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UNTO E BISUNTO MA NON PUNTO! CHEF RUBIO: “QUANTE AVANCES E PROPOSTE INDECENTI DAI GAY. HO SEMPRE DECLINATO - KEVIN SPACEY? LO SAPEVANO TUTTI. IL COMING OUT SERVE SOLO A CHI HA UN DISPERATO BISOGNO DI ESSERE SE STESSO, E NON A CHI VUOLE DIMOSTRARE ALLA PUBBLICA PIAZZA LA PROPRIA SESSUALITÀ"
Alessio Poeta per www.gay.it
Chef Rubio, alias Gabriele Rubini, sicuramente non sarà un’impresa, ma di sicuro ne ha realizzata una. Dietro quello strano fascino da uomo che non deve chiedere mai, l’ex campione di rugby, oggi star indiscussa del piccolo schermo che ha fatto dell’unto e bisunto un marchio di fabbrica, si nasconde un uomo di 186 cm con un cuore più grande del previsto.
Infatti, quando lo chiamo, è in partenza per l’Africa per #Fuoriclasse un progetto che, con Action Aid, ha lo scopo di sensibilizzare il mondo occidentale all’adozione di bambini di tutto il mondo, garantendo loro il diritto all’istruzione da tempo negatogli. “Purtroppo un popolo poco istruito è molto più facile da controllare e assoggettare” mi raccorda un emozionato Rubio. In attesa di vederlo questa sera nella seconda puntata di È uno sporco lavoro alle 21.10 su DMAX, in quest’intervista si racconta per la prima volta come (forse) non ha davvero fatto mai.
Oggi sempre meno chef e sempre più uomo di spettacolo…
In realtà io sono un po’ tutte le cose, più tanto altro. Il lato di me che, però, è noto ai più, è senza dubbio quello dello spettacolo. Ovviamente non trascuro né la mia professione di cuoco, né tanto meno le mie numerose passioni, che porto avanti parallelamente al resto.
Adesso, ad esempio, sei in partenza per l’Africa…
Questa è la seconda tappa di #Fuoriclasse, un progetto che porto avanti, ormai da due anni, con Action Aid. Lo scopo è quello di sensibilizzare il mondo occidentale all’adozione a distanza di bambine e bambini di tutto il mondo, garantendo loro il diritto all’istruzione che da tempo gli è stato negato. Mi piacerebbe che tutti loro possano creasi una propria indipendenza culturale e intellettuale. Purtroppo un popolo non alfabetizzato è molto facile da controllare e assoggettare.
Quindi, dietro questo fascino da uomo che non deve chiedere mai sei anche molto sensibile…
Credo che sia una cosa che vada di pari passo! I ‘metallari’, ad esempio, nonostante il loro aspetto sono dei romanticoni! Solo a chi merita mostriamo entrambi i lati del nostro carattere.
Nel contempo sei in onda con la seconda stagione di ‘È uno sporco lavoro’…
È semplicemente il continuo delle esperienze che ho fatto nella prima stagione, con lo stesso sviluppo narrativo. Cambiano però le regioni e i contenuti delle tappe che affronterò. Di sicuro chi ha visto la prima stagione non si annoierà. Chi vedrà il programma per la prima volta, invece, credo che troverà degli spunti interessanti per riflettere sui lavori più umili e più difficili da svolgere.
Ti indispettisci ancora quando ti danno dell’anti-Cracco?
In realtà è da tanto che non me lo dicono più! Comunque mi annoia molto, visto che siamo due persone completamente diverse. Credo che, in generale, cercare un punto di incontro quando in realtà non c’è, sia molto riduttivo e banale.
C’è competizione tra te e gli altri cuochi?
Io non sono in competizione con nessuno! E se loro lo sono con me, ancora non me lo hanno fatto sapere. Io vado per la mia strada e penso al mio percorso. Non ho mai pestato i pedi a nessuno, visto che nessun altro fa quello che faccio io. Quindi, a ognuno il suo.
Cosa ne pensi del boom dilagante dei ristoranti giapponesi con formula All You Can Eat?
Ci sono sempre stati e credo possano essere un punto di partenza per chi non ha mai mangiato sushi e decide di scoprirlo per la prima volta. Allo stesso tempo, spero che chi ama davvero la cucina giapponese li abbandoni presto ed inizi a cercare l’eccellenza, visto che quello che c’è in giro è pura mediocrità.
Piaci molto alle donne, ma il fatto di sapere che piaci così tanto anche agli uomini che effetto fa?
È una cosa che non mi sorprende affatto e alla quale sono abituato da tempi non sospetti. Anche quando ero più giovane, e non ero di certo famoso, capitava. Uomo o donna non è importante: la cosa che conta è il contenuto intellettuale, non la sessualità di un individuo.
Hai mai ricevuto avances da un uomo?
Sì, molte volte! Anche con proposte economiche…
E come hai reagito?
Ho declinato, come è giusto che si faccia in questi casi. Non capisco perché ci si scandalizza ancora o si vuole creare malcontento a tutti i costi. Se una cosa non ti interessa, sorridi e dici: “No, grazie!”
Qualche settimana fa ci sei andato giù pesante con il coming out di Guglielmo Scilla, alias Willwosh. Perché?
Ho semplicemente preso in giro il suo modo di attirare l’attenzione per un programma televisivo al quale lui partecipava. Non ho assolutamente fatto il verso al suocoming out. Chi si è sentito offese dallo mie parole, non ha il minimo senso dell’umorismo. Ho molti amici gay che si sono divertiti con il mio video e che hanno condiviso il mio pensiero. Il mio non era un attacco alla sua omosessualità, che tra l’altro era palese a tutti, ma piuttosto alla strategia che ha usato per parlarne. Per me è molto noioso parlare della sessualità di qualcuno: bisogna parlare della persona!
Ti avranno dato dell’omofobo…
Solo chi non ha sale in zucca e ha dentro una disperata solitudine dentro l’ha fatto! Purtroppo, sui social, bastano le frasi di quattro cretini a farti diventare bersaglio di critiche e frasi ingiuriose, soprattutto quando si esprimono opinioni su temi caldi come questo.
No, questa mi sembra una stupidaggine! Come il coming out di Kevin Spacey: lo sapevano tutti, da anni, e tutti erano a conoscenza anche dei suoi comportamenti espliciti sul set. Ora è inutile che si crei lo scandalo! È la classica ipocrisia all’italiana, che lascia il tempo che trova. Credo che ilcoming out serva solo a chi ha un disperato bisogno di essere liberamente e totalmente se stesso, e non a chi vuole dimostrare alla pubblica piazza la propria sessualità.
Sono favorevole a tutto ciò che c’è di giusto nel mondo. Se ci sono persone che hanno il desiderio di donare amore ad un bambino, a me non importa nulla se sono gay, eterosessuali o transessuali. Il problema è che spesso, dietro, ci sono interessi che vanno ben oltre la sessualità di una persona ed il volere bene a chi si decide di accogliere. Sono dei giochi di potere e di interessi politici tra lobby, che esulano dall’amore verso un figlio. Purtroppo, in questo mondo, si sta mercificando tutto, anche l’amore. Se vogliamo lottare per i diritti, quelli veri, pensiamo a chi, nel mondo, ogni giorno viene ucciso o picchiato per motivi assurdi. Queste sono le vere lotte. La sessualità, alla fine, ognuno se la vive tra le quattro mura di casa e che si diverta come meglio preferisce.
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