fausta bonino

STAI BONINO CHE TI PORTO A PIOMBINO - I PM SULL’INFERMIERA ACCUSATA DI AVER UCCISO 13 PAZIENTI: “VANNO RIESUMATI 8 CORPI” - FAUSTA BONINO CONTINUA A PROFESSARSI INNOCENTE: “GIURO SUI MIEI FIGLI, NON SONO UN’ASSASSINA” - ALTRI PARENTI DI PERSONE DECEDUTE SOSPETTANO DECESSI NON NATURALI

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FAUSTA BONINOFAUSTA BONINO

Marco Gasperetti per il “Corriere della Sera”

 

Seduta davanti a una scrivania nella stanzetta del gip, sezione femminile del carcere Don Bosco, pantaloni e maglia neri, sciarpa fucsia al collo, ha guardato i giudici negli occhi. A testa alta, determinata, sicura di sé; mai un momento di smarrimento, mai un attimo di commozione. Neppure quando ha giurato sui figli e sul marito di non essere lei l’assassina seriale dell’ospedale di Piombino.

 

Chi si aspettava una donna prostrata dal carcere e dalle accuse che l’hanno travolta è rimasto sorpreso. Fausta Bonino, 55 anni, l’infermiera accusata di aver ucciso tredici pazienti iniettando eparina o altri farmaci anticoagulanti, per tre ore ha ribadito con forza e lucidità la propria innocenza. E ha annunciato («quando sarà finito tutto») una querela contro il figlio di una paziente che ha raccontato di averla vista fare un’iniezione alla madre che poco dopo è morta.

AVVOCATO CON FAUSTA BONINOAVVOCATO CON FAUSTA BONINO

 

Che non è lei la killer Fausta Bonino lo ha detto decine di volte. Ha scosso il capo quando il gip Antonio Pirato (all’interrogatorio erano presenti anche il procuratore di Livorno Ettore Squillace Greco e il pm Massimo Mannucci) le ha contestato il tentativo di depistare le indagini e il suo essere sempre presente ai tredici decessi.

 

«Perché lei era l’unica che non faceva i turni di notte — dice l’avvocato difensore Cesarina Barghini — e dunque era più presente in reparto rispetto agli altri colleghi. Comunque alcune morti sono avvenute mentre la signora Bonino era a riposo».

FAUSTA BONINOFAUSTA BONINO

 

L’infermiera, madre di un medico che si sta specializzando a Pisa in rianimazione (la madre presta servizio proprio in un reparto di rianimazione) e di uno chef che lavora a Parigi, ha anche fatto un appello ai magistrati. «Ditemi per favore quali sono le prove contro di me, non riesco a capirle». E poi dopo aver spiegato, fiera, di aver scelto di fare l’infermiera «non per uccidere la gente ma per salvarla», e di «non avere la minima idea di chi possa essere l’assassino», ha tentato di abbattere con l’aiuto del suo avvocato i pilastri dell’accusa.

 

Ha ribadito di essere sana di mente, di non far uso di alcol, di non essere afflitta da depressione e di avere sì una forma epilettica manifestata molti anni fa dopo un incidente stradale, ma che il disturbo non aveva ripercussioni sul lavoro. E la telefonata intercettata nella quale appare ubriaca? «Solo uno scherzo con un’amica», ha risposto. E la paura di essere arrestata? Solo chiacchiere tra colleghe.

 

OSPEDALE PIOMBINO FAUSTA BONINOOSPEDALE PIOMBINO FAUSTA BONINO

L’avvocato Barghini, che ha rivelato d’essere stata minacciata su Internet solo perché difenda l’infermiera, racconta che è stato lo stesso procuratore a dire che «non c’è alcuna certezza sulle responsabilità della Bonino e anche per questo abbiamo chiesto la concessione degli arresti domiciliari».

 

INFERMIERA KILLER 2INFERMIERA KILLER 2

La Procura si è riservata di dare un parere entro 48 ore ma ha aggiunto che «la nostra posizione non si è modificata dopo l’interrogatorio di garanzia». Sulle parole della difesa il procuratore Ettore Squillace Greco si è limitato a dire: «È dovere dell’ufficio della procura di prenderne atto senza commento alcuno».

 

Le indagini non si fermano. La procura ha annunciato che chiederà quanto prima la riesumazione di otto dei tredici cadaveri per avere conferme sulla presenza di eparina o altri farmaci killer. Che potrebbero essere di più perché aumentano i parenti di persone decedute all’ospedale di Piombino che sospettano una morte diversa dei propri congiunti.

INFERMIERA KILLER 1INFERMIERA KILLER 1

 

Da segnalare infine la testimonianza di Donatella Gorini, infermiera e collega della Bonino. «Fausta fu una delle prime ad accorgersi degli strani decessi già dopo le prime due o tre morti — ricorda —, ne parlammo con tutti i colleghi e chiedemmo una spiegazione alla direzione. Ci fu un audit alla quale partecipò una dottoressa di Pisa esperta del settore che ci tranquillizzò dicendo che, in alcune condizioni, si potevano manifestare alterazioni irreversibili della coagulazione».

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