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Sara Glasser Havens per “Xo Jane”
Dopo 14 anni di monogamia e 10 di matrimonio, mi sono ritrovata madre e single a 30 anni inoltrati. Amici, siti di incontri e potenziali amanti mi chiedevano velocemente cosa stessi cercando e io non avevo risposte. Sapevo solo che non volevo saperne del mio ex marito.
Ho scoperto presto che c’erano un oceano di possibilità: relazioni senza impegno, divertimento con apertura verso l’impegno, diventare la fidanzata di una coppia sposata. Ho scelto la cosa più semplice, cioè cercare un uomo della mia città e della mia età, ma ho scoperto che i quasi quarantenni losangelini escono solo con le ventenni. Ho rivisto degli ex, incontrato potenziali partner on line e al bar, ma qualcosa non funzionava. Ero troppo vecchia? Non avevo abbastanza pratica? Oppure intimidivo, visto che tutti mi dicevano quanto fossi in gamba?
Ho letto libri sul dating, per capirne di più. Di tutto, dalla roba femminista a quella più patetica. Le cose cambiarono un giorno nella piscina di un hotel: lui era il barista e aveva 25 anni, io ero molto assetata e ne avevo 36. Nel giro di poche sere ho scoperto che non intimidivo nemmeno un po’ i ragazzi più giovani. Ecco cosa cercavo! Erano intrigati ed eccitati da me ma non si portavano carichi come misantropici Sherpa che si arrampicano sulle montagne di emozioni. Avevano i loro problemi famigliari e lavorativi, preoccupazioni e insicurezze, qualcuno beveva fin troppo, ma almeno nessuno temeva una donna forte.
Anzi, sentivo proprio di piacere. I millennial sono cresciuti con mamme che lavoravano, quindi non una donna intelligente e in carriera non li sorprende. E’ la norma, non l’anomalia. Sessualmente, è andata oltre il massimo della libido. A questi ragazzi non andava insegnato il rispetto per il mio corpo perché già lo avevano. Crescere in una cultura satura di porno, ha dato a questi ragazzi la capacità di discernere fra dominanza e sottomissione come gioco sessuale e le nozioni di forza e debolezza. E capiscono quando un no è un no. Non spingono, non insistono, come fanno i veri uomini.
Sembrano capire che ci sono regole da stabilire e rispettare e che c’è differenza fra la vita in camera da letto (o sotto la doccia, o sul pavimento della cucina)e quella fuori. Essì, lo dico: il porno ha reso possibile tutto questo. Ero euforica! Potevo pure buttare i libri e godermela, fare sesso grandioso senza poi sentirmi strana. la mia gioia è svanita velocemente quando gli amici mi hanno suggerito di frenare e controllarmi.
Quando ho scoperto che l’ennesimo ragazzo aveva mentito sulla sua età, dicendosi più adulto, io stessa ho scherzato sul fatto che mi avrebbero bandito dalle scuole. Tornarono a galla le domande su cosa volessi davvero. Mi chiedevo se fossi infantile, immatura, incapace di frequentare qualcuno della mia età. Ero la versione femminile della tipica crisi maschile di mezza età che ho sempre preso in giro?
Forse. Era il caso di crescere e incontrare uomini con i quali potevo andare a comprare dischi, non uomini che ascoltavano i miei dischi stessi per la prima volta. Uomini dell’età appropriata, che però fungevano da echi del mio matrimonio fallito, dicevano subito quello che secondo loro volevo sentirmi dire: come organizzare la collezione di dischi, come lavare i piatti, come riciclare meglio, come scegliere i vestiti. Diventavano insicuri e ostili se sapevo qualcosa che loro non sapevano.
Sessualmente era altrettanto frustrante. Erano cauti, addirittura spaventati, o, al contrario, troppo estremi, e tutti avevano problemi ad accettare che un no fosse un no. Una volta tolti i vestiti di dosso, non esistevano più regole per loro. Una donna nuda era una puttana, un pezzo di carne, o peggio, una cosa troppo preziosa per essere toccata.
A quel punto ho deciso di provare coi cinquantenni. Uno fantasticava di guardarmi fare sesso con un suo amico e ho declinato l’invito, ignorando il mucchio di soldi che aveva messo accanto al mio portafogli. Un altro ci teneva che gli raccontassi di come ho perso la mia verginità da ragazzina. L’idea di eccitarlo in questo modo mi ha messo a disagio e ho pensato che non gli avrei mai potuto presentare mia figlia. La cosa che mi ha dato più fastidio è stato il loro bisogno di ridurmi sessualmente a un corpo e di dirmi che li intimidivo. Ci risiamo.
Mi sono ricordata della conversazione che ebbi qualche mese prima con il mio partner ventenne, bello, sveglio, per niente intimidito. Mi disse che a volte mi trovava un po’ “intensa” ma gradevolissima. Passiamo tanto tempo a dare addosso ai millennial, invece hanno ragione loro quando si parla di sesso e di dating. E’ la nostra generazione ad aver mandato all’aria le cose. Ho deciso che da ora in poi frequenterò di nuovo i ventenni.
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