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Stefania Maurizi per “la Repubblica”
LA VALIGIA TOP SECRET DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
È la valigetta dell' Apocalisse. E segue il presidente degli Stati Uniti come la sua ombra. Ventiquattrore su ventiquattro, sette giorni su sette. Da quella borsa nera di appena venti chili e mezzo il presidente può lanciare una guerra nucleare. Si chiama "Football" e questa settimana ha puntualmente accompagnato Donald Trump nella sua prima uscita ufficiale: una visita alla base aerea di Dover, nel Delaware. Ma pochi l' hanno notata.
Gli obiettivi dei fotografi erano tutti per la bella Ivanka Trump. Eppure uno scatto ha immortalato anche quella valigetta nera, ricordandoci con un tetro simbolismo come ora Trump abbia fisicamente nelle sue mani il potere di incenerire intere nazioni. A guidare Repubblica nei misteri di "Football" è un esperto di livello internazionale: l' americano Stephen Schwartz, analista indipendente, già direttore del Bulletin of the Atomic Scientists e autore di "Atomic Audit", una potente ricostruzione dell' avventura nucleare Usa, dei suoi rischi e costi.
LA VALIGIA TOP SECRET DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
BOTTONE FINE DI MONDO
«Dentro la valigetta non c' è alcun bottone rosso per lanciare un attacco», spiega Schwartz a Repubblica. E allora che cosa contiene? Lo studioso descrive ogni oggetto: una lista di strutture specializzate in giro per il mondo, in cui il presidente può rifugiarsi in caso di attacco nucleare o anche di grave assalto terroristico. Le istruzioni per permettergli di inviare un messaggio agli americani attraverso tutte le radio e tv del Paese.
Un sistema per comunicare via teleconferenza, in modo sicuro e da qualunque parte del mondo, con il segretario alla Difesa e con altri consiglieri militari e membri del suo staff. E infine il manuale delle decisioni: il "libro nero" che spiega con una sintesi simile a quella di un fumetto quali sono i tipi di attacco che il presidente ha a disposizione e le loro conseguenze.
LA VALIGIA TOP SECRET DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
Cinque addetti militari, uno per ogni forza armata (Esercito, Marina, Aeronautica, Corpo dei Marines e Guardia Costiera), si alternano nei turni necessari per garantire che "Football" stia sempre accanto al presidente. E il "commander in chief" ha sempre con sé il "Biscuit", una tessera laminata con i codici che gli permettono di "autenticarsi" con i vertici del Pentagono, nel caso in cui decida di far partire l' attacco. I leader militari devono avere la certezza che l' ordine venga dal presidente: i codici del "Biscuit" servono a verificarne l' identità.
UOMO SOLO AL COMANDO
LA VALIGIA TOP SECRET DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
Se nella valigetta non c' è alcun bottone rosso, come fa Mr. President a dare il via all' Apocalisse? «Il ruolo essenziale di "Football" è quello di fornirgli un quadro immediatamente comprensibile delle opzioni che ha a disposizione e delle conseguenze calcolate per ciascuna di esse: le armi nemiche distrutte, i morti e i feriti.
Il presidente le valuta nel corso di una teleconferenza con i suoi consiglieri militari e civili di più alto livello e - dopo che la sua identità è stata verificata - il suo ordine di attacco viene trasmesso rapidamente alla catena di comando, innescando il rilascio dei codici di lancio dei missili nei silos o di quelli dei sottomarini, dei bombardieri a lungo raggio e dei caccia con armi atomiche schierati in Europa», sottolinea Stephen Schwartz, raccontando come dal momento in cui scatta l' ordine, servono pochissimi minuti per sferrare l' attacco. Appena quattro, se il presidente ha optato per il lancio di un missile intercontinentale balistico (Icmb), custodito nei bunker sotterranei degli Usa.
LA VALIGIA TOP SECRET DEL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI
Da "Football" può partire qualsiasi tipo di offensiva: dalla detonazione di una singola testata - come avvertimento atomico o rappresaglia limitata - alla guerra nucleare globale per radere al suolo interi continenti.
L' ordine «non può essere bloccato in alcun modo né con una procedura legale né con qualsiasi altra procedura che non sia, in teoria, una vera e propria insubordinazione di massa lungo tutta la catena di comando». Considerate le immense conseguenze di queste azioni, ci si aspetterebbe che i presidenti ricevano un addestramento profondo. E invece no.
«Ognuno di essi riceve un solo briefing su "Football" e sul proprio ruolo nell' usarlo, poco prima della cerimonia di insediamento », conclude Schwartz, «pochissimi presidenti si sono mai interessati molto ad esso o anche ai piani di guerra nucleare, dopo quell' unico briefing. Probabilmente, è troppo orribile da sostenere ».
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