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Pier Paolo Mocci per "Il Messaggero"
Un'occasione persa. Quella di far conoscere nel mondo un pilastro del nostro cinema come Alberto Sordi. Per Franco Zeffirelli, l'attore de Lo sceicco bianco, I vitelloni, La grande guerra, Lo scopone scientifico e decine di altri film, non sarebbe esportabile. Dunque non l'ha inserito nel suo Omaggio a Roma, mediometraggio del 2009 tornato alla ribalta per il tutto Zeffirelli in programma alla Casa del Cinema.
«Alberto Sordi non è una star internazionale e nel mio film su Roma non l'ho inserito», spiega l'autore di Romeo e Giulietta e Callas Forever. «Sordi è un fenomeno tutto nazionale e questo filmato è stato ideato per promuovere l'immagine di Roma nel mondo. Sordi, varcati i confini del nostro Paese, non è così conosciuto. Niente a che vedere rispetto a nomi universali come la Magnani o Mastroianni».
Per carità , l'Oscar a Nannarella per La rosa tatuata o le tre nominations per l'alter ego di Fellini potrebbero avvalorare la tesi di Zeffirelli.
Ma certo Albertone, eccellente maschera dell'italiano attraverso mezzo secolo di storia, avrebbe meritato un posticino in questo Omaggio a Roma girato tra le bellezze dei Fori Imperiali. Invece nel superspot sulla Città Eterna, da due anni in tournée dopo l'anteprima al Festival del Film capitolino, compaiono soltanto Mastroianni e Anita Ekberg immersi nella Fontana di Trevi ne La dolce vita, Anna Magnani in Siamo donne di Luchino Visconti (e perché, allora, non nella celebre scena del rastrellamento in Roma città aperta di Rossellini o in Mamma Roma di Pasolini?), finendo con la passeggiata in Vespa di Audrey Hepburn e Gregory Peck in Vacanze romane.
Neanche il problema dei diritti d'autore può giustificare la scelta di estromettere Sordi dal film (compaiono invece Andrea Bocelli e Monica Bellucci nei ruoli di Cavaradossi e Tosca), perché Omaggio a Roma non può essere usato per fini commerciali. Lo ricorda il senatore Mauro Cutrufo, ex vicesindaco al Campidoglio, che all'epoca seguì la produzione del docufilm.
«C'è un contratto, firmato dallo stesso Zeffirelli, che consente la distribuzione dell'opera per soli fini culturali presso poli museali o in retrospettive a ingresso libero. In questi due anni Omaggio a Roma ha raggiunto oltre 200 città nel mondo attraverso le nostre ambasciate e costituisce uno dei nostri principali biglietti da visita in tema di turismo».
Zeffirelli denuncia però un certo lassismo nella divulgazione del suo lavoro: «Non si capisce bene chi sia l'interlocutore principale del mio film. Amministratori e assessori cambiano continuamente, e i potenziali compratori sono scoraggiati da tutti questi scaricabarile. Sono a conoscenza di numerose fumate grigie, ultima quella della British Airways che mi ha cercato per proiettare il docu-film su tutte le sue tratte aeree. Anche un produttore americano ha cercato di comprare i diritti dell'opera, ma dopo vani tentativi ha desistito».
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