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Giuliana Matarrese per "Il Messaggero"
È scomparso a 77 anni il re dei cristalli, Gernot Langes-Swarovski, per lungo tempo alla guida della maison produttrice di sogni dai riflessi arcobaleno, come quelli dei suoi gioielli. Arresosi dopo una lunga lotta con la malattia, si è spento a Vienna alla presenza degli affetti più cari, anche se si era già ritirato dalle scene nel 2002, quando cedette le sue funzioni nel gruppo al figlio Markus, frutto del primo matrimonio con Maya-Langes Swarovski. Pronipote del fondatore, il geniale Daniel, intagliatore svizzero dalle origini boeme, Gernot entra nel cda dell'azienda giovanissimo, a 24 anni, in qualità di socio accomandante, a metà degli Anni 60, per divenire poi amministratore delegato.
LE IMPRESE Tirolese, tra le sue imprese di maggior successo c'è di certo lo sbarco dell'azienda sul mercato americano: rileva la catena di gioielli statunitense Zale, proprietaria di migliaia di negozi, aprendo il primo punto vendita a New York. Un risultato notevole, soprattutto considerando che il suo ingresso negli affari familiari avviene in anni difficilissimi: assume infatti la gestione dell'azienda (insieme ai fratelli Helmut e Gerhard) nel 1974, un anno dopo la crisi energetica e l'innalzamento dei prezzi del petrolio che avevano causato un drastico crollo delle vendite.
Sua anche l'idea di espandere la collezione del brand, non solo gioielleria ma anche piccola oggettistica, nello stesso materiale prezioso: nel 1979, lancia infatti le figure in cristallo che poi diverranno un classico per celebrare le occasioni importanti, con limited edition molto ricercate dai collezionisti.
IL CARATTERE Personaggio riservato, lascia che a parlare, o meglio, a brillare, siano i suoi gioielli, che prima del suo arrivo erano già apparsi in pellicole divenute classici della cinematografia, da Gli uomini preferiscono le bionde, (1953) indosso a Marilyn Monroe, o addirittura ad adornare la tiara di Audrey Hepburn in Colazione da Tiffany (1961). Co-protagonisti di successi al botteghino come Titanic di James Cameron (1997) o Moulin Rouge di Baz Lurhman (2001), in La morte può attendere, ultimo capitolo della saga dell'agente segreto interpretato da Pierce Brosnan, lo 007 e l'agente dell'NSA Jinx (Halle Berry) giacciono su un pavimento cosparso di diamanti, che, in realtà, altro non sono che cristalli Swarovski.
E oltre che al cinema, quelle creazioni si adatteranno a vestiti e accessori: uno su tutti, il celebre guanto di Michael Jackson, che poi verrà rivenduto all'asta per 192 mila dollari nel 2010. A creare collezioni dedicate, nel corso degli anni, ci sono stati nomi simbolo dell'architettura e della moda, da Zaha Hadid a Karl Lagerfeld passando per Viktor & Rolf e Jean-Paul Gaultier. Non solo i gioielli, però, tra le passioni di Gernot: insieme a Christian Schwemberger-Swarovski acquisterà Aircraft Innsbruck, poi divenuta Tyrolean Airways e inglobata infine nell'Australian Airlines Group. Si lancerà anche nel mondo del pallone divenendo presidente del WSG Tirol, che ad oggi milita nella Fußball-Bundesliga, la massima serie del campionato austriaco di calcio.
I RICONOSCIMENTI Una carriera poliedrica, che sarà poi premiata dal governo austriaco, che gli conferisce diverse onorificenze, dalla Croce al merito austriaca all'Anello del Tirolo, massimo privilegio concesso dallo stato federato, a sottolineare l'impegno di Gernot nel promuovere il suo paese nel mondo. E proprio nella sua città natale, a Wattens, inaugurerà nel 1995 il Museum Kristallwellten conosciuto come Swarovski Crystal Worlds parco esperienziale pensato dall'artista multimediale André Heller, che trasporta i visitatori nel mondo della maison.
Tra le passioni, coltivate sempre al loro massimo grado, Gernot annovera anche quella per l'enologia, con diversi vigneti di sua proprietà in Cina e Argentina, gestiti da tempo dal figlio Michael. Una vita piena e di successo, sulla quale, oggi, passano i titoli di coda.
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