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Jonathan Jones per The Guardian
Philip Castle ha messo la statua di gesso della donna nuda accanto al pianoforte. Riconoscerei ovunque quei capezzoli che servivano da bere al Korova Milkbar, nella scena di apertura di “Arancia meccanica” di Stanley Kubrick’, parodia pessimista della gioventù britannica ultraviolenta.
L’opera è troppo fragile e non può essere parte della mostra ispirata al regista e intitolata “Daydreaming with Stanley Kubrick”, alla Somerset House di Londra fino al 24 agosto. La precisione intellettuale di Kubrick era incredibile, un perfezionista che stava attento al dettaglio e anche alla pubblicità. Infatti arruolò Castle, artista di poster e copertine di dischi, tipo “Aladdin Sane” di Bowie e “Mars Attacks” di Tim Burton.
poster originale di arancia meccanica
Ma all’epoca era uno studente del “Royal College of Art” che aveva messo un annuncio sull’”Evening Standard” e fu chiamato dall’agente di Kubrick, invitato nella sua casa londinese per discutere di come doveva essere la locandina del film. La cosa curiosa è che tutte le stanze era chiuse rigorosamente a chiave, per paura che scappassero i cani.
Videro il film insieme, Castle fece dei bozzetti di ultraviolenza in tempo reale. Fra gli appunti c’era quella faccia inquietante di Malcolm McDowell che brandiva un coltello dentro una lettera A. La versione finale è una piramide dominata dagli occhi in tinta “hyper-pop” con lo slogan “Avventure di un ragazzo i cui interessi principali sono stupro, ultraviolenza e Beethoven”.
Racconta Castle: «Kubrick limava ogni aspetto del film. Mandò i suoi in ogni cinema dove doveva essere proiettato il film per assicursi che lo schermo fosse pulito. Con lo stesso spirito di controllo assoluto, mi inviò la statua del Korova Milkbar, così che potessi ritrarla perfettamente». Poi però non finì sulposter. Il mobilio sessista di Alex era ispirato all’arte di Allen Jones, e con la scultura del pene nel film commette un omicidio.
Kubrick pubblicò un finto giornale, “The Clockwork Times”, per cui Castle creò le sue migliori opere di sesso e violenza. Il film fu un successo ma Kubrick fu accusato di ispirare omicidi e immoralità. Le immagini più forti furono dunque vietate e l’unica a girare fu il poster più contenuto di Castle.
Continuò a lavorare con Kubrick anche quando gli rifiutò la locandina di “Barry Lyndon” perché la trovava troppo divertente. Collaborarono in “Full Metal Jacket”, e Castle disegnò l’elmetto con il simbolo della pace e lo slogan “Nato per uccidere”. Kubrick si preoccupava di come i disegni risultassero anche stampati su un trafiletto di giornale locale.
poster full metal jacket
kubrick in shining
mostra kubrick a londra
la mostra su kubrick a londra
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