Allegria! defunti i partiti, deceduto il “teatrino della politica”, riciccia alla grande il circo barnum del calcio

27 feb 2012 10:52

1- I MIGLIORI HANNO DATO IL PEGGIO
Gianni Mura per La Repubblica

Dalla sfida tra le due squadre migliori del campionato piÃ¹ bello del mondo, per chi ci crede, e dove dirigono gli arbitri piÃ¹ bravi del mondo, sempre per chi ci crede, ecco cosÂ´abbiamo esportato da San Siro nel resto del mondo.

In ordine sparso: 1. Il minuto di silenzio usato da tifosi juventini per cori contro il Milan. 2. Un pallone dentro la porta di almeno mezzo metro, ma non Ã¨ gol. 3. Un pugno di MexÃ¨s a Borriello. 4. Un corpo a corpo in area juventina tra Muntari e Lichtsteiner, la cui trattenuta sarebbe da rigore e la replica del milanista da prova tv (meglio usare il condizionale, le immagini sono sfocate). 5. Una ginocchiatina non si sa quanto casuale di Van Bommel alla testa di Vidal. 6. LÂ´espulsione (giusta) di Vidal. 7. La mancata espulsione di Pepe. 8. La rissa finale.

Nel resto del mondo non hanno visto o sentito altre cose. 1. Dirigenti della Juve presi a insulti e sputi nella tribuna cosiddetta dÂ´onore. 2. Le esternazioni di Galliani a Tagliavento, nellÂ´intervallo. A Braschi Galliani aveva giÃ manifestato bruscamente il suo pensiero in tribuna. 3. Quel che succede nel sottopassaggio. 4. Lo scontro a muso duro tra Boban e Conte. 5. La vis agonistica di un telecronista Mediaset. 6. La frase di Buffon: Â«Anche se avessi capito che era gol non lÂ´avrei detto allÂ´arbitroÂ». Franchezza apprezzabile, concetto un poÂ´ meno, del resto non Ã¨ colpa sua se nel nostro calcio il fairplay arriva, al massimo, a dire che sÃ¬, era corner.

Eppure non Ã¨ stata una partita brutta, anzi: ricca di emozioni, ma piÃ¹ negative che positive. Dopo una settimana di botte e risposte, non certo ideali per sdrammatizzare, era quasi inevitabile che ne venisse fuori una partita del genere. Scaricare ogni responsabilitÃ su Tagliavento e collaboratori, che pure ne hanno, impedirebbe una visione piÃ¹ ampia del panorama.

Si continua a proporre un calcio in cui simulare conviene, in cui lÂ´arbitro Ã¨ sempre piÃ¹ sballottato da giocatori isterici, in cui il furbo Ã¨ da applaudire piÃ¹ dellÂ´onesto. Per la serie "facciamoci riconoscere" Milan- Juve Ã¨ uno spot perfetto, lÂ´ennesima puntata di una telenovela in cui gli amici di ieri sono i nemici di oggi e domani si vedrÃ cosa conviene, lÂ´ennesima foto di un ambiente culturalmente degradato, si parla ovviamente di cultura sportiva, di una voglia di civile convivenza.

Chi vuole accomodarsi sui blog dei tifosi troverÃ un calderone dÂ´odio allo stato puro, una serie di certezze, dubbi mai. DÂ´altronde, se lÂ´esempio lo devono dare alti dirigenti che ragionano piÃ¹ con la pancia che con la testa, avanti non si va.

CosÃ¬ il Milan resta convinto che col legittimo 2-0 avrebbe vinto la partita. Probabile ma non garantito, nello stesso pomeriggio il 2-0 del Parma a Marassi era diventato 2-2. CosÃ¬ la Juve resta convinta che, espulso MexÃ¨s e con un tempo tutto da giocare, avrebbe vinto la partita. Fondamentale, in queste geremiadi non regolamentate, citare tutti gli episodi contro e ignorare tutti quelli a favore.

Il problema arbitrale esiste, non Ã¨ solo italiano ma in Italia il turbinio di moviole li stressa di piÃ¹. Per il gol-non gol, che sabato era gol e basta, sembra logico ricorrere ad arbitri di porta (utili anche su trattenute e cinture). Vanno bene anche i pensionati, tanto non devono correre. Resta da rispettare una certa uniformitÃ . Ieri, giusto cacciare Osvaldo ma anche Cigarini. Era davvero occasione da gol quella che ha portato allÂ´espulsione di Balzaretti dopo 70"? Vogliamo parlare dei rigori contro Mesto e Miglionico e di quello concesso a Brienza?

Rigore Ã¨ anche quello di Luis Enrique con De Rossi. In tribuna, reo (pare) di un ritardo di qualche minuto. Forse bastava una multa, e comunque la difesa della Roma Ã¨ impresentabile: quattro gol in fotocopia. LÂ´Atalanta ha fatto piÃ¹ punti dellÂ´Inter, che perde a Napoli e si fa vedere solo dopo lÂ´espulsione di Aronica. Il Napoli, trascinato da Dzemaili, si porta al 5Â° posto.

Con o senza Ranieri il futuro immediato dellÂ´Inter sta tra il grigio e il nerastro. Con Reja e dopo le comiche della vigilia la Lazio piega la Fiorentina e risponde allÂ´Udinese: 3Â° posto per due e note di merito per lÂ´Udinese, che dopo lÂ´impresa di Salonicco fa tre gol a Bologna e riabbraccia Di Natale. DÃ il la un rigore che forse non era rigore per due o tre centimetri, ma non Ã¨ su queste pagliuzze che si puÃ² criticare un arbitro. Sulle travi, sÃ¬.

2- QUELLA FERITA CHE NON SI RIMARGINA MAI
di Mario Sconcerti per il Corriere della Sera

Tra la Juve e gli altri c'Ã¨ un grande equivoco che impedisce comportamenti usuali. La Juve Ã¨ convinta di essere stata truffata dal calcio, il calcio Ã¨ convinto di essere stato truffato dalla Juve. La parte amara perfino della grande partita di sabato Ã¨ questa. Siamo davanti a due vittime eterne, inconciliabili. Da una parte la Juve, dall'altra tutto il resto del calcio.

Quando Conte dÃ del mafioso a Galliani Ã¨ talmente improprio da poterselo permettere solo perchÃ© gli esce da una convinzione profonda, una specie di riflesso automatico. Eppure la Juve Ã¨ stata condannata da qualunque giudizio ufficiale. Il Milan alla fine c'entra poco, Ã¨ solo un accessorio di serata.

Ãˆ il Grande Caso Juve che continua ad allargarsi senza tregua, colpo dopo colpo. Una lotta dove non si puÃ² accettare di rimanere in silenzio perchÃ© il silenzio significa accettare la colpa. CosÃ¬ tutto in modo davvero pesante continua a rotolare su tutto. Ãˆ una storia senza precedenti. Una societÃ messa spalle al muro da qualunque giudice che risponde facendo causa alla federazione per 444 milioni.

Cosa volete sia un guardalinee oscuro in questo ambiente? Ãˆ stato Conte l'ultimo a evocare Calciopoli, ma chi segue il calcio sa che non c'Ã¨ mai stata cenere, la fiamma non si Ã¨ mai spenta, il caso Juve non ci ha mai lasciato. Con il tempo anzi le parti si sono mescolate. La Juve non pretende piÃ¹ innocenza, pretende la colpa degli altri. Gli altri vogliono solo la vergogna della Juve.

Ãˆ un caso infinito in cui cadono anche gli arbitri piÃ¹ innocenti degli ultimi vent'anni, semplicemente inservibili perchÃ© terrorizzati di essere confusi con la deriva. Quando Tagliavento sul gol di Muntari indica il centrocampo e un attimo dopo ascolta Romagnoli, rinuncia semplicemente alla sua potestÃ sulla gara. Teme eccessiva la sua presenza, lascia un po' di sÃ© sulla schiena degli altri. In altri termini, scappa.

Da questo ad arrivare alle risse in campo, alle offese negli spogliatoi, Ã¨ solo una conseguenza naturale. Il problema Ã¨ incancellabile, come un vero grande dilemma religioso. Non puÃ² avere veritÃ , solo interpretazioni, ma queste allungano la pena. E non c'Ã¨ concilio che possa imporre l'obbedienza. Siamo ormai incartati in una pena che ci blocca, in un'eterna compassione di facciata dove i tifosi piÃ¹ assidui e insistenti dettano i tempi della vulgata. Non c'Ã¨ remissione dei peccati, siamo diventati un calcio cattivo, pieno di dannazioni insuperabili.

L'Inter intanto prosegue la sua missione di allontanarsi dal terzo posto, altra sconfitta e altra partita senza reti. Vanno avanti Udinese e Lazio. Fiorentina e Bologna guardano con apprensione il Lecce vincere a Cagliari e riportarle dentro il rischio. Prosegue il lungo attimo del Napoli. Il Palermo subisce un pessimo arbitraggio a Siena, ma nessuno se ne occuperÃ .