DAGOREPORT – DANIELA SANTANCHÈ NON È GENNARO SANGIULIANO, UN GIORNALISTA PRESTATO ALLA POLITICA…
Agostino Gramigna per il “Corriere della Sera”
«La prima cosa che intende fare è chiedere perdono alla famiglia di Ismaele. Poi confessare». Già nella mattinata di ieri l’avvocato Salvatore Asole aveva anticipato le intenzioni del suo cliente: Igli Meta ha chiesto di essere interrogato nel carcere di Pesaro e dire la verità. «È vero che l’ho condotto alla chiesetta e l’ho legato alla croce. Ma era per spaventarlo. Volevo che dicesse davanti ad un testimone di avere avuto un rapporto con la mia fidanzata. Poi ho perso la testa».
«Prima ho messo sotto torchio Ambera, la mia fidanzata, che ha ammesso di aver avuto una relazione con Ismaele. L’ho convinto a farsi legare fino al torace, per simulare un vero interrogatorio. Poi quando lui ha continuato a negare gli ho sferrato un calcio e un pugno. A questo punto ho perso la testa e ho tirato fuori il coltello e l’ho sgozzato».
Igli è il ventenne albanese che domenica scorsa ha sgozzato, a Sant’Angelo in Vado, Ismaele Lulli per gelosia. Era convinto che lui avesse avuto una relazione con la sua fidanzata Ambera, una ragazza macedone che tutti chiamano Ambra e che da poco s’e diplomata ad Urbino. Aiutato, secondo l’accusa, da un altro albanese, Marjo Mema, che avrebbe avuto il ruolo di esca. Ieri Igli ha cercato anche di alleggerire la posizione di Marjo, facendo capire di aver fatto tutto da solo. Racconto che però non convince i carabinieri del comando di Pesaro .
È domenica pomeriggio quando Igli e Marjo invitano Ismaele a fare una gita al fiume. Si sono incontrati alla stazione dei pullman dove mesi fa Ismaele ha conosciuto Ambra e si sono scambiati i numeri telefonici. Con l’auto della mamma di Igli hanno raggiunto contrada di San Martino dove c’è la chiesetta. Tra i cipressi, vicino ad una croce di ferro, Ismaele sarebbe stato colpito con un calcio e tramortito. Quindi legato con del nastro adesivo alla croce (poi ritrovato in un sacchetto nero di plastica con dentro una bomboletta e i vestiti insanguinati di Igli) e sgozzato.
Commesso l’assassinio, Igli si sarebbe spogliato completamente, ripulito con dell’acqua che aveva portato con sé in una bottiglia, preso una scarpa di Ismaele (forse come souvenir) per poi tornare in mutande al fiume. Qui avrebbe continuato tranquillamente la scampagnata e il bagno assieme all’amico Marjo. I carabinieri sono riusciti a localizzarlo grazie al telefonino che spegneva e riaccendeva.
«Molti ragazzi non sanno vivere senza tenerlo acceso. È stata la nostra fortuna» ha detto il comandante dei carabinieri di Pesaro Antonio Sommese. La sorella di Marjo, Aurora, difende suo fratello. «Non ha fatto nulla, non sapeva quali fossero le intenzioni di Igli; non si più dire nemmeno che sia stato un ingenuo. Siamo una famiglia per bene, mio padre e mia madre lavorano».
È invece sparita Ambra, la ragazza di 19 anni che avrebbe scatenato l’ira del fidanzato. Mesi fa Igli le aveva inviato un sms in albanese « Do e vras » (lo ammazzo), riferendosi a Ismaele. Lei è sconvolta, ha detto che avrebbe fatto di tutto per convincere Igli della sua innocenza e per farlo desistere dai propositi di vendetta sul diciassettenne, il cui unico torto era stato quello di averle chiesto il numero di telefono.
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