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Paolo Gallori per la Repubblica
L'Italia ha ritirato la richiesta di estradizione dalla Norvegia di Najmaddin Faraj Ahmad, meglio noto come Mullah Krekar. Lo ha annunciato la Procura norvegese che nel suo comunicato non precisa le motivazioni che hanno indotto il Ministero della Giustizia di Roma a comunicare con una lettera la marcia indietro.
La Procura ha dichiarato che nella lettera, spedita il 25 novembre, il ministero cita la sentenza di un tribunale italiano che nel marzo scorso ha svuotato di ogni requisito la richiesta di estradizione, ma non spiega nè il dispositivo di quella sentenza nè il perché si sia impiegato così tanto tempo per ritirare la richiesta di estradizione. Con tutta probabilità, la sentenza impugnata da Roma riguarda la scarcerazione del curdo iracheno Ibrahim Jamal, nome di battaglia "Hitler", ritenuto vittima di un errore giudiziario dopo che a novembre, all'epoca dell'arresto, il suo nome aveva fatto il giro del mondo quale uomo di punta del gruppo del Mullah Krekar.
Il Mullah Krekar torna così in libertà, per la soddisfazione del suo legale. "E' una vittoria del diritto, che dimostra come non sia possibile dissimulare un'espulsione dietro una domanda d'estradizione. E' una sconfitta per quelli che ci hanno provato" ha esultato l'avvocato Brynjar Meling, riferendosi a quanto pare ai norvegesi più che agli italiani. Rifugiato in Norvegia dal 1991, 60 anni, il religioso islamico era implicato in un'indagine italiana antiterrorismo, sospettato di essere al vertice di una rete jihadista curda di respiro europeo, nota come Rawti Shax e legata allo Stato Islamico, che avrebbe progettato attentati in Occidente e puntato a rovesciare il governo del Kurdistan iracheno per instaurarvi un califfato.
Il Mullah Krekar era stato arrestato in Norvegia nel novembre del 2015 nell'ambito di un'operazione antiterrorismo che aveva riguardato altri 14 presunti esponenti della rete jihadista in sei Paesi europei. L'Italia aveva quindi chiesto la sua estradizione, che la scorsa settimana la Corte Suprema aveva accolto. Poi, la rinuncia degli italiani a mettere le mani sul Mullah Krekar, decisione che ha generato profonda delusione nelle autorità norvegesi, più che felici di liberarsi di un personaggio ingombrante e pericoloso, schedato come terrorista tanto dall'Onu che dagli Usa, una minaccia alla sicurezza nazionale, più volte in carcere ma mai rispedito in Iraq perché nessuno avrebbe potuto garantire che non sarebbe stato giustiziato.
La premier Erna Solberg in conferenza stampa non ha nascosto una certa irritazione: la decisione di Roma "è qualcosa che dobbiamo accettare" e non sta ai politici giudicare.
In Norvegia, l'arresto del MUllah Krekar era avvenuto in carcere, dove il religioso stava già scontando una condanna a 18 mesi di detenzione per aver minacciato di morte un curdo e per aver rilasciato un'intervista in cui esortava al martirio, ovvero commettere crimini.
ANGELINO ALFANO FRANCO GABRIELLI
angelino alfano e tullio del sette
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