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Grazia Longo per "la Stampa"
Oggi, come i prossimi 27 del mese fino all'insediamento del nuovo consiglio regionale, Franco Fiorito (indagato per peculato) incasserà uno stipendio di 12.800 euro netti. Stessa busta paga per il festaiolo Carlo De Romanis, alias Ulisse, e per tutti gli altri 69 consiglieri del Lazio. Compresa Renata Polverini, che con l'indennità sfiora i 20 mila euro.
Niente più stipendio, invece, per 88 collaboratori assunti con contratti a termine - per una cifra tra i 900 e 1.200 euro al mese - licenziati per effetto del taglio a 12 commissioni. Il prezzo del risparmio, si può facilmente osservare. Peccato però che a pagare siano sempre i più deboli. Mentre i 71 consiglieri regionali saranno iper garantiti: se si voterà davvero ad aprile, i loro stipendi costeranno 7 milioni di euro, mentre a 51 milioni ammonta il costo complessivo della struttura del consiglio.
Il numero dei collaboratori disoccupati potrebbe ancora crescere. Un piccolo esercito di persone assunte per la maggior parte con «chiamata diretta», in virtù del «rapporto fiduciario» con i consiglieri. Occupati prevalentemente in attività di segreteria con due ruoli chiari e dominanti sugli altri: il responsabile della segretaria e il capoufficio stampa. Una quota di dipendenti (tutti ovviamente a tempo determinato) viene retribuita direttamente dalla Regione, in proporzione al numero degli eletti, mentre un'altra attinge dai fondi dei singoli gruppi regionali.
Quei fondi da cui Er Batman di Anagni ha sottratto - secondo la procura e la guardia di finanza - 753 mila euro in auto bonifici, e da cui sono partiti 1 milione e 426 mila euro di «bonifici senza specifica» più 846 mila euro di assegni senza beneficiari su cui ancora si indaga.
I numeri dei contratti di collaborazione sovvenzionati direttamente dalla Regione sono pubblici (tranne i part time), gli altri no. E non tutti i gruppi regionali sono ugualmente disinvolti nel divulgarli. Non abbiamo dunque un totale definitivo ma solo gli 879 che ci sono stati comunicati. C'è un gruppo regionale in particolare che non li ha voluti proprio rivelare: la Lista Polverini. Che ne ha 24 (a fronte di 13 consiglieri regionali) a spese della Regione (non sono noti i part time in aggiunta) e un numero imprecisato foraggiato, nel 2011, da 379 mila euro di spese elettorali.
Il Pdl (17 consiglieri) conta su 24 collaboratori a contratto pubblico e una trentina dipendenti dal Gruppo. Questi ultimi costano 665 mila e 812 euro. Più o meno gli stessi numeri del Pd (14 consiglieri) che ha incassato 622 mila euro. L'Idv ne ha 19 di cui solo 3 a tempo pieno più 8 pagati con 13 mila e 582 euro pagati dal Gruppo. La Destra ne ha 11 di cui 2 part time più 4 spesati dal Gruppo, Sel si differenzia dalla Destra di Storace perché ha due part time in più. I radicali - che spiccano particolarmente per la trasparenza - hanno 13 collaboratori a carico della Regione e 1 solo sul bilancio del Gruppo.
La spartizione dei fondi elettorali -17 milioni e mezzo nel 2011 di cui 3,5 milioni all'ufficio del presidente del consiglio regionale Abbruzzese, è stata stabilita dai componenti dell'ufficio di presidenza: D'Ambrosio (Udc), Astorre (Pd), Gatti (Lista Polverini), Rauti (Pdl) e Bucci (Idv). Pdl, Pd, Idv, Lista Polverini e Udc, oltre ad Abbruzzese e il primo segretario generale del consiglio Cecinelli.
La procura ha intenzione di esaminare anche i loro ruoli, mentre si profila l'ipotesi dell'accusa di riciclaggio per alcuni membri dello staff di Fiorito che hanno ricevuto bonifici (per un totale di 700 mila euro) che nel conto Unicredit del Pdl gestito dall'ex tesoriere Fiorito risultavano senza beneficiario.
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