DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
DAGOREPORT
ALFONSO BONAFEDE GIUSEPPE CONTE
L’impegno per mercoledì che si è inventato Bonafede, al fine di far guadagnare un giorno in più all’amico del cuore Conte per rabberciare la sua maggioranza, è la spia di una situazione ingarbugliatissima rispetto a qualche giorno fa. Se giovedì sbattono, Conte si deve dimettere. Mattarella gli darà il reincarico e tre giorni per trovare una quadra con Renzi.
Un numero crescente di dem chiede al Conte Casalino di mettere da parte i rancori personali e ricucire con il reietto Renzi; altri stanno lavorando per mettere in piedi una “maggioranza Ursula”, comprendente quindi Italia Viva e Forza Italia.
Peggio che andar di notte a fari spenti. La discriminante di Berlusconi all’operazione è “fuori Conte”. Zinga, in maniera viscerale, non vuole tra i piedi l’inaffidabile Renzi. Intanto Vespa manda in onda un sondaggio che dovrebbe far capire a Zinga e Di Maio che stanno nutrendo il loro carnefice con la pochette.
(Adnkronos) – ‘’La Lega di Salvini, nel sondaggio della Ghisleri, rimane il primo partito (24.8% nella situazione attuale, 23.4% con Conte alla guida di una sua formazione politica e 24.5% con Conte leader M5S).
Il Pd resta secondo partito italiano nella situazione attuale (19.5%) scende a terza formazione politica con il 10.6% nella seconda ipotesi con Conte capo di un suo partito ed è superato da Fdi che rimane stabile al 15.5% nelle tre ipotesi. Il Pd perderebbe di meno nel caso in cui i 5Stelle fossero guidati da Conte e si attesterebbe al 16.3% tornando seconda forza politica italiana.
Il M5S ha, secondo il campione di Euromedia, avrebbe il 14.6% nel panorama attuale, scenderebbe al 10.4% con Conte alla guida di un suo partito che otterrebbe il 10.4% e salirebbe al 20.2% se l’attuale Premier guidasse il Movimento voluto da Grillo. Forza Italia oscilla tra l’8 e il 7.3%. Italia Viva di Renzi, dopo lo strappo, avrebbe tra il 2.5 e il 2.8% sotto Azione di Carlo Calenda che otterrebbe tra il 3.7 e il 3.5%’’.
Se Ciccio Bettini, l’ideologo di Zinga, continua a cianciare “o Conte o voto”, nel campo grillino la scelta apodittica inizia a imbarcare acqua: le urne rimanderebbero oltre la metà dei parlamentari ai giardinetti. L’unico che difende senza se e senza ma Conte è Dibba
NICOLA ZINGARETTI LUIGI DI MAIO GIUSEPPE CONTE SERGIO MATTARELLA
L’iceberg che rischia di travolgere la politica alle vongole è il Recovery Plan. Che deve essere consegnato in forma definitiva entro fine aprile. Dopodiché il governo inizierà la discussione, voce per voce, con l’Unione Europea. Tempi brucianti. Per essere pronti all’appuntamento, il Portogallo e l’Olanda (che però non ha problemi economici), andranno al voto nei prossimi giorni per essere poi pronti per la discussione con i mandarini di Bruxelles.
Ecco perché Mattarella, che è attento ai tempi, ha messo alle spalle al muro Conte: fai in fretta, o maggioranza forte o dimettiti. Al momento, l’opzione di aprire le urne a febbraio è esclusa al 90 per cento. Chi lo presenta il Recovery a fine aprile, Amadeus?
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