BJORK CONFESSIONS – LA CANTANTE, CHE STASERA SI ESIBIRA’ A CARACALLA, RACCONTA LE MOLESTIE SUBITE DA LARS VON TRIER – “DOPO OGNI CIAK IL REGISTA MI HA ABBRACCIAVA DAVANTI A TUTTA LA TROUPE O MENTRE ERAVAMO DA SOLI. DOPO DUE MESI GLI HO DETTO CHE AVREBBE DOVUTO SMETTERLA DI TOCCARMI: LUI SI È ARRABBIATO E HA SFASCIATO UNA SEDIA DAVANTI A TUTTI, COME SE FOSSE ABITUATO A MOLESTARE LE SUE ATTRICI” - VIDEO

Marco Molendini per il Messaggero

 

Stavolta Bjork si è immersa nel mondo delle favole, fra elfi, flauti, arpe, sonorità sognanti.

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È l' ultimo viaggio della cantautrice che venne dal freddo, suggerito da un album che si chiama Utopia (uscito l' anno scorso a novembre) e che, questa sera, la porta alle Terme di Caracalla per il Just music festival, recupero di un appuntamento saltato un mese e mezzo fa fra i tuoni e i lampi da fiaba cattiva del maltempo.

 

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I MESSAGGI A 52 anni Bjork sembra aver lasciato alle spalle lo spirito tutto avventuroso e avanguardista che aveva caratterizzato i primi tumultuosi anni della sua carriera, ha ammorbidito le curve delle sua musica (lo aveva già fatto con il capitolo discografico precedente, Vulnicura), incrocia arpe ed elettronica, fa largo uso di fiati, suggerisce messaggi positivi attorno al tema dell' amore, sfodera un ottimismo sorridente, produce assieme al produttore venezuelano Arca (con cui vanta un ferreo rapporto) un mondo sonoro intenso ma giocoso, leggero, sia pure senza rinunciare a una curiosità sonora di stampo sperimentale.

 

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Un mondo seducente, infantile e colorato, sempre spettacolare, dal forte gusto teatrale: insomma, un' immersione visiva oltreché sonora. Così la scaletta del concerto viaggia con ampi orizzonti e coinvolge anche il suo passato più lontano.

 

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La rockstar islandese pesca dalla sua carriera quarantennale (il suo primo disco è del 1977, quando aveva 11 anni, e accompagnata alla chitarra del patrigno cantava alcune canzoni islandesi dei bambini ma anche brani dei Beatles): ecco, allora, Human Behaviour, un pezzo dance basato su un sample della chitarra del grande compositore brasiliano Antonio Carlos Jobim e The Anchor Song che, nella versione originale, Bjork cantava accompagnata da una sezione di tromboni e altri strumenti a fiato, entrambe prese dall' album Debut del 1993 (il suo primo disco adulto).

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LA SCALETTA E poi ci sono Isobel da Post del 1995, Pleasure is all mine dallo sperimentale Medulla del 2004, l' ironica Wanderlust da Biophilia. Una scelta complessiva di soli sedici pezzi, ma il concerto si allunga e si allarga perché ogni brano viene trasformato in un numero teatrale, dilatato dalla confezione, dove Bjork infila tutta la sua ampia gamma di esperienze di musicista che ha attraversato il rock, il jazz, l' elettronica, il trip hop. Un' interprete che è anche un' artista ad ampio spettro (tre anni fa il Moma a New York l' ha celebrata con una mostra).

 

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CANNES Del resto, anche come attrice ha avuto gratificazioni, vincendo il premio come miglior attrice, appunto, al festival di Cannes col film di Lars Von Trier Dancer in the dark. Era il 2000 ma da allora di cinema la Björk non ne ha più voluto sentir parlare, facendo tesoro della esperienza assai negativa con il carattere difficile e dispotico del regista danese, che recentemente ha anche accusato anche di averla molestata sul set: «Dopo ogni ciak, - ha raccontato senza fare il nome di Von Trier - il regista mi correva incontro abbracciandomi davanti a tutta la troupe o mentre eravamo da soli, stringendomi per diversi minuti contro la mia volontà. Dopo due mesi gli ho detto che avrebbe dovuto smetterla di toccarmi: lui si è arrabbiato e ha sfasciato una sedia davanti a tutti, come se fosse abituato a molestare le sue attrici».

 

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