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UN TIPO MOLESTO - A ROMA, IL 36ENNE PERUVIANO AUGUSTO CESAR MARTINEZ SANCHEZ, ARRESTATO PER VIOLENZA SESSUALE, EVADE DAI DOMICILIARI E VIOLENTA UN'ALTRA DONNA - ENTRAMBE LE VITTIME HANNO RACCONTATO DI ESSERSI SENTITE STORDITE E CONFUSE DOPO CHE L'UOMO AVEVA OFFERTO LORO UN COCKTAIL - SANCHEZ, CHE LAVORA COME PR E PROMOTER DI ASPIRANTI MODELLE, AVREBBE VIOLENTATO LA PRIMA RAGAZZA DOPO UNA SERATA IN DISCOTECA, MENTRE LA SECONDA…
Estratto dell'articolo di Michela Allegri per “Il Messaggero”
Alla mattina è stato arrestato ai domiciliari per violenza sessuale in danno di una ragazza immagine e, la sera stessa, approfittando della non disponibilità del braccialetto elettronico, è evaso e avrebbe stuprato un'altra ragazza. Per questo motivo Augusto Cesar Martinez Sanchez, pr peruviano di 36 anni, che vive e lavora a Roma anche come promoter di aspiranti modelle, ora è in carcere. La prima violenza risale alla notte tra l'11 e il 12 ottobre 2024 e sarebbe avvenuta nei pressi della discoteca El Taboo, quartiere Tiburtino.
La seconda, invece, a casa del pr al Quarticciolo, dopo una serata in una discoteca all'Eur. […] Entrambe le ragazze hanno raccontato di essersi sentite stordite e confuse dopo che l'indagato aveva offerto loro un cocktail. Gli inquirenti sospettano che ci siano altre vittime.
IL PERICOLO
All'epoca del primo arresto, il gip aveva sottolineato «l'estrema spregiudicatezza dell'indagato», che non ha esitato ad approfittare «delle condizioni di inferiorità della vittima, peraltro direttamente indotte», visto che le avrebbe offerto da bere e, forse, la avrebbe drogata, circostanza non verificabile: i reperti biologici prelevati in ospedale sono stati buttati via. Il giudice scriveva che il pericolo di recidiva era alto «rispetto alla stessa vittima e rispetto ad altre ragazze». E ancora: «È concreto il pericolo che possa perpetrare condotte ugualmente moleste e violente».
Erano però stati disposti i domiciliari, considerando il fatto che il pr era «ben inserito in un contesto lavorativo e informato dell'esistenza del procedimento». […] Nell'ordinanza di arresto del peruviano viene ricostruita la vicenda. La vittima era andata al pronto soccorso del San Filippo Neri accompagnata dalla madre, denunciando una violenza.
La madre ha raccontato agli inquirenti che la ventenne aveva lavorato come ragazza immagine nella discoteca El Taboo e che sarebbe stata accompagnata a casa da Cesar, che conosceva da 3 anni, visto che aveva già lavorato con lui. Alle 4,30 di notte la donna si era accorta che la figlia non era ancora rientrata: l'ultimo accesso su Whatsapp era alle 3,44. Aveva quindi cominciato a scriverle e a chiamarla, senza ottenere risposta. Aveva poi aggiunto che sul cellulare della figlia aveva installato un'app che le consentiva di localizzarla: era andata via dal locale e aveva sbagliato più volte la strada per tornare a casa.
L'auto su cui si trovava era parcheggiata vicino alla loro abitazione. La donna era quindi uscita e aveva raggiunto il parcheggio: la ragazza era scesa dalle portiere posteriori. Dietro di lei, Cesar. La giovane barcollava, aveva il vestito alzato e dei lividi sui glutei, che erano scoperti. Al mattino, la ventenne non ricordava nulla. I lividi erano anche sulla schiena, sotto al seno e su un braccio. Insieme alla madre, era andata prima in ospedale e poi a sporgere denuncia. Ricordava di avere bevuto due rum e cola e che Cesar le aveva offerto e poi un altro bicchiere, che lui le aveva detto di «bere tutto d'un fiato».
Da quel momento non ricordava più nulla, se non degli sprazzi in cui lui la baciava in auto. […] il pr, che le aveva detto che era caduta in discoteca. Intercettato, l'indagato aveva avvisato il gestore del locale che avrebbero sequestrato i filmati delle telecamere di sorveglianza e aveva detto: «Ci siamo solo baciati, niente di che, io ero vestito».
Ora, per lo straniero c'è una nuova ordinanza di custodia cautelare, questa volta in carcere, «considerando che l'indagato ha violato le prescrizioni della misura detentiva e considerato che le esigenze di cautela sociale possono essere salvaguardate soltanto con la misura di massimo rigore». Il racconto della seconda vittima - anche lei accompagnata in ospedale dalla madre - è molto simile a quello della prima violenza dove, «le condotte evidenziano una spregiudicata capacità rispetto alla possibilità di circuire ed approfittare di soggetti giovani, indotti a bere o ad assumere sostanze droganti, sottoposti poi a violenza sessuale». […]
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