DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Luigi Fantoni per “il Messaggero”
LA FACCINA DI GOOGLE CHE APPARE SE VEDI MOLTO PORNO
I siti porno prendono contromisure (o almeno ci provano) dopo il voto anti-privacy arrivato nei giorni scorso da parte del Congresso degli Stati Uniti, che consentirà alle compagnie internet di vendere alcuni dati personali dei clienti - tra cui la cronologia dei siti web visitati - senza il loro consenso esplicito.
LA PREOCCUPAZIONE
Per rassicurare decine di milioni di utenti, PornHub e YouPorn, due colossi del settore, hanno annunciato il passaggio al protocollo https, che rende la connessione web criptata e quindi più sicura. L'https, volto innanzitutto a proteggere dalle minacce informatiche, non impedisce al fornitore di servizi internet di sapere che un determinato utente sta visitando un sito pornografico, ma, ed è questo uno dei punti sui quali le aziende insistono, non lo mette a conoscenza dei dettagli della navigazione, come ad esempio la tipologia di video guardati.
LA SCHERMATURA
In altre parole, si sa che l' internauta sta fruendo di contenuti osé, ma non si conoscono i suoi gusti in fatto di pornografia. PornHub ha annunciato di aver già adottato il protocollo https, mentre YouPorn lo introdurrà il 4 aprile. «Con il passaggio all' https siamo in grado di proteggere l' identità dei nostri 70 milioni di utenti giornalieri e anche di tutelarli da software malevoli», spiega il vicepresidente di PornHub, Corey Price.
«È nostro dovere garantire la riservatezza e la sicurezza degli utenti», aggiunge il vicepresidente di YouPorn, Brad Burns.
LE STATISTICHE
I due siti, entrambi di proprietà della compagnia MindGeek, sono tra i cento più visitati al mondo secondo le statistiche fornite settimanalmente da Google.
I PIÙ CLICCATI
Nella top-100 si contano undici siti a luci rosse, di cui cinque usano il protocollo https. L' annuncio di PornHub e YouPorn è arrivato all' indomani del voto con cui prima il Senato e poi il Congresso hanno approvato il blocco della normativa che impedisce ad aziende come At&T, Comcast e Verizon di raccogliere e vendere senza consenso i dati dei loro clienti, fra cui la cronologia delle ricerche, la geolocalizzazione e i numeri di previdenza sociale.
Un' apertura ritenuta fondamentale dall' amministrazione Trump, che l' aveva anche fatta trapelare nel corso della campagna elettorale. Ma una decisione molto discussa. E accolta male non soltanto dalle grandi aziende che gestiscono i più grandi siti mondiali di porno.
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