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"LA MORTE È UNA REALTÀ CON LA QUALE DOBBIAMO FARE I CONTI" - PAPA FRANCESCO HA INVIATO UN MESSAGGIO POCO RASSICURANTE NELL'OMELIA PREPARATA PER LA CELEBRAZIONE DEL MERCOLEDÌ DELLE CENERI - IL TESTO, SCRITTO DAL PONTEFICE ALL'OSPEDALE GEMELLI È STATO LETTO DAL CARDINALE PENITENZIERE ANGELO DE DONATIS: "QUESTA CONDIZIONE DI FRAGILITÀ CI RICHIAMA IL DRAMMA DELLA MORTE, CHE NELLE NOSTRE SOCIETÀ DELL'APPARENZA PROVIAMO A ESORCIZZARE IN MOLTI MODI E A EMARGINARE PERFINO DAI NOSTRI LINGUAGGI. LE CENERI CI AIUTANO A FARE MEMORIA DELLA FRAGILITÀ E DELLA POCHEZZA DELLA NOSTRA VITA: SIAMO POLVERE, DALLA POLVERE SIAMO STATI CREATI E IN POLVERE RITORNEREMO"
papa francesco con il braccio immobilizzato 4
(ANSA) - "Le sacre ceneri, questa sera, verranno sparse sul nostro capo. Esse ravvivano in noi la memoria di ciò che siamo, ma anche la speranza di ciò che saremo. Ci ricordano che siamo polvere, ma ci incamminano verso la speranza a cui siamo chiamati, perché Gesù è disceso nella polvere della terra e, con la sua Risurrezione, ci trascina con sé nel cuore del Padre".
È quanto afferma papa Francesco nell'omelia preparata per la celebrazione del Mercoledì delle Ceneri, giorno di inizio della Quaresima, che il cardinale penitenziere Angelo De Donatis presiede in sua vece all'Aventino, nella tradizionale forma delle "stazioni" romane. "Questa condizione di fragilità ci richiama il dramma della morte - sottolinea il Pontefice -, che nelle nostre società dell'apparenza proviamo a esorcizzare in molti modi e a emarginare perfino dai nostri linguaggi, ma che si impone come una realtà con la quale dobbiamo fare i conti, segno della precarietà e fugacità della nostra vita".
benedizione urbi et orbi di natale papa francesco al balcone di san pietro 3 foto lapresse
Nella chiesa di Sant'Anselmo all'Aventino si è tenuto un momento di preghiera, cui ha fatto seguito la processione penitenziale verso la Basilica di Santa Sabina, con la partecipazione dei cardinali, gli arcivescovi, i vescovi, i monaci benedettini di Sant'Anselmo, i padri domenicani di Santa Sabina e alcuni fedeli. Nella Basilica di Santa Sabina è poi seguita la messa col rito di benedizione e imposizione delle ceneri.
"Riceviamo le ceneri chinando il capo verso il basso, come per guardare a noi stessi, per guardarci dentro. Le ceneri, infatti, ci aiutano a fare memoria della fragilità e della pochezza della nostra vita: siamo polvere, dalla polvere siamo stati creati e in polvere ritorneremo", dice il Papa nell'omelia, letta dal card. De Donatis, penitenziere maggiore.
video tiktok di bergoglio sul tiktok di mondadori 3
"Ce lo insegna soprattutto l'esperienza della fragilità, che sperimentiamo nelle nostre stanchezze, nelle debolezze con cui dobbiamo fare i conti, nelle paure che ci abitano, nei fallimenti che ci bruciano dentro, nella caducità dei nostri sogni, nel constatare come siano effimere le cose che possediamo", spiega ancora il Pontefice. "Fatti di cenere e di terra - prosegue -, tocchiamo con mano la fragilità nell'esperienza della malattia, nella povertà, nella sofferenza che a volte piomba improvvisa su di noi e sulle nostre famiglie".
E ancora, continua l'omelia preparata da Bergoglio per la celebrazione delle Ceneri all'Aventino, "ci accorgiamo di essere fragili quando ci scopriamo esposti, nella vita sociale e politica del nostro tempo, alle 'polveri sottili' che inquinano il mondo: la contrapposizione ideologica, la logica della prevaricazione, il ritorno di vecchie ideologie identitarie che teorizzano l'esclusione degli altri, lo sfruttamento delle risorse della terra, la violenza in tutte le sue forme e la guerra tra i popoli".
papa francesco al gay pride immagine creata con l intelligenza artificiale 4
"Sono tutte 'polveri tossiche' - osserva Francesco - che offuscano l'aria del nostro pianeta, impediscono la convivenza pacifica, mentre ogni giorno crescono dentro di noi l'incertezza e la paura del futuro". Secondo il Papa, "la Quaresima, però, è anche un invito a ravvivare in noi la speranza".
"Se riceviamo le ceneri col capo chino per ritornare alla memoria di ciò che siamo - conclude -, il tempo quaresimale non vuole lasciarci a testa bassa ma, anzi, ci esorta a sollevare il capo verso Colui che dagli abissi della morte risorge, trascinando anche noi dalla cenere del peccato e della morte alla gloria della vita eterna".
PAPA FRANCESCO
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