DAGOREPORT - CHI L’HA VISTO? ERA DIVENTATO IL NOSTRO ANGOLO DEL BUONUMORE, NE SPARAVA UNA AL…
Giuseppe Agliastro per “la Stampa”
Battute su Vladimir Putin e sulla religione: un mix pericolosissimo in Russia e che potrebbe costare caro a un giovane comico. Lo scorso febbraio, il cabarettista Aleksandr Dolgopolov ha fatto ridere il suo pubblico con uno show condito di scherzi sul leader russo e altri, a volte volgari, sul Cristianesimo.
Ieri, a quasi un anno di distanza, il 25enne ha annunciato di aver lasciato temporaneamente la Russia perché la polizia ha messo nel mirino quel suo vecchio spettacolo. Il motivo di tanto interesse ufficialmente non è ancora noto, ma l' avvocato del giovane, Leonid Solovyov, ha spiegato che l' indagine è legata a una denuncia in cui si accusa Dolgopolov di offendere i sentimenti religiosi e ha sottolineato che il ragazzo non tornerà in Russia «finché la situazione non sarà più chiara».
La battuta sul presidente
Il comico alcuni giorni fa ha pubblicato sui social la copia di un documento con cui la polizia di una cittadina vicino Mosca chiedeva informazioni su di lui al teatro di San Pietroburgo in cui si era esibito a febbraio.
Un video dello spettacolo è stato pubblicato su YouTube ed è stato guardato da ben 2,8 milioni di persone. Un gran successo. Ma non una gran bella pubblicità per Putin. «La popolazione russa - scherza Dolgopolov dal palco - si divide in due parti: da un lato ci sono coloro che hanno votato per Putin, dall' altra quelli che sanno leggere, scrivere e prendere decisioni razionali». E se Putin chiedesse ai cittadini russi di gettarsi nella lava - si chiede l' attore - come reagirebbero i suoi sostenitori? Ecco la risposta scherzosa di Dolgopolov: «Mio Dio, dove troviamo la lava? Non c' è lava nel nostro giardino. Cosa dobbiamo fare, o saggio leader?».
Il Cremlino potrebbe non aver apprezzato molto queste battute. Ogni critica a Putin in tv è di fatto vietata e l' ultimo programma di satira politica in Russia risale a quasi vent' anni fa. Al momento pare però più probabile che il giovane cabarettista russo sia accusato di offesa ai sentimenti religiosi, un reato introdotto con una legge del 2013 fermamente condannata dai difensori dei diritti umani.
Nel suo show, con un linguaggio a volte scurrile, Dolgopolov prende in giro la Chiesa e la propria fede da bambino, e dice che la Vergine avrebbe dovuto chiamare Gesù col nome slavo Bogdan, che significa «dono di Dio». Tanto potrebbe bastare a fargli rischiare fino a un anno di reclusione.
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