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PUO' UN VACCINO DA POCHI EURO BATTERE L'ALZHEIMER? SECONDO GLI SCIENZIATI DELL'UNIVERSITA' DI LEICESTER, Sì - STUDIANDO GLI EFFETTI DI UN PARTICOLARE ANTICORPO SUI TOPI, I RICERCATORI HANNO SCOPERTO CHE NON SOLO ERA IN GRADO DI PREVENIRE LA MALATTIA, MA ANCHE DI FERMARNE LA PROGRESSIONE - "SE QUESTI RISULTATI DOVESSERO ESSERE REPLICATI NEGLI STUDI CLINICI SULL'UOMO, POTREBBE ESSERE UN TRATTAMENTO RIVOLUZIONARIO"

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Dagotraduzione dal Daily Mail

 

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Gli scienziati che stanno sviluppando un vaccino contro l’Alzheimer dicono di essere «molto eccitati» dai risultati ottenuti sui topi. I ricercatori dell’Università di Leicester hanno escogitato infatti un trattamento che potrebbe fermare la progressione della malattia, o addirittura prevenirla.

 

La terapia, che costa 15 sterline (17,50 euro), agisce prevenendo la formazione di depositi dannosi di proteine nel cervello legati alla perdita di memoria. La demenza colpisce circa 850.000 persone nel Regno Unito ed è attualmente incurabile, ma gli esperti credono che il nuovo vaccino potrebbe entrare negli studi clinici sull’uomo entro due anni.

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Si crede che il morbo di Alzheimer sia causato da gruppi di proteine naturali chiamate beta amiloide che, se corte o tronche si uniscono formando placche nel cervello.

 

Ma gli scienziati hanno individuato un anticorpo, chiamato TAP01-04, che si lega all’amiloide beta quando è accorciato impendendogli di aggregarsi. Questo anticorpo costituisce la base della nuova terapia.

 

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Le prove realizzate su topi affetti da Alzheimer hanno scoperto che l’anticorpo ha contribuito a ripristinare la funzione delle cellule cerebrali perché ha impedito il formarsi di placche, migliorando la memoria dei topi.

 

Gli scienziati stanno lavorando a un vaccino che induca il corpo a generare anticorpi TAP01-04. In questo modo la malattia potrebbe essere prevenuta. «Mentre la scienza è attualmente ancora in una fase iniziale, se questi risultati dovessero essere replicati negli studi clinici sull’uomo, allora potrebbe essere un trattamento rivoluzionario» ha detto il professor Mark Carr, a capo della ricerca.

 

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«Apre la possibilità non solo di curare l’Alzheimer una volta rilevati i sintomi, ma anche di vaccinare preventivamente le persone».

 

«Negli studi clinici, nessuno dei potenziali trattamenti che dissolvono le placche amiloidi nel cervello ha mostrato molto successo in termini di riduzione dei sintomi dell’Alzheimer. Anzi alcuni hanno mostrato effetti collaterali negativi. Nei topi abbiamo identificato un anticorpo che neutralizzerebbe le forme troncate di beta amiloide ma non si legherebbe né alle forme normali della proteina né alle placche» ha detto il professor Thomas Bayer, del Centro medico universitario di Gottingen in Germania, coautore della ricerca.

 

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Lo studio è stato condotto in collaborazione con l'ente benefico per la ricerca medica LifeArc. I ricercatori, i cui risultati sono stati pubblicati la scorsa notte sulla rivista Molecular Psychiatry, stanno cercando un partner commerciale per portare avanti l'anticorpo terapeutico e il vaccino attraverso studi clinici.