuori dall’aula dove, seduti in emiciclo, passano pensosamente in rassegna i problemi della Chiesa del futuro, i cardinali si danno appuntamento in giro per Roma, a pranzo o ancora meglio a cena, al riparo da sguardi indiscreti, per sondare disponibilità e convergenze, pesare i grappoli di voti, vagliare i nomi dei papabili.
[…] I cardinali africani sono stati avvistati alla sede dei Missionari d’Africa, i cosiddetti padri Bianchi, sulla via Aurelia. Il loro leader è l’arcivescovo di Kinshasa Fridolin Ambongo, personalità molto ascoltate e con buone relazioni internazionali sono il sudafricano Stephen Brislin e l’arcivescovo di Rabat, lo spagnolo Cristobal Lopez Romero.
Ha seguito un criterio linguistico il gruppo, piuttosto variegato, dei cardinali di lingua inglese: hanno fatto più di una cena insieme, e un giorno il pasto si è allargato a molti dei porporati del Commonwealth, dall’America del Nord all’Australia passando dall’Asia e l’Africa. Si tratta di una compagine composita, difficilmente i cardinali anglofoni muoveranno di conserva, ma la lingua comune facilita il confronto sui possibili nomi forti, uno tra gli altri lo statunitense Robert Francis Prevost, che però molti, in ragione dei 20 anni che ha trascorso in Perù, considerano un po’ latino-americano.
Nella sede della diocesi di Monaco di Baviera, in viale delle Medaglie d’Oro, il cardinale Reinhard Marx ha ricevuto alcuni dei 54 porporati europei: un arcipelago molto diversificato dove non pochi, in particolare i progressisti, guardano al tedesco come punto di riferimento.
Se durante le riunioni in Vaticano la mescolanza è massima, nei conciliaboli riservati i cardinali tendono a coagularsi su base nazionale o linguistica. I 19 porporati italiani, da parte loro, non fanno gruppo compatto, e si vedono a cena in formazioni ridotte, magari con qualcuno degli ultraottantenni che non entreranno in Cappella Sistina ma hanno molte lezioni da condividere dai Conclavi del passato.
Da due giorni i cardinali non si fanno vedere nelle trattorie attorno al Vaticano. Alcuni incontri serali vengono facilitati da qualche ambasciatore presso la Santa Sede e hanno luogo in una sede diplomatica, qualche cena viene organizzata in un seminario nazionale, una casa religiosa, ma si sono discretamente attivati, con inviti ai porporati venuti da fuori, anche i cardinali residenti a Roma, che hanno a disposizione appartamenti spaziosi vicino o dentro il Vaticano.
Se solo oggi molti cardinali traslocheranno a Casa Santa Marta, dove rimarranno per tutto il Conclave, già ieri, quando ormai l’edificio era stato bonificato e predisposto per i giorni del voto, diversi porporati, a esempio lo statunitense Blaise Cupich e Charles Bo del Myanmar, si sono dati appuntamento al refettorio per qualche chiacchierata.
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E poi c’è il cardinale che nei giorni scorsi ha preso per abitazione una casa religiosa lontana dal Vaticano e lontana dal centro di Roma. «Nessuno mi ha invitato a uno di questi incontri», assicura. Chissà se racconta tutta la verità.
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