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PRONTO, CHI ROMPE? – OGNI GIORNO UN ITALIANO SI SVEGLIA E SA CHE RICEVERÀ ALMENO TRE CHIAMATE DA UN OPERATORE DI TELEMARKETING A CUI NON HA MAI DATO IL CONSENSO PER ESSERE CONTATTATO. MA COME È POSSIBILE? BASTA ANDARE SUI SOCIAL O SUL DARK WEB PER SCOPRIRE CHE SI POSSONO ACQUISTARE DEGLI ELENCHI DI CONTATTI: CON 3MILA EURO SI PUÒ VERE UNA LISTA CON 10MILA UTENZE – A POCO È SERVITO IL REGISTRO PUBBLICO DELLE OPPOSIZIONI: L’UNICO MODO PER PROVARE A SALVARSI DAL MARTELLAMENTO GIORNALIERO È…

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Estratto dell’articolo di Alessio Ribaudo per il "Corriere della Sera"

 

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Uno squillo. Un numero sconosciuto. L’esitazione dura istanti. Rispondere o ignorare? Poco importa. Se non lo si fa adesso, torneranno. Ancora. E ancora. Perché si è solo un nome su una lista, un bersaglio da colpire. Dietro quella chiamata c’è una macchina che macina miliardi di dati: senza volto e senza pietà.

Va chiarito subito: c’è un mercato lecito, regolamentato, che si basa su autorizzazioni concesse dai consumatori.

 

Poi c’è n’è uno sommerso, quello del telemarketing selvaggio, dove i dati sono merce di contrabbando e il confine tra legalità e illegalità si fa sempre più labile.

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Il mercato «nero» Per scoprirlo, siamo entrati in questo «mondo». Basta qualche clic nel dark web, avere un po’ di soldi o bitcoin e chiunque può acquistare pacchetti di dati: nomi, cognomi, codici fiscali, indirizzi, numeri di telefono e coordinate bancarie. «Offresi pacchetto prova», propongono venditori anonimi, perché nel sottobosco di questi tenutari di elenchi, i dati si trattano come campioni di frutta esotica: si assaggiano e poi si acquistano in grandi quantità.

 

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«Con tremila euro si può avere una lista con diecimila utenze — spiega Umberto Rapetto, garante della privacy di San Marino —. Alle volte, per trovare queste liste, basta solo fare un giro sui social, dove aziende apparentemente legittime noleggiano e scambiano i contatti, giocando su informative poco chiare e sul consenso ottenuto con modalità borderline . Una volta ceduti, i numeri rimbalzano da un call center all’altro, rendendo impossibile risalire alla fonte della molestia telefonica. Anche perché gli operatori, talvolta infedeli, copiano questi elenchi e li portano via da un’azienda all’altra».

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Le regole Nel 2022, il Registro pubblico delle opposizioni (Rpo) è stato esteso anche ai cellulari.

«Oggi sono iscritte 31 milioni di utenze su 98 milioni», spiegano dai suoi uffici. «Abbiamo ricevuto 650 milioni di richieste di verifica e controllato 4,7 miliardi di numeri». Risultati significativi, dicono.

Vito, però, è uno dei tanti italiani che si è iscritto al Registro ma continua a ricevere chiamate a tutte le ore. «Presenterò querela per disturbo a mezzo telefonico», spiega esasperato. Alessio, medico, rincara: «Fermano il mio lavoro, potrebbe essere interruzione di pubblico servizio».

 

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In Francia, hanno trovato una soluzione diversa: un protocollo filtra le chiamate sospette già a monte. In Italia, la legislazione prevede sanzioni, ma l’impressione è che si combatta una guerra tra guardie e ladri che, però, corrono sempre un passo avanti.

«Il Rpo? Una buona idea che ha fallito», tuona il Codacons.

 

[…] E allora, come difendersi? «Iscriversi al Rpo è il primo passo – spiega l’avvocato Guido Scorza, componente del collegio del garante della privacy – ma serve ripeterlo con costanza perché, ogni volta, si annullano tutti i consensi dati prima.

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Bisogna poi non dare mai i propri dati al telefono, diffidare dei numeri sospetti e denunciarli ad Agcom e al Garante con pochi clic sui loro siti. Le sanzioni, calibrate sul fatturato dei trasgressori, hanno sfiorato decine di milioni di euro: le più severe mai inflitte». […] 

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