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LA SCOMPARSA DEI TRE NAPOLETANI IN MESSICO POTREBBE ESSERE LEGATA A UNA AFFARE ANDATO MALE CON I COLTIVATORI DI AVOCADOS DI MORELIA, LEGATI AL CARTELLO DI “JALISCO NUEVA GENERAZIONE” - L’APPELLO DELLE FAMIGLIE: “NON CI FIDIAMO DEI MESSICANI, IL GOVERNO MANDI GLI INVESTIGATORI ITALIANI”

Anticipazione stampa da “OGGI”

 

Gli italiani scomparsi in Messico - Raffaele Russo Antonio Russo Vicenzo Cimmino

La scomparsa in Messico di Raffaele Russo, Antonio Russo e Vincenzo Cimmino potrebbe essere legata a un affare andato male con i coltivatori di avocados di Morelia (Michoacán), legati al cartello di Jalisco Nuova Generazione. Raffaele Russo aveva fatto affari in quella città nell'agosto 2017. È quanto riferito da fonti messicane al settimanale OGGI, che sul numero in edicola giovedì dedica un’indagine al rapimento dei tre napoletani, avvenuto il 31 gennaio scorso.

RAFFAELE RUSSO SCOMPARSO IN MESSICO

 

Secondo le informazioni raccolte da OGGI, la Procura di Guadalajara nelle ultime settimane ha eseguito alcuni test del Dna su cadaveri rinvenuti nelle campagne circostanti Tecalitlán, la città in cui sono stati rapiti i tre. I controlli hanno dato esito negativo.

Italiani scomparsi in Messico - Antonio Russo - suo padre Raffaele e il cugino Vincenzo Cimmino

 

La famiglia Russo ha offerto una ricompensa di 2 milioni di pesos – circa 89 mila euro – a chiunque fornisca informazioni utili. «Giurano che li cercano, ma io della polizia messicana non mi fido», dice a OGGI Silvana Esposito, moglie di Raffaele Russo e madre di Antonio, che lancia anche un appello al presidente Sergio Mattarella e al ministro dell'Interno Marco Minniti: «Supplico il governo di mandare degli investigatori italiani a cercare i miei uomini. Subito, prima che archivino l’indagine e sia troppo tardi».

Gli italiani scomparsi in Messico