mian kashif zameer chohadary

“SE TI CONVERTI ALL’ISLAM TI PAGO” – SU "TIK TOK" SI FA STRADA UN ALTRO FENOMENO: UN PACCHIANO IMPRENDITORE PAKISTANO CHE, TRA MACCHINE DI LUSSO E SOLDI LANCIATI IN ARIA, TENTA IL PROSELITISMO 2.0: “SE UN CRISTIANO ACCETTA L'ISLAM, IO GLI DARÒ 2 LAKHS DI RUPIE; SE SI CONVERTE L'INTERA FAMIGLIA, DARÒ A LUI UN MILIONE DI RUPIE” – PARLIAMO DI 1.500 EURO IN UN PAESE DOVE LO STIPENDIO MEDIO È DI 150 EURO… - VIDEO

Carlo Nicolato per "Libero Quotidiano"

 

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Un salto di qualità della guerra santa, potremmo anche chiamarlo jihad 2.0, quello che per convertire i nemici di sempre, i cristiani, anziché la violenza fisica o psicologica utilizza il denaro. Per la verità non è nemmeno una novità visto che bene o male lo stesso metodo veniva utilizzato perfino nei secoli d'oro dell'impero ottomano, quando al convertito veniva prospettata una possibilità di carriera che altrimenti sarebbe stata impossibile. Ma stavolta sembrerebbe trattarsi di un contratto, non di una promessa o di un sentito dire.

 

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 L'iniziativa parte dal Pakistan, da un giovane imprenditore tessile locale, tal Mian Kashif Zameer Chohadary che si presenta in un video su Tik Tok con un'enorme catena al collo e grande sfoggio di cafonaggine, il giusto mix per attirare una larga schiera di giovani e promettenti convertiti di quelle parti.

 

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«Salute! Sono Mian Kashif Zameer. Qui su TikTok c'è gente che lancia stupide sfide agli altri. Ma ora io sto per annunciare un'offerta che non è mai stata lanciata su TikTok. Se un cristiano accetta l'islam, io gli darò 2 lakhs di rupie; se si converte l'intera famiglia all'islam, io darò a lui un milione di rupie. Vi prego, accettate l'islam, che è la migliore religione».

 

 Al cambio attuale le somme offerte sono rispettivamente di mille e cinquemila euro, non poco visto e considerato che uno stipendio medio in Pakistan arriva a malapena a 150 euro netti. Il video ha catturato l'attenzione di migliaia di giovani, attirati dal denaro facile ma soprattutto dallo spirito di emulazione che è il vero potere occulto dell'app cinese.

 

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Più dei soldi infatti la vera minaccia islamica arriva da TikTok, dai messaggi che spopolano sulla chat dei giovanissimi e ad essi diretti, più convincenti di migliaia di imam. Si tratta di video in cui il ragazzino o la ragazzina di turno racconta la storia della sua conversione, dei conflitti coi genitori e dei patemi sopportati, ma della pace raggiunta una volta compiuto il tragitto.

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I video sono anche raccolti in vari canali su Youtube sotto il tag #muslimconverts e contano migliaia di commenti, complimenti e suggerimenti del caso. «Sono un nuovo convertito che proviene da una famiglia cristiana molto severa», scrive ad esempio Aisha Kenza in un messaggio di tre mesi fa, «ho 16 anni e di conseguenza vivo ancora con i miei genitori.

 

Mi sono convertito all'islam una settimana fa, alhamdullilah, ma non ho avuto il coraggio di dirlo ai miei genitori. Ad essere onesto, ho solo bisogno di supporto e guida. Non riesco a contattare nessun fratello o sorella musulmani. Sto digiunando bene ma temo che un giorno mia mamma mi costringerà a mangiare e indossare cose non modeste. Ho anche paura di essere picchiato per essere riconvertito alla cristianità con la forza. Se leggi questo, sarai nelle mie preghiere. Grazie :)».

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Seguono migliaia di like e centinaia di risposte. Aisha Kenza è solo uno dei tanti, ma così tanti che ad esempio in India è diventata una delle ragioni per cui il governo ha deciso di chiudere TikTok. Denaro, tanto denaro e chat come TikTok, di questo dovrà temere l'Occidente cristiano nel suo futuro, non più del terrorismo.

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