OGGI ALLE 11 ALFREDO MANTOVANO E I VERTICI DELL’INTELLIGENCE ITALIANA SONO STATI RICEVUTI IN…
IL CINEMA DEI GIUSTI - AHO', TUTTI UGUALI QUESTI SARTI-PRODIGIO. PARTONO A RAZZO, FANNO UNA MONTAGNA DI SOLDI E VANNO FUORI DI TESTA. COME BRUNELLO CUCINELLI CHE HA SENTITO IL BISOGNO IMPERIOSO DI SANTIFICARSI CON UN MONUMENTO CINEMATOGRAFICO CHE VA AL DI LA' DE "IL RIDICOLO E' IL MIO MESTIERE" – “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO” È COSTATO UNA DECINA DI MILIONI DI EURO, E CIRCA 4 SONO ARRIVATI COL TAX CREDIT, PRODOTTO OLTRE DALLO STESSO ''SARTO CESAREO'' E MASI FILMS, DISTRIBUITO DA RAI CINEMA E DIRETTO DAL PREMIO OSCAR GIUSEPPE TORNATORE, A METÀ TRA LO STILE DEI SUOI CELEBRI SPOT DEL MULINO BIANCO E QUELLO PIÙ O MENO IDENTICO DI “NUOVO CINEMA PARADISO”, CON LE MUSICHE DI UN ALTRO OSCARIZZATO, NICOLA PIOVANI - ALLA FINE DEL MISCHIONE DI BIOPIC FICTION + DOCUMENTARIO CON INTERVISTE + MEGASPOT, DOVE SIA LA STORIA E COSA ABBIA DAVVERO FATTO DI NOTEVOLE NELLA VITA ‘STO BRUNELLO CHE SPANDE PILLOLE FILOSOFICHE DA PARAGURU IN OGNI SCENA, NON SI SA - LA BATTUTA MIGLIORE DEL FILM È UNA BARZELLETTA (“CHE FA UN PULCINO NEL CAMINO? PIO… PIO… PIO FOCO”), ACCOMPAGNATA DAL COMMENTO DI UNA SERIE DI VOLTI CELEBRI, DA GIANLUCA VACCHI A OPRAPH WINFREY, FINO A MARIO DRAGHI (“CUCINELLI HA MESSO L’ESSERE UMANO AL CENTRO DEL DISCORSO”, VABBÈ...) - VIDEO
brunello cucinelli giorgia meloni
Marco Giusti per Dagospia
La battuta migliore è una barzelletta. “Che fa un pulcino nel camino? Pio… Pio… Pio foco”. Per il resto, dopo un’ora di film, parlo di “Brunello il visionario garbato”, mischione di biopic fiction + documentario con interviste + megaspot, diretto dal premio Oscar Giuseppe Tornatore a metà tra lo stile dei suoi celebri spot del Mulino Bianco e quello più o meno identico di “Nuovo cinema Paradiso”,
musicato dal premio Oscar Nicola Piovani sul modello di “La vita è bella”, fotografato da Fabio Zamarion, mi sono chiesto dove fosse la storia e cosa avesse davvero fatto di notevole il protagonista del film, Brunello Cucinelli, che spande battute filosofiche da guru e paraguru in ogni scena o quasi quando non punta al poetico (“Il cielo stellato sopra di me e la legge morale dentro di me”).
Per non parlare di quando cerca il senso della vita un po’ banalmente alla Paolo Bonolis, ma trova il commento sullo schermo di una serie di volti celebri, da Patrick Dempsey a Gianluca Vacchi a Mario Draghi (“Cucinelli ha messo l’essere umano al centro del discorso”, vabbè).
MARIO DRAGHI NEL DOCUMENTARIO BRUNELLO. IL VISIONARIO GARBATO
Capisco fare un film su commissione, ovviamente ricco e strapagato con budget considerevole, sembra 10-12 milioni con circa 4 di tax credit già segnalati sul “Fatto quotidiano”, su un protagonista della moda che è anche il tuo produttore, assieme alla Masi Film di Massimiliano Di Lorenzo, che ci ha dato due perle come “Tapirulan” di Claudia Gerini e “Gianluca Vacchi – Mucho Mas”, con la distribuzione della 01 di Rai Cinema
brunello cucinelli giuseppe tornatore saul nanni
Diciamo che ci cascano tutti i registi o quasi, cosa che fece osservare tanti anni fa a un malizioso Bernardo Bertolucci che certi suoi colleghi, come Wenders (Yamamoto) e Scorsese (Armani), ci cascavano più per vanità che per soldi (…non hanno un corpo, così si sentono vestiti).
Capisco applicare il tuo stile e la tua figura da premio Oscar alla narrazione, i registi lo fanno regolarmente quando girano gli spot soprattutto di moda, un elenco che va da Wes Anderson a Luca Guadagnino.
Ma, come io, che pago il biglietto, mi chiedo cosa sto vedendo, il regista, che è pagato, si sarà chiesto, se anche lui ha una legge morale dentro di sé oltre al cielo stellato sopra di sé, cosa sta raccontando.
Brunello il visionario garbato
Perché, e qui arrivo al punto, oltre a parlare di Platone e di filosofeggiare sulla dignità del lavoro, di girare con la giacchetta di cachemire stretta e i pantaloni un po’ corti, di ricordare le origini contadine e quanto la sua famiglia fosse povera (anche se… “Eravamo poveri ma mangiavamo il giusto”), questo giovane Brunello interpretato da Saul Nanni in versione capellone, non è che faccia molto.
Diciamo che, da quando con la famiglia si sposta per seguire il padre operaio dalla campagna umbra di Castel Rigone alla periferia di Perugia, in quel di Ferro di Cavallo, va in moto sulla Kawasaki e gioca a scopone al Bar Gigetto. Fa finta di frequentare l’Università, e di dare esami, ma in realtà non riesce a darne neanche uno. Come Umberto Bossi. Però conta il 48. Perfetto.
Brunello il visionario garbato
Ma come riesce con lo scopone, con dieci anni passati al bar a costruire un impero del cachemire? Sposando la figlia ricca di un commerciante? Non lo vediamo mai lavorare. Colorando di rosso i golfini? I tanti intervistati sciolti nel film, la moglie, la figlia, il fratello, collaboratori, collaboratrici, celebrità, politici come Mario Draghi, dicono la loro sulla storia di Brunello. Ma spesso commentano un po’ il nulla.
Vi faccio un esempio. Brunello racconta di aver incontrato al Bar Gigetto a Perugia una prostituta e di esserne diventato amico. Vediamo la scena ricostruita con tanto di barista tartaglione. Subito dopo Oprah Winfrey, vestita in cachemire, ci spiega che quello è stato un incontro importante per Brunello.
Ok. E poi? C’è qualche sviluppo di questo incontro? No. Li vediamo solo giocare a scopone. L’intervistato celebre serve solo a chiudere la scena. Ma a che serviva? Stessa cosa l’incontro con un amico con gli occhi storti uscito dal manicomio.
OPRAH WINFREY VESTITA CON ABITO BRUNELLO CUCINELLI ALLA PREMIERE DI SIDNEY
Ci dicono che è stato un incontro importante. Va bene, ma cosa sviluppa? Questo Brunello, ripeto, per un’ora di film e di racconto della sua vita non fa nulla. Mentre il Brunello vero entra, calzato e vestito Cucinelli dentro i grandi set ricostruiti da Tornatore con i suoi scenografi e il suo direttore della fotografia con un effetto spesso un po’ comico.
Brunello il visionario garbato
C’è una grande tavolata con i Cucinelli contadini e poveri che mangiano il minestrone, padre, madre, figli, cugini, e lui, quello vero, gira attorno al tavolo come già accadde nel Leonardo televisivo di Renato Castellani, ricordate Giulio Bosetti che veniva perculato da Raimondo Vianello? Altro che Visionario Garbato, direi che qui siamo sul Narratore Invadente.
Al punto che avrei fatto un film solo col fratello, che mi sembra l’unico in grado di raccontare in modo realistico la storia del personaggio e della famiglia. Avendo abitato nei primi anni ’70 a Perugia mi sono ricordato dei tanti magliari che c’erano nella zona. Perché Cucinelli è rimasto e gli altri no?
Tornatore, che ci ha dato uno dei migliori documentari mai girati in Italia sul cinema, quello, indimenticabile, su Ennio Morricone, qui sembra interessato più a far Tornatore regista sullo schermo che a raccontar qualcosa. Come Cucinelli fa Cucinelli visionario garbato nel suo castello e nelle sue terre, da spot.
Anche se nei repertori delle tv locali sembra completamente diverso. Tanto valeva utilizzare il metodo del biopic santino alla “Ennio Doris – C’è anche domani”, quello sul fondatore della Banca Mediolanum nonché socio di Berlusconi. Alla fine del film non capiamo ancora davvero chi sia Brunello Cucinelli. In sala fino a mercoledì.
Brunello il visionario garbato
brunello cucinelli giorgia meloni (3)
Brunello il visionario garbato
PATRICK DEMPSEY NEL DOCUMENTARIO BRUNELLO. IL VISIONARIO GARBATO
federica benda brunello cucinelli
antonio sacconi giorgia meloni manuela cacciamano brunello cucinelli
Brunello il visionario garbato
Brunello il visionario garbato
brunello cucinelli giorgia meloni (2)
antonio sacconi giorgia meloni manuela cacciamano brunello cucinelli
brunello cucinelli giorgia meloni
brunello cucinelli giorgia meloni (4)
MILENA GABANELLI - BRUNELLO CUCINELLI - DATAROOM
brunello cucinelli
BRUNELLO CUCINELLI E GIUSEPPE CONTE
marco perotti roberto zaccaria
Brunello il visionario garbato
massimiiliano di ludovico
Brunello il visionario garbato
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