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Simone Cosimi per "www.repubblica.it"
CHI si ricorda i cani robot, un po' inquietanti a dire il vero, progettati dalla società statunitense Boston Dynamics? Il gruppo, per una fase controllato da Google e poi ceduto nel 2017 al colosso giapponese SoftBank, è probabilmente uno dei più avanzati al mondo nella progettazione e costruzione di robot umanoidi o quadrupedi in grado di muoversi in completa autonomia negli spazi chiusi e aperti, di saltare, schivare ostacoli, aprire porte grazie a una protuberanza e così via.
I video che in modo molto furbo Boston Dynamics pubblica regolarmente sui propri canali web, senza voci fuori campo ma accompagnati dal solo sibilo dei meccanismi e che immortalano le sue creature alle prese con nuovi, sorprendenti traguardi, diventano puntualmente virali, sollevando anche quel filo di angoscia che contribuisce a costruire un immaginario vagamente distopico.
Eppure di distopico non c'è proprio nulla. Uno dei modelli di cani robotici è infatti in fase di test nei ranghi della polizia statale del Massachusetts fin dallo scorso aprile. Spot, questo il nomignolo del dispositivo "arruolato", non sarebbe ancora a pieno servizio né sarebbe stato armato. A dire il vero non si capisce neanche quanti pezzi siano stati consegnati agli agenti.
Al contrario, sarebbe stato utilizzato, non si sa esattamente se in totale autonomia o telecomandato ma pare più probabile il primo caso, in situazioni particolarmente pericolose. Dopo la rivelazione dell'Aclu, l'American civil liberties union, una delle storiche organizzazioni a stelle e strisce per i diritti civili, l'azienda ingegneristica ha spiegato al sito Gizmodo la destinazione degli agilissimi cani droidi: ispezione di pacchi sospetti, sopralluoghi d'emergenza dopo contaminazioni o disastri naturali.
In commercio ma solo in leasing dallo scorso mese e nella formula "business to business", dunque non per i privati cittadini, Spot sfoggia un'autonomia di un'ora e mezza, monta una videocamera HD a 360 gradi e un raffinato apparato di sensori, può camminare fino a 5 km/h e trasportare fino a una quindicina di chili di carico. Senza dimenticare le altre abilità come salire le scale e rialzarsi se atterrato e la resistenza a pioggia e polvere.
Il tutto in autonomia, reagendo cioè al contesto che lo circonda e prendendo la decisione più lineare. Stando ai documenti ottenuti dall'Aclu e in prima battuta esposti da Ally Jarmanning dell'emittente locale di Boston Wbur, la Massachusetts State Police è dunque al lavoro con i "cuccioli" robotici. D'altronde lo stesso Ceo del gruppo, Marc Raibert, lo aveva spiegato mesi fa, mostrando anche un video delle prime sperimentazioni. L'organizzazione denuncia ovviamente il rischio di un futuro in mano a "RoboCop" di questo o altro genere.
Coinvolto in due "incidenti" a dire il vero mai definiti nei contorni, non si capisce neanche se Spot sia stato appunto comandato o si sia mosso in modo del tutto autonomo. Anche perché la polizia di Stato non ha risposto alle domande della testata e, secondo gli accordi, non sarebbe autorizzata a scattare foto o girare video del cane al lavoro.
Ci si basa insomma su email e contratti di cui l'Aclu è venuta in possesso e che raccontano, almeno in parte, il modo in cui i dipartimenti di polizia del futuro potrebbero per esempio sfruttare i robot per approcciarsi ai sospettati senza rischiare gli agenti in carne e ossa. Sarebbe il caso di Atlas, la versione bipede di casa Boston Dynamics finanziata dal Pentagono.
In un documento firmato dal tenente Robert G. Schumaker i robot vengono descritti come un "tassello inestimabile per le operazioni tattiche", di vitale supporto alle strategie di sicurezza dello Stato.
Tutto, a quanto pare, sarebbe partito da un rapporto personale e non da un bando pubblico. Da un'email del primo settembre 2018, infatti, un membro della divisione K-9 della polizia spiega al capo Schumaker che "un mio amico è al momento responsabile della sicurezza per la Boston Dynamics e ha suggerito al team di ricerca e sviluppo di mostrare Spot alle forze dell'ordine così da ottenere feedback per lo sviluppo e per proporlo alla comunità delle forze dell'ordine". Da lì sarebbero partiti i primi approcci.
"C'è molto che non sappiamo su come e dove questi sistemi robotici siano al momento utilizzati in Massachusetts" ha spiegato a Gizmodo Kade Crockford, direttrice del programma Tecnologia per la libertà dell'Aclu locale - troppo spesso lo sviluppo di queste tecnologie avviene in modo più rapido di quanto i nostri sistemi politici, legali e sociali possano rispondere.
Abbiamo bisogno e in modo urgente di più trasparenza dalle agenzie governative, che dovrebbero essere chiare col pubblico sui loro piani per testare e sviluppare nuove tecnologie". Le forze dell'ordine negli Stati Uniti mantengono in effetti il massimo riserbo su come usino gli apparati robotici, nonostante in alcuni casi - come nel 2016 a Dallas con un presunto cecchino - siano stati usati anche per uccidere delle persone.
Dal canto suo la società ha risposto che "al momento la Massachusetts State Police è il nostro unico partner pubblico sulla sicurezza. Nei prossimi 5-10 anni i soccorritori utilizzeranno Spot per osservare situazioni pericolose, ispezionare pacchi sospetti e rilevare gas pericolosi in situazioni di emergenza.
L'invio di un robot versatile come Spot in questi contesti può sottrarre gli esseri umani da situazioni potenzialmente pericolose e fornire ai soccorritori una migliore consapevolezza di una crisi. Sono le stesse capacità che i clienti che appartengono al mondo del petrolio e gas, le utility elettriche e nucleari e le miniere utilizzeranno per eseguire ispezioni critiche sulla sicurezza senza esporre le persone a rischi". Infine, dicono dal gruppo, niente paura: "La nostra licenza per Spot non ne permette l'uso per qualsiasi fine che possa minacciare o intimidire le persone".
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