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VIDEO - LA COPERTINA DI CROZZA A “BALLARÒ”
1 - SHOW ANTI RENZI A “BALLARO’”
Il titolo potrebbe cambiare, da “Ballarò” a “Tutti contro Renzi”. Perché la trasmissione di Giovanni Floris, abbandonati definitivamente i toni un po’ paludati e moderati di altri tempi, ormai sembra uno show monotematico per impallinare Matteuccio, a maggior ragione dopo il taglio da 150 milioni a Mamma Rai.
Tanto che a un certo punto lo stesso conduttore, rivolgendosi ironicamente alla sindacalista della Cgil Serena Sorrentino, dopo una serie di giudizi anti-Renzi espressi in studio le ha chiesto: “Almeno lei, dica qualcosa a favore del premier…”. Se il tono dei servizi è perlopiù catastrofico e stronca i provvedimenti del governo (si parla di ottanta euro? Sì, ma dal lato dei pensionati, gli unici che non li avranno; la riforma della pubblica amministrazione? Ne parlano i sindacalisti, tutti contrari…), l’atteggiamento del conduttore è ormai irridente, dissacratorio, sarcastico, tanto da sbalordire la renziana Bonafé ospite in studio.
L’esponente piddina, in uno scambio con l’esponente Cgil, dice che dal sindacato si sarebbe attesa maggiore sostegno per il decreto taglia Irpef, visto il valore redistributivo. E il conduttore ghignante: “In fondo voi volevate affetto…”.
Ma l’antirenzismo di Floris e “Ballarò” rischia di non fare più notizia, se non fosse che a interrompere il tiro al piccione arriva il sondaggio di Pagnoncelli: il gradimento del governo raggiunge il 65%, sopra i massimi registrati sia da Letta che da Monti.
floris a palazzo chigi da renzi
Da “Twitter”
cristina giudici @GiudiciCristina
Su Floris mollala lì, questa trasmissione ritorsione contro @matteorenzi solo xkè vorrebbe mettere i piedi nel pantano della Rai#ballaro
Ettore ® @Ettoreeeee
da quando Renzi bacchettò Floris sugli sprechi della RAI a #ballarò è guerra aperta... #scannatevi
Fabrizio Rondolino @frondolino
A scioperare contro @matteorenzi sono rimasti solo la Camusso e Floris
2 - FLORIS CHIEDE SPAZIO E MINACCIA DI LASCIARE
Carlo Tecce per “Il Fatto Quotidiano”
Un asterisco, minuscolo. Un asterisco a matita sta accanto al rettangolino di Ballarò nei palinsesti per la prossima stagione Rai. Quest’asterisco trasmette un dubbio che agita viale Mazzini in bassa frequenza: Giovanni Floris, dodici ininterrotti anni il martedì su Rai 3, potrebbe rifiutare il contratto per un rinnovo di un triennio. E la questione non è meramente economica.
VESPA GRILLO INVERTITI TWITTER
E il ritardo per le trattative su decine di accordi scaduti – intoppo che angoscia esegeti di ricette culinarie (Antonella Clerici) e mai pentiti produttori di plastici (Bruno Vespa) – non è convenzionale. Perché il giornalista non vuole svernare nel mercato protetto di Rai 3 con ascolti che inevitabilmente andranno giù, appeso a un canale che smarrisce risorse, depaupera patrimoni identitari e s’aggrappa al salottino con poltrone di cartone per tirare su lo share e un po ’ di polvere.
Questa Rai è congestionata e Floris, che il pubblico ricorda livido per il battibecco con Matteo Renzi, la provoca: vuole fare un programma su Rai 1 o una striscia su Rai 3 o una seconda serata su Rai 2. Vuole andare oltre Ballarò perché s’intravede invecchiato e deprezzato dopo l’ennesima edizione di Ballarò e dopo la replica di un circolo di ospiti che potrebbe formare una compagnia teatrale. Floris s’abbatte contro la scogliera Porta a Porta, che sta per preparare il ciclo numero 19.
Quando i giornalisti-conduttori vogliono litigare, dicono: soltanto da noi esiste la concorrenza interna. E quando vogliono alludere a Porta a Porta, aggiungono: Vespa permettendo. Quattro giorni su sette – che dovrebbero diventare 3 su 7 – sono bloccati perché i programmi non possono invadere il campo di Porta a Porta né, orrore, traslocare su Rai 1. Vespa ha un po ’ di detrattori e tanti, tanti amici.
Quest’ultima campagna elettorale l’ha consacrato a sdoganatore di Beppe Grillo, a cerimoniere essenziale per Silvio Berlusconi e il giovane Renzi, che sono passati e ripassati per due volte in un mese. Chissà se avrà contato nei progetti di Floris e nelle repliche di viale Mazzini la plateale idiosincrasia fra Renzi e il giornalista, non abituato a ringhiare al potere, ma che s’è conquistato decine di retroscena per le domande sui 150 milioni di euro e le manovre economiche.
Mediaset s’affaccia su viale Mazzini, pronta a ghermire l’icona di Ballarò, il luogo più istituzionale e ovattato – su questo la sfida con Porta a Porta è pari e patta – che l’azienda espone. Già tre anni fa, in epoca di governo di papà Silvio, Pier Silvio Berlusconi blandì il conduttore dei concorrenti: “Ha firmato? Peccato, l’avrei voluto da noi”. Più che le ambizioni personali di Floris, la faccenda di viale Mazzini è curiosa perché avvia una baruffa a distanza fra colleghi che i dirigenti hanno cercato di sotterrare (almeno) per un decennio, a scapito di partenze eccellenti e un impoverimento di offerte-risultati-immagine.
E poi c’è la questione “sacrifici” che s’interseca con le richieste di Floris, le pressioni di Vespa (che non vuole mollare la quarta serata), i bonifici che s’aspettano i vari Antonella Clerici, Fabrizio Frizzi e Carlo Conti. Per assorbire il prelievo da 150 milioni di euro, l’azienda costringerà i suoi volti da video a un contributo solidale? Il caso Vespa è un caso di scuola: l’ex direttore del Tg 1 guadagna 2, 1 milioni di euro fra minimo garantito (1, 2) e speciali (anche serali). Meno lavora, meno incassa. E dunque non vuole cedere il giovedì – come vuole Rai 1 – ai documentari di Duilio Giammaria. Ora di mezzo c’è pure Floris, che rischia di scatenare una faida di categoria. Con Vespa che osserva, sicuro di poter ripetere ancora e ancora: “Benvenuti a una nuova puntata di Porta a Porta”.
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