carlo de benedetti john elkann

COME VA LO ''SPIN-OFF'' DI ''REPUBBLICA'' CHE VANEGGIA CARLO DE BENEDETTI? MALE. DOPO SCALFARI, EZIO MAURO, LA STORIA DI ''REP.'' STA CON MOLINARI - I SUOI SHERPA GUIDATI DA GAD LERNER DEVONO STRAPPARE UN PO' DI VECCHIE GLORIE PER FAR PARTIRE IL NUOVO GIORNALE. E POI, CARLO FELTRINELLI C'E'? - ELKANN SOGNA UNA ''REPUBBLICA'' MULTIMEDIALE INNOVATIVA SULLA SCIA DEL SUO ''ECONOMIST'', CHE RIVALEGGI IN EUROPA CON ''LE MONDE'' (AUGURI)

 

eugenio scalfari carlo de benedetti

DAGONEWS

A proposito dello spin-off di Repubblica che ha in mente Carlo De Benedetti, idea anticipata mesi fa da Dagospia all'indomani dell'acquisto di Gedi da parte di John Elkann, le trattative sono ancora in corso, e non stanno andando per il meglio.

 

L'Ingegnere infatti non vuole partire in questa avventura da solo, ma con il sostegno di Carlo Feltrinelli, della sua casa editoriale e della sua rete di librerie. A 85 anni, e con i figli che gli hanno svenduto l'impero, vuole qualcuno che possa garantire continuità. Per questo aveva scelto il 44enne John Elkann, per questo ora punta sul 58enne Carlo che, finora, non si è appalesato.

Ezio Mauro Carlo De Benedetti

 

In pista di nuovo ci sarebbe Gad Lerner, autore Feltrinelli e già unico volto noto (e unico spettatore?) della ormai dimenticata tv engagé ''La Effe'' (bagno di sangue per Feltrinelli), e con De Benedetti vorrebbe strappare una decina di glorie di Repubblica per farci il suo nuovo-vecchio giornale.

 

Carlo Feltrinelli

La preda più ambita ovviamente è Eu-Genio Scalfari, che a 96 anni dovrebbe mollare tutto per imbarcarsi in un'ultima avventura decisamente vaga. Nell'editorialone-flusso di coscienza di ieri, intitolato ''Un fiore che non appassisce'' (riferito ovviamente alla sua creatura), Molinari ''appare esattamente nello stesso modo'' di Verdelli, ovvero in grado di tutelare l'anima liberal-socialista del giornale. Ma poi aggiunge in modo sibillino ''Vedremo il seguito'', non escludendo che ''il Fondatore'' – parla di sé in terza persona – possa cambiare giudizio sulla ''Quarta Repubblica''.

GAD LERNER - I PARTIGIANI RACCONTANO

 

Al secondo posto c'è Ezio Mauro, per 20 anni alla direzione nel dopo-Scalfari. Il suo passato forte a La Stampa ne fa però un nome gradito agli Agnelli-Elkann. Il suo placet alla direzione Molinari lo ha dato firmando l'editoriale di oggi: se il suo obiettivo è andarsene, si sarebbe eclissato dalle pagine del quotidiano. Ma dove lo otterebbe uno stipendio così dovizioso?

 

Seguono le altre firme storiche – Natalia Aspesi, Corrado Augias, Francesco Merlo, Manconi – più i ''giovani'' (ormai 50-60enni) cari a CDB, tra cui l'ultimo arrivato Carlo Verdelli, che l'Ingegnere incensò dalla Gruber mentre umiliava il reietto Mario Calabresi.

CARLO DE BENEDETTI JOHN ELKANN

 

Nel frattempo, al duo Elkann-Scanavino non dispiacerebbe affatto se CDB si portasse via un po' di firme che costano ciascuna come dieci giornalisti giovani. Il nuovo corso di Repubblica che vuole essere meno parrocchia e più quotidiano si è capito dall'intervista, very friendly, di ieri a Giuseppe Conte, firmata da Molinari e da Stefano Cappellini, uno dei pochi a non essere uscito dalla fucina di Piazza Indipendenza/Largo Fochetti, essendo cresciuto tra Riformista e Messaggero.

 

 

MAURIZIO SCANAVINO E JOHN ELKANN

Dei desideri editorial-politici di Cdb l'agnelloide se n'è sempre fregato. La sua ambizione è di portare avanti l'eredità dell'Avvocato, di riportare la dinasty torinese a livelli internazionali, creando un gruppo multimediale innovativo e con un focus sugli esteri, di cui Molinari è un appassionato, ma soprattutto sull'economia.

 

La Exor è infatti l'azionista di maggioranza dell'Economist, ma visto che l'austero settimanale inglese ha uno statuto blindato che non permetterebbe di farlo diventare una succursale del gruppo Gedi, sarà il gruppo Gedi a diventare un po' più come l'Economist.

carlo verdelli

 

Un gruppo che possa rivaleggiare con Le Monde e che produca giornali letti, o quntomeno citati, anche all'estero. Per questo ci saranno varie uscite (a L'Espresso, che sarà rivoltato come un pedalino, tremano), convinti come sono a Torino che se si tolgono dai piedi gli aficionados dell'era Scalfari-Mauro, è pure meglio, visto che il concetto di chiesa-parrocchia tiene lontani molti lettori che non vogliono aprire un quotidiano ogni mattina per sentirsi dire quanto sono cafoni e stronzi.  

Ezio Mauro, Eugenio Scalfari, Paolo Garimberti, Marco Ansaldo Alberto Flores dArcais, Reginald Bartholomew

 

 

 

JOHN ELKANN MAURIZIO MOLINARI

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