PIÙ PULIZIA IN POLIZIA - STEFANO GUGLIOTTA VINCE LA SUA BATTAGLIA: QUATTRO ANNI AGLI AGENTI CHE LO HANNO PESTATO SCAMBIANDOLO PER UN ULTRÀ (VIDEO) - RINVIO A GIUDIZIO PER L’ATTUALE VICE QUESTORE IMPROTA, CHE CERCÒ, SECONDO L’ACCUSA, DI COPRIRLI

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VIDEO DELL'AGGRESSIONE A STEFANO GUGLIOTTA

Fulvio Fiano per il "Corriere della Sera"

STEFANO GUGLIOTTA STEFANO GUGLIOTTA

Mandato in ospedale senza un perché da pugni, calci e manganellate, tenuto in carcere una settimana con una falsa accusa, infine scagionato e preso a simbolo di uno scontro che va oltre il caso singolo. Stefano Gugliotta ha vinto ieri la sua battaglia giudiziaria (e pianto in aula con lacrime di sollievo).

Ma non vuole trasformare la sua vicenda, inevitabilmente pubblica, in qualcosa di più grande: «I poliziotti condannati per avermi picchiato sono persone che hanno sbagliato nello svolgere il loro lavoro. Succede a loro, come succede a tutti, e come avviene in altri settori è giusto che paghino. Ma non era un processo alla polizia».

A nove agenti del reparto Celere sono stati inflitti quattro anni di carcere per il pestaggio del 28enne, il 5 maggio del 2010 in una via adiacente lo stadio Olimpico. Era la sera della finale di Coppa Italia tra Roma e Inter e Stefano con un amico andava in scooter a una festa.

STEFANO GUGLIOTTA STEFANO GUGLIOTTA

In due, senza casco, a bassa velocità (l’amico seduto dietro aveva le stampelle in braccio) devono percorrere poche centinaia di metri ma vengono fermati da un poliziotto che li aggredisce credendoli tifosi coinvolti negli immancabili scontri: «Che stavate a fa’?», si sente nel video girato dal balcone di un palazzo, immagini diventate poi la prova chiave dell’inchiesta. Neanche il tempo della risposta e parte uno schiaffo. L’amico scende, Stefano prova a difendersi, incredulo: «Ma che, sei scemo?».

STEFANO GUGLIOTTA STEFANO GUGLIOTTA

Arrivano altri agenti in tenuta antisommossa e lo riducono in malo modo: un dente rotto, un labbro spaccato, una ferita alla testa e lividi alla schiena, alle braccia e ai fianchi. Lo portano nella camionetta e firmano un verbale falso che rischia di inguaiarlo. Quattro di loro devono rispondere in un altro procedimento anche di falso e calunnia. Stessa accusa che ha portato pochi giorni fa al rinvio a giudizio l’attuale vice questore Massimo Improta, che cercò, secondo l’accusa, di coprirli.

Gli agenti condannati (le pene hanno superato le richieste del pm) sono Leonardo Mascia, Guido Faggiani, Andrea Serrao, Roberto Marinelli, Adriano Cramerotti, Fabrizio Cola, Leonardo Vinelli, Rossano Bagialemani e Michele Costanzo.

Nelle parole dell’accusa: «Hanno agito con abuso di potere e violazione dei doveri in una zona non interessata agli scontri e senza che ricorressero esigenze di tutela dell’ordine pubblico o di contrasto di particolare resistenza». Dovranno risarcire 40 mila euro.

GugliottaGugliotta

«Un processo difficile (dei nove imputati solo Mascia si è presentato, ndr), siamo soddisfatti ma non si può festeggiare la condanna di nove agenti», dice l’avvocato Cesare Piraino.

In aula, oltre ai familiari del 28enne, c’erano le sorelle di Giuseppe Uva e Bernardino Budroni, altre vittime di presunti abusi di polizia. «Mi sono state vicine, ma sono casi separati», ripete Gugliotta, adesso operaio specializzato.

«Sentenza giusta, ma non è la fine di tutto. Mi massacrarono e gli strascichi li vivo ancora. Ogni tanto sul web compare un commento scandalizzato a quel video, pensate come devo sentirmi io che l’ho rivissuto per tutti questi anni...».