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LASCIATEMI SPARARE CON LA PISTOLA IN MANO – I REATI SONO DIMINUITI MA I CITTADINI SI SENTONO SEMPRE MENO SICURI: 4 ITALIANI SU 10 VUOLE INTRODURRE CRITERI MENO RIGIDI PER POSSEDERE UN’ARMA DA FUOCO – PER LE FAMIGLIE LA CRIMINALITÀ È UN PROBLEMA GRAVE QUASI QUANTO LA DISOCCUPAZIONE – IN UN ANNO LE LICENZE PER PORTO D’ARMI SONO AUMENTATE DEL…

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Valentina Santarpia per www.corriere.it

 

porto d'armi

Una cosa è l’oggettività dei fatti. Altra la percezione. Anche se i reati in Italia in un anno sono diminuiti del 10,2%, i cittadini si sentono sempre meno sicuri. Lo dice l’ultimo rapporto Censis sulla sicurezza (in collaborazione con Federsicurezza). Desiderare o acquistare un’arma per potersi difendere è diventata una prassi abbastanza comune: già in 4,5 milioni di case c’è, e in un anno le licenze per porto d’armi sono aumentate del 13,8%.

 

Le più diffuse sono le licenze per il tiro a volo, quelle più facili da ottenere: sono quasi 585 mila, +21,1% in un anno. E potrebbero crescere ancora: il 39% degli italiani, quasi uno su 4, è favorevole all’introduzione di criteri meno rigidi per il possesso di un’arma da fuoco per la difesa personale. Il dato è in netto aumento rispetto al 26% rilevato nel 2015. Più favorevoli sono le persone meno istruite (il 51% tra chi ha al massimo la licenza media) e gli anziani (il 41% degli over 65 anni).

pistole

 

Per sentirsi più sicuri, gli italiani ricorrono anche sempre più a sistemi antifurto: il 92,5% adotta qualche accorgimento, che va dalla porta blindata , presente nelle case di oltre 33 milioni di persone al sistema di allarme (17 milioni), fino alla telecamera (10 milioni). «Una nuova legge che permetta la legittima difesa delle persone perbene nelle proprie case è una nostra priorità», scrive il ministro dell'Interno Matteo Salvini su Twitter.

 

Capitale dei reati: Milano

forze dell'ordine via brera milano

Gli omicidi si riducono dai 611 del 2008 ai 343 dell’ultimo anno (-43,9%), le rapine passano da 45.857 a 28.612 (-37,6%) e i furti scendono da quasi 1,4 milioni a poco meno di 1,2 milioni (-13,9%). La concentrazione dei reati in alcune zone amplifica però le paure. In sole quattro province italiane, dove vive il 21,4% della popolazione, si consuma il 30% dei reati. Capitale del crimine è Milano, al primo posto con 237.365 reati commessi nel 2016 (il 9,5% del totale), poi Roma (con 228.856 crimini, il 9,2%), Torino (136.384, pari al 5,5%) e Napoli (136.043, pari al 5,5%). Anche considerando l’incidenza del numero dei reati in rapporto alla popolazione, Milano resta in vetta alla classifica, con 7,4 reati denunciati ogni 100 abitanti, seguita da Rimini (7,2), Bologna (6,6), Torino e Prato (entrambe con 6 reati ogni 100 abitanti).

 

La criminalità? Un problema grave quasi quanto la disoccupazione

spari per strada

Il 31,9% delle famiglie italiane percepisce il rischio di criminalità nella zona in cui vive. Le percentuali più alte si registrano al Centro (35,9%) e al Nord-Ovest (33%), ma soprattutto nelle aree metropolitane (50,8%), dove si sente insicuro un cittadino su due. La criminalità continua ad essere ritenuta un problema grave per il Paese, segnalato dal 21,5% degli italiani, al quarto posto dopo la mancanza di lavoro, l’evasione fiscale e le tasse eccessive. Ad essere più preoccupate sono le persone con redditi bassi, che vivono in contesti più disagiati e hanno minori possibilità di utilizzare risorse economiche personali per l’autodifesa.

 

Chi ci difende

sparo

Le Forze dell’ordine godono di una grande fiducia da parte degli italiani, ma si trovano alle prese con i tagli della spesa pubblica (-1,4% in termini reali la spesa per l’ordine pubblico e la sicurezza nel periodo 2008-2016, -6,4% la spesa per il personale). Nonostante le nuove assunzioni previste, gli agenti sono sempre di meno e sempre più anziani. Per questo accanto alle Forze dell’ordine, cresce la presenza di agenti privati. Sulle strade italiane si muove già un esercito silenzioso di oltre 64.000 addetti (+16,7% nel periodo 2011-2017) di quasi 1.600 imprese di vigilanza (+11,3% nello stesso periodo), che svolgono un ruolo sussidiario e complementare rispetto alla forza pubblica contribuendo a garantire sicurezza negli aeroporti, nei porti, negli uffici pubblici, in ospedali e tribunali, nelle aziende e durante gli eventi collettivi.

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