DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Riccardo Arena per “la Stampa”
polizia davanti a casa di Teresa Spanò
Una storia di liti in famiglia, di una donna senza marito, che vive all'estero, di una figlia che uccide la madre. L'assassina di questa tragedia siciliana di Capodanno ha solo 17 anni ed è accusata di avere strangolato Teresa Spanò, che ne aveva 55 e faceva la maestra elementare: una contestazione che pesa come un macigno su questa ragazzina dal fisico mingherlino, da ieri sera rinchiusa in un istituto penale minorile a Caltanissetta. Eppure, secondo quanto finora emerso, lei sarebbe riuscita a sopraffare la mamma, donna robusta ma che ha avuto la peggio, nell'ennesima furiosa zuffa fra le due.
Alcuni vicini che vivono nelle palazzine accanto alla casa di Teresa e della figlia, in corso Butera a Bagheria, città di 50 mila abitanti a ridosso di Palermo, hanno riferito di aver sentito urla provenire dall'abitazione delle due, intorno alle tre della notte fra Capodanno e ieri. Non hanno sentito nulla invece i parenti, che stanno nello stesso edificio, sopra e sotto l'appartamento della Spanò. L'allarme però è scattato solo di mattina, alle otto, dopo che la stessa ragazzina ha chiamato i soccorsi.
Bagheria si interroga su questa storiaccia, il sindaco Filippo Maria Tripoli dice che l'intera comunità - Renato Guttuso, il poeta Ignazio Buttitta e Peppuccio Tornatore tra i figli più illustri - deve stare vicino alla giovanissima, presunta assassina, che di fatto è la seconda vittima del delitto.
La diciassettenne ha confessato al procuratore dei minorenni, Claudia Caramanna, che ne ha ordinato il fermo accusandola di omicidio: nel chiamare i soccorsi lei stessa aveva subito detto di avere ucciso la madre, poi di fronte a poliziotti e personale del 118 si era avventurata in improbabili ricostruzioni, sostenendo che Teresa Spanò le avrebbe messo le mani al collo e poi, presa dallo sconforto, si sarebbe imbottita di psicofarmaci per suicidarsi.
Una confezione di medicine di questo tipo effettivamente è stata ritrovata in casa, ma la ricostruzione proposta dalla ragazza è apparsa tanto arzigogolata quanto per nulla credibile ed è stata smontata già alla vista del cadavere e all'esame da parte del medico legale, che ha notato gli inequivocabili segni attorno al collo. Il crollo dopo un lungo interrogatorio.
La confessione apparentemente non lascia spazi a ulteriori dubbi. Solo interrogativi su cosa possa avere generato questa furia omicida, matricida, in una ragazza nemmeno maggiorenne. Incomprensioni, conflitti personali e generazionali, una vita tormentata per via della lontananza del padre. Teresa Spanò viene descritta come una maestra mite, insegnava alla scuola elementare di via Lungarini a Casteldaccia, altro centro dell'hinterland palermitano, sul versante della costa orientale. L'indagata frequenta l'ultimo anno al liceo classico Francesco Scaduto, nella vicina via Dante. Teresa Spanò aveva due sorelle e tre fratelli.
Uno di loro abita proprio al primo piano della palazzina al civico 401 di corso Butera, lei con la figlia stavano al secondo e la nonna della ragazzina al terzo. Una residenza quindi interamente occupata da inquilini legati da vincoli di sangue. Nessuno però ha sentito e nessun soccorso immediato è stato portato a Teresa.
A breve distanza dal teatro della tragedia c'è il centro della movida bagherese, un luogo in cui centinaia di ragazzi si ritrovano per divertirsi e bere in allegria. Nemmeno lì nessuno si è accorto di niente. Una vicina dice di non conoscere la famiglia protagonista della tragedia: «Mai viste, forse la spesa la facevano altrove», spiega ai cronisti.
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