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RISCHIANO IL PROCESSO IL TERZIARIO FRANCESCANO E UN FRATE CAPPUCCINO CHE SI PRESERO A BASTONATE A TRIESTE, AL FUNERALE DELLA “MINISTRA” DELL’ORDINE SECOLARE FRANCESCANO - DIETRO LA RISSA C’ERANO DIFFIDENZE SULLA GESTIONE DEI SOLDI E VECCHIE RUGGINI MAI RISOLTE

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Renato Farina per “Libero Quotidiano”

 

CHIESA SANT APOLLINARE A TRIESTECHIESA SANT APOLLINARE A TRIESTE

Vorremmo dare un fraterno, persino francescano consiglio alla Procura di Trieste: processi i fanti ma lasci stare i santi, anche nella loro versione meno riuscita e piuttosto manesca. In questo caso siamo davanti a (1) un terziario piuttosto vispo, classe 1925, ha usato il suo bastone per randellare il (2) padre cappuccino cinquantenne che gli si parava davanti sull'altare e lo ha sbattuto a terra per impedirgli di commemorare una defunta, a sua volta terziaria francescana (3), lì presente nella bara che per ovvi motivi non è stata in grado di sedare la rissa.

 

Ora per i primi due il pm ha pronte le accuse definitive: lesioni personali, interruzione di funzione religiosa (solo per l' anziano). Ma dai, signor Giudice, è stata poca roba, chiuda la pratica. E voi due, fatelo per Francesco, sta finendo l'anno della Misericordia, perdonatevi, e Lei, illustre Sostituto procuratore, si metta una mano sulla toga, sperando che sotto ci sia la coscienza, e soprassieda, archivi, sono bagattelle da fratacchioni.

TERZIARI FRANCESCANITERZIARI FRANCESCANI

 

Un'avvertenza. Qui ho cercato di spolverare un po' di cannella sull'evento, per virarlo sulla commedia. Ma non è così. La storia che stiamo per raccontare fa ridere, perché ricorda i cartoni animati, fa venire in mente Robin Hood e frate Tac, ma è drammatica. C'è dentro molto dolore, tanta ira, risentimento, ed essa dimostra che non c'è nessuno, ma proprio nessuno immune dai vizi capitali. Anche se Giulio Andreotti quando doveva dipingere qualcuno diciamo così nervoso sussurrava «non era un terziario francescano», anche i terziari nel loro piccolo s'incazzano.

 

RINVIO A GIUDIZIO

La vicenda risale al maggio del 2014, ma è state riesumata perché il pubblico ministero ha chiuso le indagini preliminari, che sono il preludio per la richiesta di processo. Imputati un francescano laico, il signor Marcello, vice capo dei terziari della Venezia Giulia, anni 89 all'epoca dei fatti, e il suo superiore dell'ordine dei cappuccini, fra Silvano.

 

Ordine secolare francescanoOrdine secolare francescano

Nella chiesa di Sant' Apollinare, alla Montuzza, si celebra il rito funebre per la signora Flavia, da tempo gravemente ammalata. Una figura luminosa: era la degnissima "ministra" dell'Ordine secolare francescano, che in sigla fa Osf, più noti, prima che nel 1978 cambiassero ufficialmente l'intestazione ecclesiastica, come "terziari francescani". Devono vivere imitando il Poverello d'Assisi ma stando nel mondo e non in convento, applicando le regole dentro le normali attività. Bontà, carità, missione: Vangelo vissuto senza addolcimenti.

 

FRATI CAPPUCCINIFRATI CAPPUCCINI

Ciò non vuol dire essere pecorelle belanti: il più famoso tra i loro antenati si chiamava Dante Alighieri, e non ci andava piano nel cacciare chi gli stava in uggia nella bocca di Belzebù. Così pare avesse intenzione di fare il signor Marcello con i frati alla fine della messa di suffragio. Questo almeno deve aver pensato fra Silvano, quando, dopo l'aspersione e l'incensamento del feretro, Marcello baldanzoso, reggendosi col bastone, si è recato al leggio con un foglietto in mano. Che c'era scritto?

 

Il terziario dice: era una preghiera, un ricordo. I maligni sostengono che invece ne avrebbe dette di tutti i colori a riguardo dei frati, i quali avevano in sospetto che - usando certe deleghe dategli dalla moribonda - avesse gestito il patrimonio dei terziari senza troppo scrupolo. Insomma: i soldi, maledetto sterco del diavolo, specie quando finisce tra sagrestia, altare e convento.

 

CHIESA SANT APOLLINARE A TRIESTE CHIESA SANT APOLLINARE A TRIESTE

Fra Silvano blocca il vegliardo che agita l'attrezzo: vuole impedire uno scandalo o forse semplicemente rimarcare che prete o frate che sia sull' altare comanda lui. Il vecchio Marcello finisce a terra, inciampando sui gradini, ma fa in tempo ad aggrapparsi al frate che più che di Francesco appare essere seguace del lupo di Gubbio, e gli casca addosso. A questo punto il bastone che non serve più per stare in piedi è invece utilissimo per rifilare da terra al frate una solenne spazzolata.

 

Pare che per far concludere la cerimonia il frate, consapevole che ormai la frittata era fatta, ha esagerato, e ha sospinto il terziario in sagrestia così da evitare facesse ulteriori scene. Appena libero, l'anziano Marcellino, poco pane e molto vino, ha sporto denuncia dopo essersi fatto diagnosticare 10 giorni di prognosi. Imitato il giorno seguente dal frate, anch'egli ammaccato e con prognosi identica. Un pareggio. Perché riaprire la partita?

 

SANDALI E PALLONE

Il convento della Montuzza a Trieste è una istituzione, ci sono i frati cappuccini. Il guardiano era (dopo quei fatti è stato trasferito "dalli superiori" come fra Cristoforo) padre Silvano, viene dal Padovano, correva con il pallone e i suoi sandali. Ho ritrovato una sua fotografia scattata subito dopo i fatti: è seduto mesto, con la faccia di un cane bastonato.

 

In effetti bastonato lo è stato i davvero. Ma deve aver menato anche lui: due braccia da ragazzone abituato a far rigare dritto quelli che una volta si chiamavano monelli dell'oratorio, ed oggi talvolta sono infiltrati dai bulli. Risultato, temiamo, un processo inutile. Che equivarrà a una bastonata in testa a un vecchio e a un frate. Non ha di meglio da fare la giustizia? La quale, per bocca o penna di un magistrato, potrebbe obiettare: non ha nulla di meglio da fare un giornalista? Risposta: no. Dove la si trova una storia così?