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Estratto dell’articolo di Alessia Candito per www.repubblica.it
DENIS BERGAMINI ISABELLA INTERNO
Una donna dalla “personalità incline al delitto”, proveniente “da un contesto familiare deviato da retrogradi principi morali”, a soli diciannove anni capace della “fredda pianificazione di un omicidio”.
Eccolo il ritratto di Isabella Internò, ultima fidanzata e assassina dell’ex stella del Cosenza Calcio Denis Bergamini, ammazzato trentacinque anni fa lungo la statale 106, nei pressi di Roseto Capo Spulico, ma solo di recente riconosciuto come vittima. Per decenni, la stessa donna che lo ha ucciso, ha depistato le indagini, raccontando al mondo di aver assistito al suo suicidio.
Nulla di vero, hanno stabilito i giudici, che mesi fa […] l’hanno condannata a sedici anni di carcere. E in oltre cinquecento pagine di motivazioni depositate oggi spiegano in dettaglio come Bergamini non possa essersi suicidato, ma soprattutto per quali motivi […] solo lei può essere responsabile del suo omicidio, coperto da più di tre decenni di bugie.
Bergamini non solo non aveva motivo per togliersi la vita, non ne aveva mai manifestato la volontà e non si comprende il motivo per cui avrebbe dovuto farlo “con modalità del tutto atipiche che non gli garantivano l’exitus ed, al contempo, lo inducevano ad una terribile sofferenza fisica”, spiegano i giudici. E poi, si legge in sentenza, “non ci si uccide portandosi un testimone appresso e non ci si suicida davanti a terzi”.
Per decenni, Isabella Internò ha raccontato che l’allora stella del Cosenza calcio si sarebbe lanciato sotto le ruote di un camion davanti ai suoi occhi. Ma in questo racconto – ha stabilito il processo – non c’è assolutamente nulla di vero. “Tutti i molteplici elementi considerati, di sicura valenza indiziaria – scrivono i giudici – convergono verso la responsabilità dell’imputata per l’omicidio dell’ex fidanzato”. A partire dalla superperizia, che ha svelato come Bergamini sia stato narcotizzato, soffocato “con un mezzo insidioso, e cioè lo strumento 'soft' utilizzato per asfissiare il calciatore” e solo dopo collocato sotto le ruote del camion.
Per i giudici, in tutto e per tutto un delitto passionale: la donna non accettava che lui avesse messo fine alla loro storia. “L'azione delittuosa è risultata la diretta conseguenza di una fredda pianificazione di un atteggiamento volitivo scaturente da una volontà punitiva nei confronti del ragazzo, da cui l'imputata non accettava il distacco, considerandolo res di sua proprietà".
Di punirlo, lo aveva pianificato. È emerso in modo chiaro nel corso del processo grazie alla testimonianza di Tiziana Rota, moglie di un altro calciatore rossoblu dell’epoca, Maurizio Lucchetti. Due settimane prima dell’omicidio, Internò con lei si era fatta scappare una frase di troppo: “Se non può essere mio, lo faccio ammazzare”.
Internò […] non ha agito da sola. L’omicidio Bergamini è stato commesso “in concorso con ignoti”. E su questi ancora si indaga […]
bergaminidomizio e denis bergaminidenis bergaminidenis bergaminiIsabella Interno
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