DAGOREPORT – LO “SCAMBIO” SALA-ABEDINI VA INCASTONATO NEL CAMBIAMENTO DELLE FORZE IN CAMPO NEL…
Estratto dell'articolo di Giuliana Ubbiali, Maddalena Berbenni per il "Corriere della Sera"
Il passo falso di Sadate Djima è stato perdere lo zaino nella fuga a piedi dal luogo dell’omicidio, rincorso da un paio di passanti nel pomeriggio di un affollato venerdì di festa in centro a Bergamo. Avere in mano i suoi documenti ha permesso agli investigatori della Squadra mobile, coordinati dalla pm Silvia Marchina, di catturarlo in una notte e, allo stesso tempo, di mettere a fuoco in pochissimo tempo il movente.
Convocata la sera stessa del delitto come compagna del principale sospettato, la trentenne italiana per la quale Djima ha poi confessato di avere ucciso, ha spiegato alla polizia che era ossessivo: «L’ho lasciato perché era geloso», dice nel primo verbale come persona informata sui fatti.
Avevano rotto il 30 dicembre, dopo cinque mesi di convivenza nell’appartamento di lei, in città […] frequentavano il Carrefour della vittima Mamadi Tunkara, 36 anni, sposato in Gambia e con una casa in affitto a Verdello. […]
La donna avrebbe ammesso che Djima era geloso anche di lui, precisando però che la loro conoscenza era superficiale, limitata ai saluti nelle occasioni in cui lo incrociavano al supermercato. Dopo il fermo e alla luce delle dichiarazioni dell’ex compagno, convinto che i due avessero una relazione e di averli anche visti insieme, è stata risentita e ha ribadito la sua versione su Tunkara: «Non conoscevo neanche il suo nome», afferma.
In attesa di riscontri oggettivi che la Squadra mobile sta cercando, la Procura, allo stato, tende a credere alla trentenne, che ha dato l’impressione di essere sincera, oltre che molto provata dalla tragedia. Nella richiesta di convalida del fermo, la pm non esclude che alla base della fissazione di Djima ci possa essere la semplice gentilezza della vittima, magari qualche sorriso frainteso, cosa che rafforzerebbe l’aggravante dei futili motivi contestata con la premeditazione.
[…] Venerdì si è presentato più volte al Carrefour con un coltello da cucina in tasca, finché non ha intercettato Tunkara mentre arrivava in bicicletta per iniziare il turno poco dopo le 15. Si sono incrociati all’ingresso, in un punto dove non ci sono telecamere. Sostiene di avere reagito a una sua prima aggressione, ma tutto è degenerato in talmente poco tempo che gli inquirenti al momento sono spinti a credere che fosse armato per fargliela pagare. […]
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