IO LO CONOSCEVO BENE - IL CO-FONDATORE DI MICROSOFT PAUL ALLEN SVELA L'ALTRA FACCIA DI BILL GATES: INTELLIGENTE, COMPETITIVO E SPIETATO - QUANDO A 29 ANNI PAUL SI AMMALA DEL MORBO DI HODGKIN, “L’AMICO” BILL PENSA SUBITO A COME ALLEGGERIRE LA QUOTA AZIONARIA DEL SOCIO - LA SEPARAZIONE ARRIVA NEL 1983, MA SONO I PROFITTI DI MICROSOFT A GARANTIRE ANCORA LA RICCHEZZA AD ALLEN. CHE ALL’AMICO MANDA A DIRE: “SE NON RIUSCIRÀ A METTERSI ALLA PARI NELLA CATEGORIA MOBILE, L'ATTENDE UN LUNGO, LENTO DECLINO”...

Giovanni Caprara per il "Corriere della Sera"

Una sera verso la fine del dicembre 1982 Paul Allen passava davanti alla porta chiusa dell'ufficio di Bill Gates impegnato con un collaboratore. «Si stavano lamentando della mia scarsa produttività negli ultimi tempi e di come potevano diluire le mie quote azionarie in Microsoft emettendo stock option riservate a loro stessi e ad altri azionisti». Incredulo per ciò che ascoltava entrò gridando: «Questo rivela, una volta per tutte, come siete fatti in realtà».

E se ne andò. Allen e Gates avevano fondato Microsoft. Allen aveva 29 anni e in quelle settimane gli avevano diagnosticato il morbo di Hodgkin, un tumore maligno che lo costringeva a pesanti sedute di radioterapia. Le forze gli mancavano e il lavoro ne subiva le conseguenze. Bill Gates guardava all'azienda e impaziente nell'attendere l'evoluzione del morbo dell'amico stava decidendo come procedere senza di lui. La sorte fu benigna con Paul ma nel ricordare quei momenti nella sua autobiografia, "Idea Man" (Rizzoli Etas) scorre un'amarezza profonda che esalta, per contrasto, il freddo interesse economico di Bill.

I due si erano conosciuti giovanissimi alla scuola media stringendo subito un profondo legame. «Bastava uno sguardo per capire tre cose di Bill - scrive -. Era proprio intelligente, era molto competitivo e ci teneva a far vedere quant'era intelligente».

Il computer li unì e quando Bill aveva 18 anni e Paul 21 realizzavano e commercializzavano il loro primo elaboratore per gestire il traffico stradale. Erano diventati maestri del Basic, il programma più diffuso dell'epoca, e poco dopo, nel 1975, creavano la mitica società. Doveva chiamarsi «Allen & Gates» ma Paul impose «Microsoft» dall'unione di microprocessori e software. Bill mostrava in fretta la sua determinazione: chiedeva il 60 per cento delle azioni e Paul accettava.

L'anno successivo assumevano il primo dipendente lavorando ad Albuquerque, Nuovo Messico, poco lontano dal luogo dove era scoppiata la prima bomba atomica. Intanto pensavano a una laurea come le loro famiglie chiedevano. Però, iscritti all'università, venivano travolti dalla passione rapidamente trasformata in business. Entrambi erano abili programmatori con una dote aggiunta: Bill eccelleva negli affari, Paul nella tecnologia e nella visione dei passi da compiere. Non passavano molti mesi e Bill chiedeva di rivedere l'accordo: voleva il 64 per cento della società. Di nuovo Paul accettava, sia pure a malincuore.

Scaltrezza e ricerca producevano buoni risultati e quando nel 1978 sfioravano il milione di dollari decidevano di trasferirsi a Seattle. Così nasceva il secondo colosso industriale dell'area, dopo la Boeing, il fabbricante di aeroplani. La scalata diventava inarrestabile. Nel giro di un anno il fatturato quasi triplicò e Paul ritenne giusto riequilibrare il rapporto azionario troppo a favore dell'amico che aveva sempre imposto i suoi desideri. «Quando glielo proposi mi rispose: "Non voglio parlarne mai più, non sollevare la questione". Ingoiai il rospo e pensai ok... ma un giorno leverò le tende». Da allora le discussioni si facevano sempre più aspre e non si limitavano al tradizionale, acceso confronto tecnico.

Quando Ibm decise di costruire il personal computer, segnando l'apertura di un'era, aveva bisogno di un sistema operativo. Era il 1981 e la coppia che già faceva affari col Giappone strappava un accordo con il gigante dei «cervelli elettronici» senza esclusiva, aprendosi così il mercato degli altri costruttori che fiorirono numerosi. «Allora dissi a Bill che i miei giorni come dipendente Microsoft erano contati. Pensavo a una mia azienda».

Il momento del distacco si avvicinava e quando stavano per diffondere Word, il programma di scrittura, maturava rapido il divorzio. Era il febbraio 1983. «Alla fine le divergenze erano andate al di là dei nostri match verbali - scrive Paul -. La sua estrema competitività aveva contribuito a farlo entrare nella storia come miglior Ceo (Chief Executive Officer), ma aveva anche destabilizzato il nostro rapporto».

Poi arrivò Windows e Paul fece la sua azienda, Asymetrix, come aveva sognato. Nel 2010 Microsoft annunciava un fatturato solo per il quarto trimestre di 16 miliardi di dollari: un record. Gli utili piovevano consolando Paul del «vuoto» lasciato dal distacco e permettendogli di investire nella «vita che sognavo da sempre».

Con la Paul G. Allen Family Foundation finanzierà gruppi sportivi, sosterrà la costruzione del primo aeroplano a razzo per i turisti, la ricerca di segnali intelligenti provenienti dal cosmo e la realizzazione di una mappa del cervello per aiutare la cura di malattie neurologiche. Altrettanto filantropo diventerà l'ex socio Bill Gates.

Chiudendo il libro di una vita straordinaria, Paul non risparmia una previsione sul futuro della società che ha contribuito a inventare: «Se Microsoft non riuscirà a mettersi alla pari nella categoria mobile, l'attende un lungo, lento declino». Un avviso da non trascurare.

 

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