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IL 21ENNE NORDAFRICANO CHE, IN PROVINCIA DI VARESE HA MENATO E VIOLENTATO UNA RAGAZZINA DI 14 ANNI, AVEVA ADESCATO LA SUA VITTIMA SU INSTAGRAM - I DUE ERANO AL SECONDO APPUNTAMENTO: L'AGGRESSORE HA PORTATO LA GIOVANE IN UN CASOLARE DIROCCATO, DOVE È AVVENUTA LA VIOLENZA - LA 14ENNE È STATA COSTRETTA A BERE VODKA PRIMA DI ESSERE STUPRATA. GLI ABITANTI HANNO SENTITO LE URLA DELLA RAGAZZA E HANNO CHIAMATO I SOCCORSI (LA TESTIMONIANZA DI UNO DI LORO: "SE L’AVESSI VISTO, SAREI SCESO DI CASA CON UN BASTONE") - IL 21ENNE, APPENA ARRIVATO IN CELLA DOPO AVER PROVATO A RESISTERE ALL'ARRESTO, SI È ADDORMENTATO...

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Estratto dell'articolo di Andrea Camurani e Andrea Galli per www.corriere.it

 

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Un predatore. Un uomo senza regole né remore. Sfruttare il prossimo per tirare la giornata. Da mesi, da anni. Aspettare, colpire. Uno di strada, sempre senza fissa dimora, che si muove per la Lombardia specie sui treni.

 

Uno iroso, furibondo a maggior ragione quando pieno di alcolici. Come lunedì sera intorno a una delle due stazioni ferroviarie di Busto Arsizio in una zona non periferica della cittadina in provincia di Varese, sede di una Procura, non lontana dai terminal dell’aeroporto di Malpensa, 80mila abitanti, realtà produttiva, ricca.

 

VIOLENZA SESSUALE SU MINORE

Ha 21 anni. Era al secondo incontro dopo la conoscenza virtuale sul social Instagram la scorsa settimana, con una ragazzina di 7 anni più piccola. Hanno passeggiato. Così era stato anche al primo appuntamento. Poi si erano salutati proseguendo a messaggiare sui cellulari. Recitava, stava preparando la trappola.

 

L’altroieri, quand’erano ormai le 19, il giovane ha consigliato una zona appartata, in realtà un’area dismessa, prima un buco in un muro di cinta, poi un casolare diroccato, una tana per vagabondi, eroinomani, rapinatori che svuotano portafogli e zaini. Via Vercelli, l’indirizzo. Ha iniziato a massacrarla. Un pestaggio sistematico. L’ha obbligata a bere vodka. L’ha violentata.

 

Prima di perdere quasi conoscenza, la ragazzina ha urlato. Ci sono comunque abitazioni, nel quartiere. Chi fumava sul balcone, chi cenava sul terrazzino, chi si preparava a uscire insieme al cane. Hanno sentito le grida e chiamato i soccorsi.

 

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La prima a intervenire è stata una pattuglia della polizia locale. Per arrestarlo sono serviti i rinforzi. In quattro e ancora non riuscivano a tenerlo fermo, tanto si agitava e ribellava. In cella di sicurezza s’è subito addormentato. Russava, ci hanno detto.

 

Vincenzo Zingarelli, 54 anni è uno dei residenti. Dice: «Ero appena tornato a casa, avevo acceso la televisione e mi sono accorto verso le sette e venti che stavano arrivando macchine della polizia, con la sirena, una dopo l’altra… Sono sceso… La ragazza era contro al muro, rannicchiata, tremava, non diceva nulla, emetteva lunghi singhiozzi... Mi hanno detto che è stata portata in ospedale. Una scena disumana. L’unico rammarico è di non essere riuscito a fermare quel tizio: se l’avessi visto, sarei sceso di casa con un bastone».

 

È un dispiacere crescente e comune, ci ripetono, quello di non esser intervenuti prima, per linciare l’aguzzino, nordafricano. Contro il quale, finora, le fonti di prova sono più che evidenti, appare perfino offensivo scriverlo: due infatti i mesi di prognosi per la 14enne, di origini sudamericane, che vive con la famiglia fuori Busto Arsizio, ferite ovunque, pesanti, reiterate, e il trauma psichico, devastante.

 

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Timoroso che le sue urla, come appunto successo, avrebbero potuto procurargli dei guai, allora il 21enne ha rivestito di corsa la ragazzina mettendogli gli abiti al contrario pur di fare in fretta, trascinarla via, in maniera tale che non sarebbe rimasta sola in attesa dei soccorritori, dunque testimone di quanto subìto. [...]